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1India
convinto che l'Inghilterra guadagnerebbe da questa importazione». E, ancora, cita Max Muller il quale, nel suo libro intitolato India: che cosa ci può insegnare?, scrive: «Se mi chiedessero sotto quale cielo la mente umana ha piú ampiamente sviluppato alcuni dei suoi doni migliori, ha piú profondamente meditato sulle grandi domande della vita, ha trovato risposte a ciò che giustamente merita l'attenzione di coloro che hanno studiato Platone e Kant, io indicherei l'India. E se io domandassi a me stesso da quale letteratura noi europei – che siamo stati nutriti quasi esclusivamente dal pensiero greco, romano ed ebraico – possiamo trarre le migliori direttive per rendere la nostra vita perfetta, ampliare la nostra capacità di comprensione, divenire esseri piú universali - intendo dire non semplici esseri umani temporali ma esseri trasfigurati ed eterni -, ancora dovrei indicare l'India».
Possiamo ancora sentire risuonare l'insegnamento morale e spirituale di Gandhi nelle sue stesse profetiche parole: «Voi sapete, fratelli e sorelle, che noi non siamo una nazione indipendente ma siamo sudditi di Sua Maestà la Regina Vittoria, “difensore della fede”; ma se noi fossimo una nazione in tutto ciò che questo comporta, con un nostro governo e nostre proprie regole, con nostre leggi e istituzioni controllate da noi stessi liberamente e indipendentemente, credo che cercheremmo di stabilire e mantenere per sempre relazioni pacifiche con tutte le nazioni del mondo».
Il secondo capitolo presenta i fondamenti del jainismo. Stabilisce l'antichità del jainismo, descrive le nove realtà che ognuno dovrebbe conoscere per ottenere la liberazione, enumera le sei sostanze, fornisce una schematica descrizione sia delle sei forme di vita degli esseri viventi sia dei quattro stadi dell'esistenza, tratta della trasmigrazione, del karma e dell'etica jainista.
Nel terzo capitolo Gandhi espone il concetto jainista della realtà e della conoscenza. Per i pensatori jaina sia la sostanza che i modi in cui la sostanza si manifesta sono reali. L'una senza gli altri non possono esistere. Qui Gandhi mette a confronto il punto di vista jainista con il punto di vista dei Veda che considera non reali le modificazioni della sostanza. Egli spiega
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