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za, rispetto e delicatezza, sono tra i segni che denotano un popolo civilizzato, allora gli indiani non sono inferiori alle nazioni dell'Europa; e se la civilizzazione diventasse un articolo commerciabile tra l'Inghilterra e l'India, sono convinto che l'Inghilterra guadagnerebbe da questa importazione».
La vita, i suoi oggetti e le sue leggi, secondo gli indiani
Quando ero un bambino di circa otto anni ero solito andare con mio padre ad ascoltare le predicazioni di un monaco jaina che frequentava la nostra città. Teneva i suoi sermoni in una sala conferenze costruita appositamente dalla mia comunità. Un giorno andammo nella sala conferenze mezz'ora prima dell'ora dell'appuntamento. Dopo esserci accomodati, iniziai a guardare con curiosità alcune pitture sui muri della sala. Una di queste mi colpí particolarmente. Raffigurava un uomo che, immobile, era aggrappato a un ramo di banano, in mezzo a un grosso pozzo; un elefante che stava sul bordo del pozzo cercava, con la sua poderosa proboscide, di afferrare l'uomo. In fondo al pozzo c'era un enorme boa con la bocca aperta, pronto a ingoiare l'uomo. A ogni lato del pozzo c'erano quattro serpenti con la bocca aperta che sibilavano furiosamente pronti a mordere l'uomo. Due ratti, uno bianco e uno nero, stavano mangiando il tronco del banano. In cima al ramo c'era un'arnia con uno sciame d'api. L'elefante, mentre cercava di afferrare l'uomo, muoveva il ramo avanti e indietro facendo cadere alcune gocce di miele sulle labbra dell'uomo. Un monaco ministro del culto si trovava dalla parte opposta rispetto all'elefante e, nei suoi bianchi paramenti, cercava di offrire il suo aiuto per salvare l'uomo. Tutto questo avveniva nel mezzo di una foresta.
Non riuscivo a comprendere il significato dei disegni. Li osservai per cinque minuti, dieci minuti, quindici minuti, e ancora non riuscivo a capirne il significato. Allora chiesi a mio padre: «Papà, questo dipinto mi sembra molto strano; che cosa significa?». Dapprima mio padre disse: «Sarai in grado di capirlo, anche se ti dico che cos'è? Penso di sí», e soggiunse:
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