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«C'era una volta quest'uomo che tu vedi nel dipinto in bilico sopra il pozzo, che stava viaggiando da un posto all'altro con un gruppo di persone; avvenne che dovettero passare attraverso una fitta foresta piena di animali selvaggi e di predoni. Mentre erano nel mezzo della foresta, alcuni ladri li attaccarono. Tutti si dispersero per tentare di salvarsi la vita; anche quest'uomo fece lo stesso ma si perse e, quando si girò per capire dove fosse, vide un elefante che lo rincorreva furiosamente. Si rese conto che, se non avesse trovato in fretta un riparo, sarebbe stato ucciso dall'elefante. Guardò in tutte le direzioni e vide questo pozzo. Pensò: “Questo elefante è deciso a uccidermi, forse posso tentare di salvarmi saltando nel pozzo”. Saltò nel pozzo e si aggrappò al ramo di banano. Sul fondo vide quell'enorme boa pronto a ingoiarlo; in ogni lato del pozzo c'erano quattro serpenti sibilanti. Due ratti stavano mangiando il tronco dell'albero e, dall’arnia in cima al ramo, gocce di miele cadevano sulle sue labbra. Appena in tempo, arrivò un ministro del culto e gli offri aiuto per uscire dal pozzo, ma l'uomo sembrava abbastanza soddisfatto della sua situazione perché sentiva il sapore dolce delle gocce di miele. Non realizzava che l'intero tronco dell'albero stava per essere mangiato dai ratti, che non avrebbe piú avuto nessun supporto e che sarebbe caduto e sarebbe stato inghiottito dal boa. Questo intero dramma è riportato nel dipinto».
Dissi a mio padre: «Beh, ma quale è il significato di tutto questo dramma?». Rispose: «È simbolico. Quest'uomo nel pozzo in piena foresta è un comune uomo terreno. L'elefante che gli corre dietro per afferrarlo è la morte. Il pozzo è la vita sulla terra. Il boa è il piú basso stato dell'esistenza. I quattro serpenti sono i simboli di rabbia, vanità, inganno e cupidigia. L'albero di banano è la corta durata della nostra vita terrena. Le api dell’arnia sono gli organi di senso e le gocce di miele rappresentano i piaceri sensuali. E il ministro del culto rappresenta la vera dottrina. L'uomo comune, pensando che la sua vita sarà presto interrotta dalla morte, soddisfa se stesso godendosi i piaceri derivanti dai sensi e non gli importa di ricevere la verità offerta dalla vera filosofia, influenzato com'è dai senti
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