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ampiamente il concetto jainista di esistenza fenomenica e di esistenza noumenica. In queste pagine, Gandhi contrappone la posizione jainista alla posizione kantiana.
Egli osserva: «In sostanza un noumeno dal punto di vista dei kantiani è un oggetto separato dal pensiero; esso è ciò che resta dell'oggetto del pensiero oltre lo spazio, il tempo, e quando tutte le categorie della comprensione sono astratte da esso. I jaina, empaticamente, rifiutano questo concetto. La posizione jainista è: primo, la retta conoscenza è la sola prova è la sola misura dell'esistenza di una realtà; secondo, la conoscenza è sempre la conoscenza delle relazioni; terzo, la realtà non è mai altra rispetto alle relazioni (una particolare realtà potrebbe non essere in relazione fisica con un'altra realtà; essa potrebbe essere in relazione con soggetto e oggetto, conoscitore e conosciuto); quarto, le relazioni sono costantemente mutevoli. Essere significa essere in relazione. Cosí, quando noi conosciamo una cosa, noi conosciamo le relazioni – alcune, se non tutte – in cui essa si trova in rapporto con noi e in rapporto con le altre cose. Per estensione, noi conosciamo la cosa cosí come essa è. Vi sono altre relazioni presenti che noi non conosciamo, e vi sono altre possibili relazioni che noi non possiamo comprendere nel nostro attuale stadio di sviluppo. Questo residuo di relazioni è il noumeno. Compito della nostra speculazione dovrebbe essere tentare di comprendere queste relazioni non conosciute, e non andare alla ricerca dell'illusoria "cosa in sé". Come dice George Henry Lewes: "L'illusione di un'esistenza subalterna all'apparenza proviene dalla nostra tendenza a dissociare le astrazioni dalla loro concretezza, e dotare le prime di una realtà permanente negata alla seconda. Noumeno e fenomeno non sono due entità separate, ma due modalità con cui noi osserviamo l'intero oggetto, una parte del quale è da noi conoscibile e un'altra non conoscibile.
L'errore comune in questa speculazione è di confondere una logica distinzione con una reale separazione”».
Questa riflessione porta poi Gandhi a considerare le differenze tra il jainismo e il buddhismo. Per il buddhismo solo i modi e i cambiamenti sono reali, mentre la sostanza è non reale.
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