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In altre parole, la transitorietà è la sola realtà. Gandhi cita il professor Oldenberg: «La speculazione dei bramini afferrava l'essere in tutti gli esseri, mentre la speculazione dei buddhisti afferrava il divenire in tutti gli esseri apparenti». Egli osserva: «Al contrario, i jaina considerano l'essere e il divenire come due differenti e complementari modi in cui noi possiamo vedere la stessa cosa. La realtà nella visione jainista è il soggetto permanente dei cambiamenti. Essere, essere in relazione con, essere attivo, interagire con le altre cose, obbedire alla legge, essere una causa, essere un soggetto permanente dei vari stati, essere lo stesso oggi come ieri, essere identico nonostante le attività variabili, questi sono i concetti jainisti di realtà. Il solo divenire è un'astrazione cosí come lo è il solo essere. In breve, essere e divenire sono i complementi della cognizione globale della realtà»>.
Egli spiega i due fondamentali concetti: il punto di vista della sostanza (dravyathikanaya) e il punto di vista della modificazione o della condizione (parayayarthikanaya). Ogni concetto porta a un estremo rifiuto della realtà dell'altro. Ogni concetto inoltre accetta l'uno a spese dell'altro. Uno enfatizza gli aspetti universali ed eterni escludendo l'aspetto particolare e la trasformazione. Il noto vedantista Sankara descrive la forma estrema del punto di vista della sostanza; il buddhismo rappresenta in assoluto il punto di vista della modificazione. Il sistema filosofico dei jaina riconcilia queste due opposte visioni accordando eguale importanza sia alla sostanza che alla modificazione.
Questo porta Gandhi a considerare il metodo di analisi jainista (Nayavada) e le sintesi jainiste (Syadvada).
Egli risponde alla critica del monaco Sankara alla Syadvada con le seguenti parole: «La compresenza di aspetti contrari all'interno di una singola idea o di un singolo oggetto sembrerebbe impossibile a una mente non sintetica. Sankara, il noto studioso dei Veda, cade in un grande errore quando afferma che la dottrina jaina non può essere accettata in quanto “è impossibile che attributi contradditori come essere e non essere possano, allo stesso tempo, appartenere a una stessa cosa; una corretta osservazione insegna che una cosa non può essere calda e fredda allo stesso momento". I jaina non sostengono
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