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Introduzione
La seconda parte tratta della «Via della liberazione». Dopo essere stati iniziati a essa, tutti i dubbi, le sensazioni nate dalla paura, i desideri e le false credenze vengono lavate via dal trio della retta fede, della retta conoscenza e della retta condotta, ovvero della devozione, della conoscenza e dell'azione.
Il conflitto tra ciò che è piacevole e ciò che è spiacevole si conclude, e si verifica un'improvvisa esplosione di equanimità e di amore.
L'individuo si distacca dalle cose terrene e la sua mente si colma di pace. Anche rimanendo nella vita di tutti i giorni, resta distaccato, così come il fiore del loto, pur vivendo nell'acqua, non ne viene toccato. Egli non si affanna anche se porta avanti gli affari e il lavoro. Il laico si appoggia gradualmente sulla religiosità del monaco e la sua mente ascende progressivamente ai diversi gradi della conoscenza, del distacco e della meditazione; la mente sale sempre più in alto, finché tutte le sue inclinazioni terrene vengono sovvertite: il sole della conoscenza incomincia a rischiararla con tutta la sua luminosità; la mente sale e scende seguendo le maree dell'oceano della beatitudine. Finché l'individuo vive nel proprio corpo, rimane nel cosiddetto stato di Arhat, ossia di un liberato in vita, e continua a muoversi diffondendo il suo messaggio di benessere al mondo; quando verrà liberato anche dal corpo e la sua vita terrena finirà, otterrà il rango di Siddha e sarà assorbito nell'oceano della beatitudine.
La terza parte, «La metafisica», tratta della fede nei principi (tattva-darśana). Qui si parla dei sette principi fondamentali (anima, non-anima, afflusso, schiavitù, il rigetto del nuovo karma, l'arresto del vecchio karma e la liberazione) o dei nove principi (se si includono il merito e il demerito). Dopo aver trattato delle sei sostanze (l'anima, la materia, ecc.), si illustra la teoria della creazione dell'universo attraverso l'associazione e la divisione di queste sostanze, eterne e infinite.
La quarta parte, «La teoria jainista della relatività conoscitiva», tratta del Syādvāda, ossia della dottrina del «settuplice modo di predicazione». Inoltre c'è una breve relazione sull'Anekānta, il principio fondamentale della logica jaina. Questa sezione contiene una semplice, breve e accattivante esposizione di temi profondi e seri come pramāņa, naya, niksepa e Saptabhargi.
Il libro si conclude con una preghiera a Mahāvīra. Si può dire che le quattro parti e i 756 versetti costituiscano
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