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Precetti sui «<tre gioielli»
La comprensione dei «tre gioielli>>> dal punto di vista empirico (vyavahāra-naya)
208. Avere fede nell'esistenza delle sostanze come dharma, ecc., è la retta fede; avere la conoscenza dei testi chiamati Anga e Pūrva27 è la retta conoscenza; perseverare nell'adempimento dell'ascesi è la retta condotta. Questi «tre gioielli» costituiscono la via verso l'emancipazione intesa dal punto di vista empirico (vyavaharanaya).
209. Si comprende la vera natura delle sostanze attraverso la retta conoscenza, si sviluppa la credenza in esse attraverso la retta fede, ci si controlla attraverso la retta condotta e si purifica la propria anima attraverso l'ascesi.
210. La conoscenza senza la retta condotta, l'accettazione dell'ascetismo senza la retta fede e l'osservanza delle austerità senza l'autocontrollo sono azioni inutili.
211. Senza la retta fede non può esserci la retta conoscenza; senza la retta conoscenza non può esserci la retta condotta; senza la retta condotta non può esserci la liberazione dai karma; senza la liberazione dai karma non può esserci il nirvāṇa (la salvezza).
212. La retta conoscenza è inutile in assenza della retta condotta, l'azione è inutile in assenza della retta conoscenza. Certamente, in caso di incendio, uno zoppo viene ucciso dal fuoco anche se può vedere e un cieco viene ucciso anche se può scappare.
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