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IL JAINISMO
La più antica Dottrina della Nonviolenza, della Compassione e dell'Ecologia
Claudia Pastorino e Massimo Tettamanti prefazione di Luisella Battaglia
Edizioni Cosmopolis
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Il Jainismo. La più antica Dottrina della Nonviolenza, della Compassione e dell'Ecologia.
Edizioni Cosmopolis
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IL JAINISMO La più antica Dottrina della Nonviolenza,
della Compassione e dell'Ecologia
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Dedico questo lavoro alla memoria di Kim Buti, che per primo mi incoraggiò ad assecondare la mia natura istintivamente incline verso la solidarietà attiva
nei confronti degli animali e fu per me esempio di una vita dedicata alla difesa di coloro che non possiedono propria voce.
Claudia
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Gli autori ringraziano la Federazione Mondiale dei Jaina e il Jaina Education Committee
nelle persone dei dr. Pravin K. Shah, dr. Premchand Gada,
dr. Naresh e Indira Shah, per il materiale,
l'assistenza, la supervisione,
l'amicizia.
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Prima edizione maggio 2002 ISBN 88-87947-13-9
Edizioni Cosmopolis C.so Peschiera, 320 - 10139 Torino telefono e fax +39-011710209 e-mail: cosmopolis@edizioniçosmopolis.com www.edizionicosmopolis.com
In copertina: Il Principe Nemkumär, prima di diventare un asceta Jaina, libera gli animali destinati al suo pranzo di nozze. "Uccidere animali per l'alimentazione non è giusto e non è necessario" disse il Principe. Molti tra gli invitati al matrimonio furono illuminati dal suo messaggio e smisero di mangiare
agli invitati al matriali per l'alimentazia
le carni degli
Art direction: Davide di Colloredo Mels e Monica Bertacin
NESSUNA PARTE DI QUESTA PUBBLICAZIONE PUÒ ESSERE RIPRODOTTA O TRASMESSA CON QUALSIAS MEZZO SENZA L'AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL'EDITORE E DEGLI AUTORI TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI
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Indice
Prefazione “Il principio etico dell’ahimsa” di Luisella Battaglia............... Presentazione.
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PARTE PRIMA
L'antica Dottrina della Nonviolenza, della Compassione e dell'Ecologia Introduzione .... Il concetto di Dio ....... I Fondatori........... La Filosofia ............... La realtà Jainista .......... La Teoria del Karma o “nove Tattva”............ Codice Etico.. Ahimsa (Compassione, Nonviolenza).. Anekantavada (Dottrina della molteplicità dei punti di vista)..... Non Possesso e Non attaccamento ... Rilevanza nei tempi moderni. La sacra morte (Sallekhana) ...... Seguaci e correnti maggiori........... Le Scritture Jainiste ............. Pratiche Spirituali e Feste Religiose .............
.........42 I Templi Jainisti.. La Simbologia Jainista..................................... I saluti La Preghiera Jainista ............ I Sutra del Perdono e dell'Amicizia Universale .................... La vita del Signore Mahavira Spunti significativi dagli Insegnamenti del Signore Mahavira ...............50
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.......44
.....44
... 46
... 46
........................49
PARTE SECONDA
Il libro della Compassione Riverenza verso ogni forma di vita..........
...................53 Introduzioni di Claudia Pastorino e Massimo Tettamanti .......................55
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Edizioni e dediche de “Libro della Compassione"..........
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale ............
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Raccolta di articoli. Gli allevamenti di mucche da latte
di Pravin K. Shah..... Mucche da latte: vita, sfruttamento e sofferenze
di J. Peter Zane....... Riciclaggio dei rifiuti provenienti dalla macellazione di Pravin K. Shah...
..........83 Il latte e il suo impatto sulla salute, sulla crudeltà e sull'inquinamento
di Pritish Nandy ................ Non vi è dunque nulla di sacro? Crudeltà verso gli animali sacri dell’India di Maseeh Rahman..
...........................95 Vegetarismo, un approccio compassionevole alla vita
di Pramoda Chitrabhanu. Varakh (carta argentata) di Pramoda Chitrabhanu ....
........104 Dati sulle uova
di Pramoda Chitrabhanu La storia della seta
di Pramoda Chitrabhanu La storia delle perle
di Pramoda Chitrabhanu ....... Il mito del latte
di Pramoda Chitrabhanu .... Le fabbriche di cuccioli
da un volantino della Peta ............ Alternative agli abusi sugli animali di Pramoda Chitrabhanu ..
....... Che cosa hanno detto i nostri lettori...................................133 Siti Internet Jainisti ........................................................141
..............107
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Prefazione
Il principio etico dell'ahimsa
Come può collocarsi il principio etico del
Non c'è niente l'ahimsa nel quadro della filosofia animalista
di più grande contemporanea? Per rispondere a tale domanda, che si riallaccia direttamente al tema cen
che chiedere a Dio trale del volume curato da Claudia Pastorino
di farci agire e Massimo Tettamanti, mi riferirò all'insegnamento di Gandhi, di colui, cioè, che ha
correttamente apportato al dibattito storico-culturale degli ultimi decenni un contributo prezioso e per
nei confronti molti aspetti insostituibile, delineando le cate- di ogni essere vivente. 9 gorie fondative di un nuovo rapporto col mondo
Gandhi non umano. Molte delle tesi da lui sostenute, l'idea della creaturalità degli animali, la visione del ruolo “ministeriale” dell'uomo, l'allargamento della regola di giustizia a tutti i viventi, l'adozione del paradigma della cura, l'affermazione di una fraternità universale oltre la nostra specie, il vegetarianesimo come espressione di una filosofia della nonviolenza integrale, trovano un significativo riscontro in taluni indirizzi dell'etica contemporanea ispirata ai temi della responsabilità umana nei confronti della natura.
L'intera storia della formazione di Gandhi mostra una circolarità continua tra Oriente e Occidente; da qui il suo costante tentativo di ritrovare il fondamento comune delle maggiori religioni (dal buddismo all'islamismo, dall'induismo al cristianesimo) nel messaggio etico di amore e di fratellanza condensato nella ahimsa (nonviolenza).
"Attraverso la mia esperienza sono giunto alla conclusione che chi studia con reverenza l'insegnamento di altre fedi, indipendentemente dalla sua stessa fede, arricchisce se stesso, non sminuisce certamente il proprio cuore. Tutte sono servite ad abbellire l'umanità e ancora oggi servono a questo scopo. [...] Un'educazione libera per tutti presuppone uno studio riverente delle altre fedi". In un momento storico in cui fanatismo e fonda
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mentalismo si rafforzano minacciosamente in molte parti del mondo, il suo messaggio, oltre a costituire un sicuro antidoto contro ogni spirito di crociata, ci richiama a una idea della tolleranza che non nasce mai dall'indifferenza ma proviene dal rispetto per le credenze morali e religiose di ciascuno - nella persuasione che nessuno abbia il monopolio della verità - e poggia sul riconoscimento positivo della “diversità” come ricchezza e occasione di reciproco arricchimento.
La strategia nonviolenta gandhiana, Satyagraha (forza della verità), affonda le sue radici nel postulato metafisico-religioso dell'unità del vivente, talora da Gandhi identificato con Dio. "La somma totale di tutto ciò che vive è Dio” è una delle formule con cui egli caratterizza il suo concetto della divinità; ed è la coscienza di questa unità che lo porta a far suo il principio etico dell’ahimsa per cui non si deve far del male a nessun essere vivente. Qui sono da cercarsi anche le basi morali del suo impegno in difesa degli animali, e in particolare della sua condanna della vivisezione - e cioè di una scienza dimentica dei suoi doveri nei confronti di tutte le forme di vita - e del suo vegetarianesimo, inteso come applicazione della “regola aurea” che impone "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te". Quella gandhiana potrebbe definirsi come una morale aperta, una dottrina che ambisce a estendere i confini della comunità morale fino ai limiti del senziente, nel riconoscimento di una fraternità che non si restringe più alla nostra specie.
Ma quali sono gli elementi caratterizzanti il credo vegetariano di Gandhi? Uno dei più generali mi pare il significato attribuito all'astinenza dalla carne: rifiutare la carne significa rifiutare globalmente la violenza della macellazione. Il mattatoio è assunto come luogo emblematico dove si consuma quotidianamente e professionalmente violenza e dove è in atto un processo di brutalizzazione dell'uomo (assuefazione alla violenza, caduta delle inibizioni, progressiva insensibilità alle sofferenze altrui) correlativo a un processo di riduzione dell'animale a cosa, a oggetto di cui poter disporre a piacimento: due processi, per il vegetarianesimo gandhiano, entrambi aberranti.
Quanto alla concezione etica che sottostà a tale visione, potrebbe definirsi come una morale aperta, una dottrina che ambisce a estendere i confini della comunità fino ai limiti del senziente. Il vegetarianesimo costituisce il tentativo più conseguente di superare ogni egoismo di specie e di realizzare un'etica cosmica o, se si vuole, rappresenta l'applicazione più radicale della regola aurea che impone “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto
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a te". L'applicazione più radicale perché implica l'allargamento decisivo della nozione di prossimo con l'inclusione in tale concetto degli animali non umani, in quanto esseri viventi capaci di provare il dolore della violenza.
"Il valore supremo dell'induismo è credere veramente che tutta la vita (non solo gli esseri umani ma tutti gli esseri senzienti) sia una, cioè che tutta la vita derivi dall'Uno, fonte universale, sia che si chiami Allah, Dio [...]. Questa unità di tutta la vita è una caratteristica dell'induismo, la quale non limita la salvezza ai soli esseri umani ma afferma che essa è possibile per tutte le creature di Dio".
Quanto alla teoria della natura umana sottesa al credo vegetariano, essa si basa sul riconoscimento dei fondamentali elementi di continuità tra le specie, di cui si sottolineano non la competizione e l'antagonismo, ma la collaborazione e la dipendenza reciproca. Il superamento della prospettiva antropocentrica favorisce l'emergere di un'immagine dell'uomo non più signore della natura ma suo custode. Da qui la lotta, condotta da Gandhi, contro i dogmi - filosofici o religiosi - che, allontanando infinitamente l'uomo dagli altri animali, lo inducono a una tirannia priva di rimorsi nei confronti delle altre creature.
"Io mi considero un nazionalista e sono fiero di esserlo. Il mio nazionalismo è vasto quanto l'universo. Esso include perfino gli animali più umili [...] Il mio nazionalismo include il benessere di tutto il mondo".
Infine la visione del sociale si lega strettamente a una prospettiva palingenetica di rigenerazione morale dell'umanità, caratterizzata dalla fine della violenza e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sugli animali. “I sistemi futuri terranno conto non solo della famiglia umana ma di tutte le forme di vita e, anche se lentamente, stiamo sicuramente scoprendo che è errato supporre che i popoli occidentali possano vivere sfruttando e degradando le nazioni orientali e africane; così capiremo a tempo debito che il nostro dominio sulle creature di ordine inferiore non è a favore del massacro ma per il beneficio sia loro che nostro. Sono infatti certo che esse siano dotate di un'anima come noi”.
Se il vegetarianesimo è da intendersi come filosofia della nonviolenza, esso non può che escludere ogni forma di fanatismo e di intolleranza. Alla coazione si contrappone la persuasione, basata sull'amore e il convincimento intellettuale. "L'uomo che costringe un altro uomo a non mangiare pesce commette una violenza maggiore di quella che commette chi mangia pesce.
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I pescatori, i venditori di pesce e coloro che mangiano pesce probabilmente non sono consapevoli della violenza insita nella loro azione. E anche se lo fossero giudicherebbero tale violenza inevitabile. Ma l'uomo che usa la coercizione è colpevole di una violenza deliberata. La coercizione non è umana".
In numerosi brani si ribadisce che il vegetarianesimo ha un senso solo per chi è convertito alla nonviolenza, altrimenti è un rito vuoto. L'induismo non consiste, infatti, nel mangiare o nel non mangiare certi alimenti: il suo fulcro sta in una condotta corretta, nella giusta osservanza della nonviolenza.
Ma qui sorgono alcuni problemi etico-filosofici di difficile soluzione. Limitiamoci ad alcuni interrogativi essenziali: si può stabilire obiettivamente cosa sia "male" per un essere senziente? Che cosa comporta precisamente fargli del male? Infliggergli delle sofferenze? E come intendere il concetto stesso di sofferenza? Vi sono altri mali che si possono infliggere agli esseri senzienti? Uccidere è sempre un male assoluto o vi sono circostanze in cui l'uccisione appare moralmente giustificata?
Si tratta di questioni di estrema gravità e delicatezza cui Gandhi propone risposte articolate e lontane da ogni assolutismo. Occorre pertanto guardarsi da ogni semplificazione del suo pensiero, nella consapevolezza che l'ahimsa ha un significato assai complesso. Innanzitutto, si tratta non di una norma assoluta, ma di un principio morale prima facie, cioè valido solo allorché, in una gerarchia di norme e valori, non vi siano principi di ordine superiore più vincolanti. La norma gandhiana prescrive la riduzione a lungo termine e, nella maggior misura possibile, della violenza in tutte le sue forme ma non esclude a priori la possibilità di impiegarla in casi estremi. Ciò significa che, in certe situazioni di assoluta emergenza, uccidere può risultare compatibile con la dottrina dell' ahimsa, ove, ad esempio, si tratti di salvaguardare la vita di innocenti in pericolo (classico l'esempio della tigre che minaccia gli abitanti del villaggio). "Nonviolenza - scrive Gandhi - vuol dire un oceano di compassione". Va osservato che è possibile, a suo avviso, far del male a un essere vivente tanto in modo attivo quanto in modo passivo, tanto per commissione quanto per omissione. È contrario all’ahimsa sia il far soffrire che il lasciar soffrire; ne deriva, quindi, che in determinate condizioni in cui l'unico modo per porre fine alle estreme sofferenze di un essere sia il togliergli la vita, si giunge a giustificare la stessa eutanasia come "uccisione pietosa”. E questo uno dei punti fondamentali in cui la posizione gandhiana si differenzia da quella del pacifismo assolutistico - come quello di Tolstoj - che
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rifiuta in modo totale l'uso della violenza, in quanto considerato moralmente proibito in ogni circostanza. Gandhi ritiene invece che la violenza, pur essendo un male, non sia tuttavia un male assoluto. La concezione etica alle origini della posizione nonviolenta non è dunque di tipo deontologico o riferibile a un'etica dell'intenzione - per cui è sempre nostro imprescindibile dovere morale fare o omettere certe azioni, indipendentemente dalle loro conseguenze - bensì, piuttosto, una concezione apparentabile sotto molti aspetti a quell'etica della responsabilità, teorizzata da Max Weber per cui il nostro dovere morale dipende, in larga parte, dalla valutazione delle conseguenze delle varie alternative in gioco.
Dalle pagine gandhiane emerge un'etica del rispetto nei confronti del mondo vivente ispirata a un paradigma che potrebbe definirsi della cura, nel senso che invita alla sollecitudine fraterna per ogni essere e fa appello alla speciale responsabilità umana per la salvaguardia e la tutela del creato. In questo quadro, anche gli aspetti più tradizionali e difficilmente comprensibili, per noi occidentali, dell'induismo - ad esempio, il culto della vacca - trovano in Gandhi un'impostazione sostanzialmente innovativa e aperta a nuovi stimoli, caratterizzata, oltre che dal superamento della visione della sacralità della vita, da un approccio assai concreto e realistico, nel tentativo di coniugare due dimensioni, una etica e una economica, entrambe irrinunciabili. In tal modo viene evidenziata la possibilità di mantenere un sostanziale rispetto nei confronti di un animale cui la tradizione induista attribuisce un profondo significato simbolico (la vacca rappresenta la “madre cosmica") e, insieme, di avvantaggiarsi del suo lavoro, della sua collaborazione, dei suoi prodotti, nel segno di una solidarietà tra specie che appartengono a una stessa comunità di vita.
L'uomo e l'animale appaiono egualmente creature affratellate da questa loro condizione e collocate all'interno di un ordine di cui l'uomo è il custode, non certo il padrone: la nostra responsabilità si configura, pertanto, come responsabilità verso l'intero ecosistema e lo stesso “bene comune” non può non includere anche il bene delle altre specie. Contro l'idea del progresso a ogni costo e a ogni prezzo, si propone la visione di una scienza non finalizzata al dominio ma attenta a ritrovare l'armonia con la natura.
"Desidero che si attui la fratellanza e l'eguaglianza non solo con gli esseri detti umani, ma voglio raggiungere l'identità con tutte le forme di vita, anche con quegli esseri che strisciano sulla terra. Voglio, e spero di non stu
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pirvi, realizzare l'identità anche con le forme di vita che strisciano sulla terra perché affermiamo la discendenza comune da uno stesso Dio”.
Il forte richiamo alla paternità di Dio costituisce la radicalizzazione di un'esperienza di fraternità che va ben oltre ogni legame di sangue. Il prossimo è ormai riconosciuto al di là dei confini, delle razze e anche delle specie e mi concerne personalmente non in quanto appartenente al mio stesso genere. Gandhi ritiene di non dover limitare al mondo umano l'incontro con quegli altri che ci si presentano come fragili e vulnerabili, rivolgendoci un appello al riconoscimento e alla fraternità.
In un momento storico-culturale in cui molte barriere tra le specie si sono eliminate e anche il linguaggio non è più un ostacolo alla comunicazione interspecifica (siamo ormai in grado di interpretare segnali, di decifrare messaggi, di decodificare suoni e di comprendere comportamenti di esseri che, come noi, sentono il piacere, il dolore e la morte), il pensiero gandhiano può essere di grande aiuto alla riflessione contemporanea sul tema del rispetto tra le specie. Basti accennare alle nuove consapevolezze che sono nel frattempo maturate. Lo spirito - ci ricorda Bateson - è una qualità strutturale di tutti i sistemi complessi e, quindi, non è una prerogativa esclusiva della nostra specie. Nella filosofia morale del nostro tempo, in tema di rapporto uomo/animali, si insiste molto, pur nella diversità degli approcci, sulla questione dei diritti, sulla reciprocità del trattamento, sulle possibili applicazioni ai non umani di modelli contrattualistici di giustizia. Occorrerebbe chiedersi se non sia venuto il tempo di ricercare altre strategie, avviando una riflessione alternativa incentrata, ad esempio, sul tema della cura. Essa, come s'è detto: a) insiste sui bisogni (e non solo sugli interessi); b) fa leva sul concetto di responsabilità (e non su quello di diritto); c) non comporta la reciprocità (di contro alla correlazione diritto/dovere); d) pone al centro il tema della dedizione rispetto a quello della prestazione; e) attribuisce un valore cruciale alla compassione.
Per questi motivi, sembra particolarmente idonea a costituire un paradigma etico di relazioni col mondo non umano.
Nell'ambito della cultura occidentale, la tradizione che ha segnato in modo indelebile il pensiero etico-politico è quella in cui i termini essenziali sono il contratto sociale e i diritti individuali e il cui retroterra filosofico si ispira, fondamentalmente, a un modello atomistico. Tale modello possiede certo grandi qualità ma esclude molte dimensioni dell'esistenza. In partico
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lare, rischia di ignorare la varietà dei rapporti con cui le persone si assumono la responsabilità e la cura di altri né sa dove collocare il sentimento di fraternità o quello di compassione. Di qui l'esigenza di pensare un'immagine più ampia della vita umana che permetta una salda congiunzione tra il regno della morale e quello della politica.
Un'etica della cura, come s'è visto, si differenzia da un'etica dei diritti perché pone l'accento sulla connessione piuttosto che sulla separazione e perché assegna la priorità ai rapporti con gli altri piuttosto che ai diritti dei singoli individui. La vita, intesa come una trama di relazioni a cui tutti apparteniamo e da cui tutti deriviamo, è salvaguardata da attività di cura responsabile ed è basata su un legame di interdipendenza, anziché su un contratto tra eguali. In tal modo, vengono sfidati alcuni assunti tipici del pensiero morale tradizionale: la divisione tra politica e morale, la separazione tra pubblico e privato, la teoria dello spettatore imparziale ovvero del punto di vista morale disinteressato. La cura per l'altro comporta infatti un'immagine relazionale dell'esistenza umana che getti un ponte tra politica e morale o, se si vuole, tra grammatica del bene e grammatica della giustizia.
Alla luce di tali osservazioni, l'interesse della riflessione gandhiana, collocata nell'ambito di un'etica della cura, è di fornire di tale concetto un'interpretazione forte e costruttiva - non come semplice appello ai buoni sentimenti, ma come impegno responsabile per la riduzione della sofferenza di altri esseri, umani e non umani. In questa prospettiva, tale etica è da vedersi come un percorso nuovo, potenzialmente capace di ridescrivere i rapporti del vivere e del convivere. La nonviolenza gandhiana si presenta, infatti, con le caratteristiche di una contestazione permanente. Gandhi, come ha ben mostrato Giuliano Pontara, non solo non teme i conflitti ma li considera importanti e risolutivi nella ricerca della verità, all'interno di una concezione dinamica della giustizia. A chi obiettasse che Gandhi propone una visione troppo idilliaca e non tiene conto della “natura lupesca” dell'uomo, si potrebbe rispondere che egli è molto attento alle questioni della conflittualità interumana e interspecifica e nella sua opera delinea una vera e propria filosofia dei conflitti: tale, appunto, è il satyagraha.
Quella qui proposta è certo una particolare interpretazione della filosofia della nonviolenza di Gandhi, da lui stesso intesa, peraltro, come dottrina in divenire, non irrigidita in una sistemazione definitiva ma suscettibile di sviluppi e di ulteriori arricchimenti. Su questa linea, la scienziata indiana
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Vandana Shiva, con un significativo prolungamento dell'insegnamento gandhiano, ha mostrato, ad esempio, come i modi in cui le cultura industrializzate hanno impostato le loro relazioni con la terra siano basati su modelli patriarcali di dominio. Tutto questo si riflette, a suo avviso, in sistemi economici che considerano l'ambiente come privo di valore finché non può essere usato commercialmente. A tale visione la Shiva contrappone, con esplicito richiamo alla lezione di Gandhi, una filosofia dei beni ambientali che rifiuta la centralità del mercato e si ispira a un'immagine relazionale della vita umana, che ha, a suo fondamento, i concetti di interdipendenza, equilibrio e complessità biotica. In particolare, la cura femminile per l'ambiente rinvia a una relazione simpatetica di rispetto e di amore, una sorta di dilatazione cosmica dell'antica cultura della domesticità.
'I recupero del principio femminile - scrive la Shiva - è una risposta alle molteplici prevaricazioni e appropriazioni a danno non solo delle donne ma anche della natura e delle culture non occidentali”.
La cura sembra, pertanto, configurarsi come un concetto guida valido per una reimpostazione del rapporto tra etica e politica, attraverso la messa in questione della frattura tra mondo pubblico e mondo privato e della doppia morale che ne consegue.
Se in questo l'insegnamento gandhiano resta fondamentale, altrettanto prezioso può rivelarsi il suo contributo a una storia dell'idea di cura. Chi voglia comprendere pienamente la ricchezza di tale idea, riesaminando i pensatori che hanno cercato di chiarirne aspetti e implicazioni ed entrando in dialogo con essi, potrà trovare in Gandhi un ideale interlocutore.
Luisella Battaglia ORDINARIA DI FILOSOFIA MORALE E DI BIOETICA, FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE DELL'UNIVERSITÀ DI GENOVA
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Presentazione
Pur affondando le sue robuste radici nell'antichità, essendo costituito da una comunità (asceti, monaci e laici) compatta e forte, e portando un messaggio filosofico e spirituale di altissimo livello, il Jainismo è rimasto per secoli assai poco noto all'Occidente. Ancora oggi, in Italia, questa Dottrina è pressoché totalmente sconosciuta, soprattutto a causa della scarsissima letteratura esistente in lingua italiana. (1)
Intorno al sesto secolo avanti Cristo, nell'India settentrionale, visse e predicò un grande Illuminato al quale viene riconosciuta personalità storica, Vardhamana Mahavira. Egli non fondò una nuova Dottrina, ma reiterò la Dottrina predicata dai ventitré Saggi (chiamati Tirthankara = costruttori del guado o costruttori del ponte) che lo avevano preceduto: il Jainismo, la più antica Dottrina della Nonviolenza e della Compassione universale.
Vardhamana era un principe che, all'età di trent'anni, decise di abbandonare ogni ricchezza ed ogni bene materiale per ritirarsi a meditare sulla natura dell'anima e sulla via per la Liberazione dalla sofferenza del ciclo trasmigratorio di morti e rinascite. Contemporaneo del Buddha, prese anch'Egli le distanze dal sistema vedico a causa soprattutto della divisione in caste e dei sacrifici animali.
Ma al contrario del Buddha che, dopo aver seguito per anni il modello ascetico, se ne discostò per ricercare la “via di mezzo”, Vardhamana Mahavira rinvigorì le regole ascetiche, delineando un codice morale basato sul distacco e sulla Compassione verso qualsiasi creatura: umana, animale, vegetale, comprendendo anche gli elementi acqua, aria e terra. Il Jainismo rappresenta infatti, senza dubbio, il più alto e concreto tentativo che sia mai stato attuato in ambito spirituale per eliminare universalmente violenza e sofferenza e per instaurare un rapporto di collaborazione e fratellanza tra i viventi, in cui vi sia simpatia nei confronti della Vita in quanto tale, senza distinzioni di specie, razza, individuo o religione: siamo di fronte alla più esauriente risposta nella direzione dell'ecumenismo del panteismo.
1. Il Jainismo non è una vera e propria religione; al suo interno non si trovano un organo centrale, un papa, gerarchie ecclesiastiche, sacramenti, intermediari. Per il Jainismo ognuno ha, già da questa vita, la possibilità di accedere alla conoscenza e liberarsi dal ciclo trasmigratorio, ritenuto la
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e. La
causa di afflizioni e tribolazioni, ma ciò può avvenire esclusivamente attraverso lo sforzo personale dell'individuo stesso. Dunque, qui, non è possibile delegare a intermediari, rituali o sacramenti le proprie responsabilità: ogni progresso sulla via verso la Liberazione può avvenire esclusivamente grazie all'impegno del singolo. La Dottrina poggia sui “tre gioielli”: la Retta Fede, la Retta Condotta, la Retta Conoscenza.
L'adozione dei tre gioielli comporta l'osservanza di cinque regole regola aurea del Jainismo è l'Ahimsa, cioé Nonviolenza universale e fratellanza attiva nei confronti di qualunque vivente. Il concetto jainista di Ahimsa significa amore e benevolenza verso ogni creatura. La regola dell’Ahimsa insegna a coltivare sentimenti di simpatia nei confronti della Vita in ogni sua manifestazione, non solo, quindi, verso singole specie, razze o singoli individui. Le altre regole sono: la sincerità, la lealtà (non rubare, non essere mai scorretti), la castità (per i monaci) o fedeltà coniugale (per i laici), e il non attaccamento (“non possedere nulla” per i monaci, e "non trattenere nulla più del necessario" per il laico).
Il Jainismo è una Dottrina spirituale ateista, che non presuppone, cioè, l'esistenza di un Dio né di più Dei creatori dell'universo. Nel Jainismo la deità è in ogni singola energia vivente, anzi e l'energia vivente stessa. Dunque il Sacro è dentro di noi e intorno a noi, miracoloso nella sua immanente semplicità! 11 Jainismo postula la Dottrina dell'Anekantavada, cioé “molteplicità dei punti di vista" e "relatività della conoscenza", in base alla quale ogni oggetto del pensiero, ogni affermazione, ogni teoria, religione, idea, sono contemporaneamente veri e non veri. L'Anekar
veri e non veri. L'Anekantavada insegna ad accettare tutte le opinioni altrui e a riconoscere in ciascuna di esse una parte di verità. L'adozione di questa Dottrina apre la mente e il cuore a un reale ecumenismo e a una sincera accettazione del prossimo e di ogni pensiero differente dal proprio. Altri due postulati fondamentali della spiritualità jainista sono la Costante Vigilanza e l'Intenzione.
Grandissima importanza viene attribuita alla costante vigilanza:
“La disattenzione è la causa dell'afflusso del karma. L'attenzione impedisce l'afflusso del karma. Chi non è costantemente attento è ignorante. Chi è costantemente vigile è saggio."(2)
"Oh esseri umani! Siate sempre vigili! Chi è costantemente vigile acquisisce sempre più conoscenza. Chi non è costantemente vigile non è beato. Chi è costantemente vigile è beato!"(3)
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Dunque ogni essere umano dovrebbe costantemente essere concentrato sul non causare danni ad altre vite: quando cammina, quando si nutre, quando sposta gli oggetti, e in ogni atto della sua giornata.
La costante vigilanza è sempre innocente anche quando, per un incidente fortuito, causa involontariamente una violenza. Viceversa, la disattenzione (concentrarsi solo su se stessi, sui propri bisogni, i propri egoismi, ecc.) è sempre colpevole e crea accumulo di karma infausto, anche quando non provoca violenza ad altre vite.
Similmente, anche l'intenzione di procurare danno alle altre vite è ugualmente colpevole come l'atto stesso di danneggiarle.
“Anche la sola intenzione di uccidere causa la schiavitù del karma, sia che tu uccida sia che tu non uccida; dal punto di vista reale, questa è la natura della schiavitù del karma”.(4)
Coltivare intenzioni positive verso noi stessi e verso gli altri, nutrire sentimenti di amore e di fratellanza attiva verso tutte le creature, riconoscere se stesso in ogni essere vivente: questi sono gli insegnamenti del Jainismo. La proposizione dottrinale Jainista è, infatti, “Vivi e lascia vivere. Ama tutti, servi tutti!”, ove per tutti si intendono gli esseri umani, animali, vegetali, ma anche l'aria, il vento, la rugiada... Arrivare a sentire il proprio se vibrare all’unisono con la creazione e con le creature, giungere a percepire quella comunanza intima, a sperimentare quell'identica finalità di destini...questo è l'insegnamento del Jainismo!
Per il Jainismo l'anima di ogni vivente è eterna e divina, e aspira a liberarsi dal corpo materiale per raggiungere lo stadio di “Anima Liberata”.
Occorre sciogliere il nodo tra l'anima e la materia, determinato dai frutti delle azioni che sono state compiute, sia cattive che buone, che generano inevitabilmente karma (negativo o positivo).
L'obiettivo del Jaina è l'ottenimento di un'anima perfetta: l'anima perfetta possiede pura conoscenza, perfetta comprensione, potere personale e onniscienza; l'anima perfetta potrà finalmente liberarsi dai karma accumulati nelle precedenti esistenze e porre fine al ciclo trasmigratorio di morti e rinascite. Tutte le anime sono potenzialmente divine; nessuna è superiore o inferiore a un'altra; tutte sono potenzialmente onniscienti e sante; la santità non può arrivare o essere impartita dal di fuori: è già dentro ciascuno e lì può essere coltivata attraverso la pratica delle cinque regole, attraverso le meditazioni, attraverso il distacco e l'autopurificazione,
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Alcune comunità jainiste praticano attività devozionali nei confronti di rappresentazioni dei Tirthankara (statue, immagini) ma è interessante notare come questa adorazione sia fine a se stessa e non concepita per chiedere l'intercessione dei Saggi nelle umane vicende, come grazie, miracoli, miglioramenti materiali o spirituali.
L'individuo ritorna a fondersi con l'Assoluto e si libera dalla sofferenza delle rinascite, soltanto dopo essersi completamente liberato dagli attaccamenti, attraverso il distacco dalle passioni, le austerità, l'ascetismo e la stretta osservanza del comandamento dell'Ahimsa, la Nonviolenza attiva verso tutte le creature: questa è la via della Liberazione.
I Jaina ritengono che, per percorrere la strada verso la Liberazione, sia indispensabile assumere soltanto cibo vegetariano, libero da violenze, poiché, cibandosi dei corpi degli animali, l'anima involve inevitabilmente nelle uccisioni, nella disperazione e nel dolore.
I Jaina non si cibano neppure dei vegetali nati sotto terra, come ad esempio patate, carote, rape, eccetera, estirpando i quali si uccide l'intera pianta, togliendole la possibilità di continuare a vivere, crescere e produrre i suoi frutti.
Presso i templi e le comunità Jainiste, gli animali non devono dunque temere per la propria incolumità, anzi... I Jaina gestiscono alloggi (chiamati “panjarpol”) per animali anziani o feriti, e sovente acquistano animali dai macelli per dare loro salvezza e ospitalità. In ogni panjarpol vi sono stalle, ricoveri per uccelli, centri' veterinari e anche reparti per animali normalmente considerati reietti o “disgustosi”.
Per queste caratteristiche, il Jainismo si trova ad essere una Dottrina che, pur così antica, è oggi in linea con il più rigoroso animalismo propugnato da filosofi e scienziati contemporanei.
Per il Jainismo la scelta vegetariana è indispensabile per avere successo nel proprio percorso di miglioramento: sia i laici che i monaci e gli asceti osservano uno stretto regime vegetariano.
Da quando, poi, l'uomo ha industrializzato la sofferenza e lo sfruttamento degli animali creando gli allevamenti intensivi, i Jaina hanno ulteriormente disciplinato la Dottrina, sconsigliando tutti gli alimenti di origine animale (latte, uova, latticini, ecc.) poiché provenienti da gravi forme di maltrattamento. Ingerire cibo derivante non solo dall'assassinio, ma anche dal violento sfruttamento, dall'angoscia, dal dolore, disturba il progresso
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spirituale, impedisce al corpo immateriale di diventare puro e forte, ed è considerato peccato grave di Himsa (violenza).
Infatti questo volume contiene, dopo una prima parte interamente dedicata alla descrizione della Dottrina, un'ampia parte di aggiornamento dottrinale ("The Book of Compassion") nella quale vengono descritte diverse forme di sfruttamento degli animali, affinché ciascuno possa, avendo appreso la realtà attuale della produzione industriale, adottare la condotta più appropriata in accordo con la propria coscienza e la propria morale. In questa seconda parte viene suggerita l'adozione della scelta di vita vegan (stretto regime vegetariano, che esclude dalla dieta anche i derivati animali), al fine di garantire, oggi, la piena attuazione della regola aurea dell'Ahimsa tutta calata nella società contemporanea.
Raramente dottrine o religioni aggiornano e rinvigoriscono i propri dettami con tanta dovizia e tanto rigore... Del resto il Jainismo si è sempre distinto per la disciplina e per l'integrità, qualità che, per contro, contribuirono a renderlo minoritario nel corso dei secoli.
Questo volume è stato scritto in stretta collaborazione e sotto la diretta supervisione dei Jaina americani e indiani con cui gli autori collaborano, da alcuni anni, per la diffusione in Italia della conoscenza di questa antichissima e pur così attuale Dottrina panteista dell'Ecologia e della Nonviolenza universale, in linea con il più vigoroso pacifismo, animalismo ed ecologismo moderni.
(1) In Italia venne pubblicato un testo sull'argomento nel 1962, "Il Giainismo" di Carlo Della Casa (Edizione Bollati Boringhieri). È stato necessario attendere fino al 2001 per poter finalmente accedere al Canone del Jainismo tradotto in lingua italiana, "SAMAN SUTTAM, il Canone del Jainismo, la più antica Dottrina della Nonviolenza" a cura di Claudia Pastorino e Claudio Lamparelli (Collana "Uomini e Religioni", Mondadori Editore).
(2) Da "SAMAN SUTTAM, il Canone del Jainismo, la più antica Dottrina della Nonviolenza".
(3) Ibid.
(4) Ibid.
Claudia Pastorino
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L'antica Dottrina della Nonviolenza, della Compassione e dell'Ecologia
Introduzione
L’India è stata il luogo di nascita di tre grandi tradizioni religiose: l'Induismo, il Buddismo e il Jainismo. La dottrina Jainista e la sua filosofia sono diventate una delle tradizioni spirituali essenziali per quella fertile terra di religiosità che è l’Asia del Sud. Il Jainismo è una delle più antiche Dottrine tutt'ora esistenti in India e nel mondo, antecedente alla storiografia scritta, come testimoniato anche nelle scritture Induiste. È un sistema filosofico originale, decisamente distinto e indipendente dagli altri sistemi filosofici indiani.
I Jaina credono nella reincarnazione, nella teoria del Karma, nell'inferno e nel paradiso come punizione o premio temporanei per le azioni commesse, nella Liberazione (“Nirvana” o “Moksha") dell'anima dalle miserie della vita terrena, della nascita e della morte, in modo simile alle credenze Induiste e Buddiste. Benché vi siano numerose somiglianze tra queste tre religioni dell'India, vi sono ampie parti dei sistemi filosofici e della fede che rimangono uniche e distinte per ciascuna religione. Ad esempio, per la filosofia Jainista, l'Universo, le sue entità, l'anima e la materia, sono eterne, senza inizio né fine. Dall'eternità, l'anima ignora la sua vera natura e rimane attratta e incatenata al Karma. A causa del Karma, l'anima migra da un ciclo di vita ad un altro.
Il Jainismo, inoltre, sostiene che il cammino verso la Liberazione possa avvenire in un unico modo, attraverso il distacco e l'autopurificazione. Fornisce una spiegazione logica delle nostre sofferenze sulla terra e illustra un sentiero razionale per superare e porre fine a questa sofferenza. Postula che la conoscenza della realtà e la realizzazione del proprio Sé portino l'anima alla Liberazione.
Nel sentiero jainista del progresso spirituale, l'intera verità non può essere osservata da un singolo punto di vista. Per capire la vera realtà del reale, è essenziale il raggiungimento della visione attraverso prospettive multiple di ciascuna entità, situazione o idea. Occorre effettuare uno sforzo per
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rimanere con mente aperta e per accogliere ogni aspetto positivo degli altri esseri viventi, delle altre religioni e delle altre filosofie. Questo concetto è chiamato “Anekantavada”, la dottrina della molteplicità dei punti di vista.
Fine ultimo del Jainismo è il raggiungimento della Liberazione dell'anima tramite la comprensione e la realizzazione. Ciò è possibile attraverso le supreme indicazioni della dottrina Jainista: la Nonviolenza universale (“Ahimsa”), l'amore e l'uguale dolcezza verso ogni creatura vivente, la riverenza verso qualsiasi forma di vita, il non attaccamento, la Dottrina del non assolutismo della conoscenza (“Anekantavada").
Queste indicazioni si traducono in una Dottrina di amore e di compassione non soltanto verso gli esseri umani ma anche verso tutte le altre forme di vita, senza distinzioni.
Il concetto di Dio
Il Jainismo è una dottrina propagata da individui umani autorealizzati che hanno raggiunto la conoscenza perfetta, l'onniscienza e l'auto-controllo unicamente attraverso i propri sforzi personali, e si sono così liberati dai legami dell'esistenza mortale e dal ciclo trasmigratorio di morti e rinascite.
Nei tempi antichi, il Jainismo era conosciuto con diversi nomi, tra cui "la tradizione Saman” (= "tradizione dei credenti nella non esistenza di Dio"), "la religione del Nirgrantha” (cioé della “persona completamente priva di attaccamenti”) o "la religione del Jaina” (cioé del “vittorioso spirituale”).
Un Jaina è colui che ha vinto, attraverso i propri sforzi personali, contro i nemici interiori, passioni terrene come il desiderio, l'odio, la rabbia, l'avarizia, l'orgoglio... Per definizione, un “Jina” è un essere umano come ciascuno di noi e non un essere immortale, soprannaturale o un'incarnazione di Dio. Ciò nonostante, nel Jainismo, sovente i “Jina” sono popolarmente riveriti come Dei.
Esiste un numero infinito di “Jina”. Tutte le anime hanno il potenziale per diventare un “Jina". Ma i "Jina” non sono Dei nel senso di "creatori dell'Universo”, bensì coloro che hanno raggiunto il fine ultimo della Liberazione attraverso la vera comprensione del proprio Sè e delle altre manifestazioni della realtà.
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Il concetto di Dio come creatore, protettore e distruttore dell'universo e delle vite che lo popolano non esiste nel Jainismo.
Anche il concetto della discesa di Dio in forma umana per contrastare il Male non esiste nel Jainismo.
In sostanza, il Jainismo non crede in un Dio creatore, ma questo non significa che il Jainismo sia una dottrina senza Dei. I Jaina credono in un infinito numero di “Jina” (Dei), esseri umani autorealizzati che hanno infine raggiunto la Liberazione dalla nascita, dalla morte e dalla sofferenza.
Quindi non è preciso sostenere che il Jainismo sia una Dottrina ateista in quanto senza Dei: ogni essere autorealizzato e liberato viene venerato e considerato quale un Dio.
La differenza fondamentale tra il Jainismo e le religioni monoteiste o pluriteiste è che qui non vi sono un Dio né più Dei creatori e sostentatori dell'universo: dunque solo in questo senso è appropriato sostenere che il Jainismo sia, quale è, una Dottrina spirituale ateista.
1“Jina" che hanno stabilito l'ordine religioso e reiterato la filosofia jainista in differenti epoche della storia dell'umanità sono conosciuti come “Tirthankara", che significa “costruttore del ponte” o “costruttore del guado”. Il Saggio asceta Rshabhadeva fu il primo Tirthankara e Mahavira fu l'ultimo Tirthankara della stirpe spirituale dei ventiquattro Tirthankara nell'epoca corrente.
I Fondatori
Approssimativamente 2600 anni fa il Signore Vardhamana Mahavira (599-527 a.C.), il ventiquattresimo e ultimo Tirthankara di questa era, interpretò la filosofia Jainista che era stata predicata precedentemente dal
Tirthankara suo predecessore Parshvanath (950-850 a.C. circa). Il Signore Mahavira diffuse il codice di comportamento e introdusse le osservanze quotidiane per i suoi seguaci. Senti che questi cambiamenti erano essenziali per un corretto avanzamento spirituale. Di conseguenza Mahavira, come altri Tirthankara, fu il riformatore di una Dottrina già esistente, non il fondatore di una nuova fede.
Le attuali scritture Jainiste sono state compilate grazie agli insegnamenti del Signore Mahavira. In sostanza, l'origine della filosofia Jainista
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si perde nella notte dei tempi ed è eterna; i Jaina credono che la filosofia contenuta negli insegnamenti dei ventiquattro Tirthankara sia basata su quella di ciascuno dei loro predecessori.
Dunque, ciascun Tirthankara reiterò la Dottrina jainista.
La Filosofia
L'essenza del Jainismo é cercare la vera natura della realtà. Il Tirthankara Mahavira spiegò che tutte le anime (uomini, animali e piante) sono uguali essendo potenzialmente dotate di infinita conoscenza, potere e beatitudine. Ma, dall'eternità, l'anima ignora la sua vera natura e, proprio a causa della sua ignoranza, rimane incatenata alle particelle karmiche della materia. È a causa del karma che l'anima migra da un ciclo di vita a un altro e soffre.
L'anima accumula continuamente karma quando nutre passioni come la cupidigia, l'ego, la lussuria, la rabbia... A causa di queste interazioni con il karma, l'anima cerca il piacere negli attaccamenti e nei possessi materiali. Questa è la causa profondamente radicata della cupidigia, delle azioni ingiuste, della rabbia, dell'odio, dei pensieri violenti e egocentrici; ciò produce ulteriore accumulo di karma.
Si può disgregare il karma accumulato e raggiungere la Liberazione seguendo il cammino della Retta Fede (Samyak-darshan), della Retta Conoscenza (Samyak-jnan) e della Retta Condotta (Samyak-charitra). Retta Conoscenza significa la giusta conoscenza della realtà, la quale include le sei sostanze universali (sei Dravya) e i nove principi fondamentali (nove Tattva). La sincera convinzione in questa Conoscenza è chiamata la Retta Fede e la Retta Conoscenza conduce alla Retta Condotta che include: Nonviolenza (Ahimsa), distacco, autopurificazione, compassione, austerità, penitenza, non-attaccamento, non-assolutismo e meditazione.
La realtà Jainista
Il Jainismo postula che l'Universo è senza inizio né fine, è dovunque, è eterno. Sei Entità fondamentali (conosciute come “Dravya”) costituiscono
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l'Universo. Sebbene tutte le sei Entità siano eterne, esse subiscono continui cambiamenti (conosciuti come “Paryaya"). In queste trasformazioni niente viene perso o distrutto. Il Signore Mahavira spiegò questo fenomeno nei suoi tre Pronunciamenti conosciuti come “Tripadi” e proclamò che l’Esistenza, o Realtà (anche conosciuta come “Sat), è una combinazione di: nascita (Utpada), distruzione (Vyaya), e permanenza (Dhrauya).
Nome Prakrito Utpada Vyaya Dhrauvya
Significato Nascita Distruzione Permanenza
Caratteristiche Modo (Paryay) Modo (Paryay) Sostanza (Dravya)
Come abbiamo detto, il Jainismo non crede nel concetto di un Dio creatore, protettore e distruttore dell'Universo, ma i concetti filosofici di Utpada, Vyaya, e Dhrauvya equivalgono al concetto di Trinità di quelle religioni che credono in Dio. Questo indica che il Jainismo non è in assoluto una religione ateistica; il Jainismo enfatizza la potenzialità di ciascuna anima di liberarsi dai karma accumulati per raggiungere la Liberazione tramite lo sforzo personale e non tramite la "grazia” concessa da un Essere Supremo.
LE SEI SOSTANZE UNIVERSALI O ENTITÀ (DRAVYAS)
Nome Prakrito 1 Jiva 2 Pudgal 3 Dharmastikay 4 Adharmastikay 5 Akasastikay 6 Kal o Samay
Nome Italiano Anima incarnata Materia Mezzo di moto Mezzo di stasi Spazio Tempo
Caratteristiche Sostanza vivente Sostanza non vivente Sostanza non vivente Sostanza non vivente Sostanza non vivente Sostanza non vivente
"Jiva”, l'anima incarnata in un corpo materiale, è la sola sostanza vivente; essa possiede la conoscenza. Simile all'energia, l'anima è invisibile. Esiste un numero infinito di anime nell'Universo. Nella sua forma pura (cioé un'anima senza attaccamento alle particelle del karma) ogni anima
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possiede conoscenza, visione e beatitudine infinite. Nella sua forma impura (cioé un'anima con attaccamento alle particelle del karma) ogni anima possiede conoscenza, visione e beatitudine limitate.
La materia è una sostanza non vivente e possiede caratteristiche come il tatto, il gusto, l'olfatto e il colore. Il karma è considerato materia nel Jainismo. Il karma è costituito da particelle estremamente piccole. Queste particelle non possono essere viste dall'occhio neppure utilizzando le più avanzate tecniche di microscopia attualmente a disposizione. L'intero Universo è pieno di queste particelle.
Il mezzo di moto aiuta l'anima e la materia a migrare da un posto all'altro nell'Universo. Il mezzo di stasi permette loro l'immobilità. Lo spazio è diviso in due parti: lo spazio che fornisce un posto ad ogni sostanza è chiamato Lokakasha, e lo spazio restante è chiamato Alokakasha, che è vuoto o nullo. Lokakasha è l'Universo e tutto ciò che contiene; al di fuori dell'Universo vi è Alokakasha.
Il tempo misura i cambiamenti dell'anima e della materia. La ruota del tempo gira incessantemente in modo circolare. Nel primo mezzo giro passa dallo stato discendente allo stato ascendente ("Utsarpini”): durante questo tempo aumentano l'umana prosperità, la felicità e la durata della vita. Nel secondo mezzo giro procede dallo stato ascendente allo stato discendente ("Avasarpini”) dove prosperità, felicità e durata della vita diminuiscono. Ogni mezzo giro è, a sua volta, suddiviso in sei zone conosciute come "le sei ere”.
La Teoria del Karma o “nove Tattva"
La dottrina del karma occupa una posizione di grande rilievo nella filosofia Jainista. Fornisce una spiegazione razionale e esauriente a fenomeni apparentemente non spiegabili, come la nascita e la morte, la felicità e la miseria, le differenze negli attaccamenti mentali e fisici e l'esistenza di differenti specie di esseri viventi. Spiega che il principio che governa la successione della vita è il karma. Il karma che lega le nostre anime non è dovuto soltanto alle azioni del nostro corpo, della nostra mente e della nostra parola, ma, sopra a ogni altra cosa, è dovuto alle nostre intenzioni.
Il Jainismo si sforza di realizzare la più alta perfezione dell'anima che,
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nella sua forma pura, è libera da tutti i dolori, da tutte le sofferenze e dal legame con il ciclo trasmigratorio della nascita e della morte.
I nove Tattva (o princìpi) sono il soggetto più importante della filosofia jainista. Essi sono legati alla teoria del karma, che fornisce le basi per il sentiero della Liberazione. Per il Jainismo, senza la corretta conoscenza di questi Tattva, una persona non può progredire spiritualmente.
I NOVE TATTVA (PRINCIPI) Nome Prakrito Significato 1 Jiva
Anima incarnata 2 Ajiva
Sostanze non viventi 3 Asrava
Causa dell'afflusso del karma 4 Bandha Legame del karma 5 Punya
Virtù 6 Papa 7 Samvara Arresto dell'afflusso del karma 8 Nirjara
Parziale esaurimento del karma accumulato 9 Moksha
Totale liberazione dal karma
Peccato
I primi due Tattva, Jiva e Ajiva, comprendono la realtà fisica dell'Universo. Il Tattva Jiva si riferisce all'anima, il tattva Ajiva raggruppa il karma e la materia karmica. I rimanenti sette Tattva spiegano la relazione tra anima e karma.
L'ignoranza di una persona (Mithyatva), la mancanza di ritegno (Avirati), la non consapevolezza (Pramada) e le passioni (Kasaya) come la rabbia, la presunzione, l'inganno e la lussuria, sono le cause prime dell'afflusso del karma. Nel loro insieme, queste cause sono chiamate Asrava.
Quando il karma si attacca all'anima (Bandha = legame), oscura la natura essenziale dell'anima, annulla cioé l'infinita conoscenza, l'infinita visione, l'infinito potere, la totale beatitudine, l'esistenza eterna, la forma non corporea e l'equanimità. La durata, l'intensità e la quantità di karma sono determinate dal tempo di durata dell'accumulo stesso.
Qualsiasi azione produce accumulo di karma. Il karma dovuto ad attività pie (carità, fornire riparo ai bisognosi, onestà, pensieri puri, ecc.) è chiamato Punya, o virtù. Viceversa, l'accumulo di karma dovuto ad attività malvagie (violenza, ladrocinio, incontinenza sessuale - per il monaco - 0
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infedeltà coniugale - per il laico -, rabbia, attaccamento a cose materiali, ecc.) è chiamato Papa, o peccato. Nel futuro, il modo in cui l'anima subirà piaceri o pene (cioé premi o punizioni) sarà la manifestazione concreta dei karma fausti o infausti, Punya o Papa, accumulati in precedenza.
Il Samvara, o arresto del nuovo karma, viene raggiunto tramite la Retta Fede, l'osservanza dei voti, l'auto-consapevolezza e il controllo delle passioni. La letteratura jainista spiega cinquantasette diverse modalità pratiche tramite cui una persona può arrestare l'afflusso di karma.
Modi diversi
Nome Prakrito Samitis Guptis Yati Dharma Bhavna Parishaha Charitra
Significato Attenzione Autocontrollo Virtù religiose Riflessione Sottomissione alla sofferenza Condotta
o döwas
Il Nirjara, o processo di rimozione del karma accumulato, si ottiene tramite una penitenza rigorosa (digiuno, rinuncia a cibi saporiti, ecc.) e l'austerità (pentimento, servizio agli altri senza tenere in conto i propri desideri, studio delle Scritture religiose e meditazione). Il Nirjara rimuove il vecchio karma prima che se ne manifestino gli effetti. La rimozione di tutto il karma accumulato in passato è chiamata Moksha e, come risultato, conduce l'anima al raggiungimento della sua natura pura di totale beatitudine; ciò che è anche conosciuto come Liberazione.
Codice Etico
Gli ideali supremi della religione jainista sono: la Nonviolenza (Ahimsa), l'uguale gentilezza e la riverenza verso ogni forma di vita, il non attaccamento e il non assolutismo (Anekantavada) nei discorsi, nei pensieri e nelle azioni. Soprattutto, il Jainismo è una dottrina di amore e di compassione per tutti gli esseri viventi. Nel cuore della Retta Condotta, per i Jaina, vi sono i seguenti cinque voti:
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Nome Prakrito Nome Italiano
Ahimsa
Satya
Asteya
Brahmacharya
Aparigraha
Nonviolenza/Compassione
Onestà
Non-rubare
Castità (o fedeltà coniugale)
Non-possessività/ Non-attaccamento
Significato
Non causare danno a nessun essere vivente Dire innocuamente solo la verità
Non prendere niente che non venga donato
in maniera e in modo corretto
Non indulgere nel piacere sessuale Completo distacco dalle persone, dai luoghi e dagli oggetti materiali
Questi voti non possono essere pienamente vissuti senza l'accettazione della filosofia del non assolutismo (Anekantavada) e della teoria della relatività della conoscenza (Syadvada). Questi concetti sono fondamentali per comprendere la vera natura dell'Universo, della vita e della realtà. Monaci e monache dovrebbero praticare questi voti con la massima osservanza, mentre i laici dovrebbero seguire i voti per quanto possibile rispetto ai loro stili di vita e alle loro capacità.
Ahimsa (Compassione, Nonviolenza)
Il pilastro su cui poggia il Jainismo è "Ahimsa Parmo Dharma”.
Da un punto di vista etico, "Dharma" significa dovere; quindi il significato è: "La Compassione è il dovere supremo di ogni essere vivente". Da un punto di vista religioso, "Dharma" significa la vera natura di una sostanza; quindi il significato è anche: "La Compassione è la vera natura di ogni essere vivente". Anche il detto jainista "Parasparopagraho jivanam" significa: "Compito delle creature viventi è servirsi l'un l'altra".
L'Ahimsa è il principio che i Jaina insegnano e cercano di praticare non solo nei confronti degli esseri umani ma anche verso tutta la natura. Le Scritture ci dicono: "Non ferire, abusare, opprimere, schiavizzare, insultare, tormentare, torturare o uccidere nessun essere vivente, incluse le piante e tutti i vegetali".
L'insegnamento dell'Ahimsa si riferisce non solo all'evitare le guerre e gli atti fisici di violenza ma anche all'evitare la violenza nei cuori e nelle
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menti degli esseri viventi. Ahimsa significa, inoltre, interessamento e compassione attiva verso i propri simili e le altre creature viventi. Gli antichi testi jainisti spiegano che l'intenzione di danneggiare e l'assenza di Compassione è ciò che rende violente le azioni.
L'Ahimsa possiede anche un significato più profondo nel contesto dell'avanzamento spirituale di ogni individuo.
La violenza rivolta verso gli altri in ogni forma, tramite il nostro corpo, la mente o le parole, porta all'acquisizione di nuovo karma, il quale ostacola il progresso spirituale dell'anima. In altre parole, la violenza verso gli altri è violenza verso la propria anima perché impedisce il progresso spirituale. Il sentiero della Nonviolenza porta al progresso spirituale di una persona e alla liberazione dal karma.
Ahimsa significa condivisione e cura di tutti gli esseri viventi attraverso atti concreti come soccorrerli, proteggerli e servirli. Implica l'amicizia universale (maitri), il perdono universale (kshama) e la non-paura universale (abhaya).
Anekantavada (Dottrina della molteplicità dei punti di vista)
Il concetto dell'interdipendenza universale è il fondamento della teoria jainista della conoscenza, chiamato Anekantavada o "dottrina dei molti aspetti". In questo Universo in continuo mutamento esiste un infinito numero di punti di vista. Questi punti di vista dipendono dal tempo, dal luogo, dalle circostanze e dalla natura dei singoli individui.
Anekantavada significa accettazione di tutti i punti di vista positivi nella natura. Ciò è anche conosciuto come "Teoria del Non assolutismo".
Questo porta alla dottrina del Syadvada o "relatività della conoscenza" che stabilisce che l'espressione della verità è relativa rispetto ai differenti punti di vista (chiamati "nayas"). Ciò che da un punto di vista è vero, è invece discutibile da un altro punto di vista.
La verità assoluta non può essere raggiunta da un solo particolare punto di vista. La verità assoluta è la somma totale delle verità individuali dai differenti punti di vista, anche se gli stessi sembrano in contraddizione tra di loro. Una semplice spiegazione di questi concetti è rappresentata dal racconto dell'elefante e dei non vedenti:
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C'era una volta un villaggio dove vivevano sei uomini non vedenti. Un giorno uno degli abitanti del villaggio disse loro: "Oggi è arrivato un elefante nel villaggio!". Essi non avevano
idea di che cosa fosse un elefante e che for
ma mai avesse; decisero così che, benchè non fossero in grado di vederlo, avrebbero potuto comunque capire come fos
se l'elefante. Andarono dove si trovava l'elefante e ciascuno iniziò a toccarlo. "Hey, l'elefante è una colonna" disse il primo uomo che toccò una delle gambe. "Oh, no! È come una fune" disse il secondo che stava toccando la coda. "Oh, no! É come un ra
mo di un albero" disse il terzo che
stava toccando la proboscide. "L'elefante è come un grosso ventaglio” disse il quarto che stava toccando l'orecchio. "È come un grosso muro" disse il quinto che stava toccando il ventre dell'elefante. "È come un solido tubo" disse il sesto che stava toccando una zanna. I sei non vedenti iniziarono a litigare riguardo alla forma dell'elefante e ciascuno sosteneva di avere ragione. Diventavano sempre più agitati e la tensione fra i sei aumentava. Un uomo saggio passava di lì per caso e li vide. Si fermò e chiese loro: “Qual è il problema?". Risposero: "Non siamo d'accordo sulla forma dell'elefante". Ciascuno raccontò la propria versione. Il saggio uomo, con calma, spiegò loro: "Ciascuno di voi ha ragione. Il motivo delle differenze è dato dal fatto che ciascuno di voi ha toccato una parte diversa dell'elefante. Infatti l'elefante possiede tutte le caratteristiche che avete descritto”. “Oh!!..."esclamarono tutti. Da allora, non vi furono più litigi. Erano tutti contenti di avere ciascuno la propria parte di ragione.
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11. JAINISMO - PARTE PRIMA
Poiché affonda le sue radici nelle Dottrine dell'Anekantavada e del Syadvada, il Jainismo non guarda l'Universo da un punto di vista antropocentrico, etnocentrico o egocentrico. Tiene in considerazione tutti i punti di vista positivi degli altri esseri viventi, delle altre comunità, delle altre religioni e filosofie, e delle altre nazioni. Una conoscenza approfondita e l'attuazione dell'Anekantavada e del Syadvada fornisce grande intuizione e grande comprensione dei problemi delle interazioni umane che causano conflitti, dolore, invidia e odio. Similmente, è altamente applicabile nella comprensione dei problemi sociali e dei conflitti nazionali. Aspetto ancora più importante, queste Dottrine indicano la via per risolvere le differenze e i conflitti globali. La dottrina dell'Anekantavada porta i Jaina a relazionarsi pacificamente anche con le persone che compiono, per lavoro o divertimento, le azioni ritenute peggiori. Nei libri per l'istruzione dei bambini Jaina queste attività sono spesso rappresentate con la figura del macellaio (per quanto riguarda le attività lavorative) e del cacciatore (per quanto riguarda le attività ludiche). Anche con queste persone i Jaina arrivano a "concordare di dissentire”.
Non Possesso e Non attaccamento
Gli asceti Jaina non possiedono nulla. Prendendo esempio da ciò, predica il Jainismo, anche i Jaina laici dovrebbero minimizzare il loro accumulo di possedimenti e di piaceri per fini personali. Offrire generosamente donazioni caritatevoli e mettere a disposizione il proprio tempo per i progetti della comunità, costituiscono pratiche comuni del laico Jaina.
Questo senso di responsabilità sociale coltivato insieme agli insegnamenti religiosi ha portato i Jaina a costruire e mantenere innumerevoli scuole, colleges, ospedali, cliniche, orfanotrofi, case di riposo e di riabilitazione per i portatori di handicap, gli anziani, i malati o le persone svantaggiate, così come ricoveri per uccelli e animali bisognosi (“panjarpol”), e centri veterinari. Le voglie devono essere ridotte, i desideri frenati e i livelli di consumo mantenuti entro limiti ragionevoli. Usare risorse in misura superiore alle proprie necessità o abusare in qualsiasi modo della natura sono considerati una forma di furto. La fede jainista è pienamente calata nell'attualità e, recentemente, Centri jainisti di Studio hanno dichiarato, in maniera inequivocabile, che causare inquinamento è un atto di violenza (Himsa).
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L'ANTICA DOTTRINA DELLA NONVIOLENZA, DELLA COMPASSIONE E DELL'ECOLOGIA
Rilevanza nei tempi moderni
I princìpi del Jainismo, se compresi correttamente nella loro prospettiva e se accettati fedelmente, hanno grande rilevanza nei tempi moderni. Stabiliscono amicizia e pace universale tramite la Dottrina della Nonviolenza. Riconciliano le diverse fedi religiose, i diversi partiti politici, le fazioni di comunità e razze diverse, tramite le filosofie del non-assolutismo e del relativismo. Promuovono la conservazione ecologica tramite i valori dell'autolimitazione, di uno stile di vita austero e del non possedimento.
Questi principi possono portare contentezza, profonda felicità e gioia nella vita presente attraverso uno sviluppo spirituale basato sulla libertà dalle passioni. Tutto questo innalza l'anima a un livello spirituale più elevato, arrivando come meta all'illuminazione perfetta, raggiungendo la propria destinazione finale di beatitudine eterna e mettendo fine a tutti i cicli di nascita e morte.
La sacra morte (Sallekhana)
Il Jainismo crede che una persona debba incontrare la morte in uno stato di completa calma e consapevolezza. Di conseguenza è consentito che una persona molto avanzata spiritualmente termini gradualmente la propria vita tramite alcune pratiche comprendenti il protrarsi del digiuno, ma solo in determinate e specifiche circostanze e sotto la supervisione di un asceta. Tutto questo è approvato esclusivamente quando l'individuo senta fortemente di non poter più progredire spiritualmente a causa di gravi motivi di salute. Il Jainismo è contrario al suicidio, al suicidio assistito e alla soppressione eutanasica.
Seguaci e correnti maggiori
Mahavira attirava persone provenienti da tutti gli stili di vita: ricchi e poveri, re e gente comune, uomini e donne, prìncipi e preti, toccabili e intoccabili. Mahavira proclamava che in materia di avanzamento spirituale, uomini e donne sono uguali. Molte donne seguirono il sentiero di Mahavi
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ra e rinunciarono al mondo in cerca della verità e della felicità ultime. Il contributo più significativo del Jainismo nell'ambito sociale fu l'instaurazione della uguaglianza sociale tra le quattro caste (Brahman, Kshatriya, Vaishya e Shudra) includendo gli intoccabili, prevalenti per numero nella società. Dunque Mahavira eliminò il concetto per cui la donna veniva considerata un essere inferiore all'uomo, e proclamò la piena parità fra i due sessi. Attualmente, all'interno del Jainismo, vi è una larga maggioranza di monache, le quali, generalmente, sono insegnanti.
Mahavira organizzò i suoi seguaci in un ordine a quattro divisioni: monaci (Sadhu), monache (Sadhvi), laici (Shravak) e laiche (Shravika). Questo ordine è noto come "Jaina Sangh".
Qualche secolo dopo il Nirvana di Mahavira, l'ordine religioso jainista divenne sempre più complesso. A un certo punto, si formarono due correnti principali. Nella corrente Digambara (= vestiti di cielo), i monaci non indossano vestiti, mentre nella corrente Svetambara i monaci indossano bianche vesti.
Le visioni fondamentali riguardo l'etica e la filosofia sono identiche in entrambi i gruppi. Ogni corrente maggiore ha diverse sotto-correnti, ad esempio quelle che enfatizzano la venerazione dei simboli immagine dei Jina (Murtipujak) e quelle che enfatizzano la meditazione e le pratiche autodidatte (Non-murtipujak). Più tardi, alcuni seguaci hanno introdotto complessità ritualistiche che arrivano a venerare il Signore Mahavira e gli altri Tirthankara in maniera molto simile alla venerazione delle divinità praticata all'interno della religione Induista.
Le Scritture Jainiste
Gli insegnamenti del Signore Mahavira sono stati raccolti oralmente in molti testi (Scritture) dai suoi discepoli. Queste Scritture sono conosciute come Jaina Agam o Agam Sutra.
Gli Agam Sutra insegnano la massima riverenza verso tutte le forme di vita, impartiscono stretti codici di vegetarismo, ascetismo, compassione, Nonviolenza, opposizione alla guerra. Un tempo, le Scritture non erano documentate in nessuna forma ma erano memorizzate dagli asceti e passate attraverso la tradizione orale alle generazione future di asceti.
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I Sutra tramandati oralmente sono stati divisi in du
ori. TO
Sutra Ang Agam
Consistono in dodici testi che sono stati originariamente compilati dai discepoli diretti del Signore Mahavira, chiamati Ganadhara (“guide spirituali”), coloro che possiedono l'assoluta conoscenza dell'anima, kevalajnan. Il dodicesimo testo è chiamato Drstiwad e include quattordici Purva.
Sutra Angbayha Agam
Consistono in quattordici testi secondo la dottrina dei Digambara, trentaquattro testi secondo la dottrina degli Svetambara Murtipujak, o ventuno testi secondo le dottrine degli Sthanakvasi (sotto-corrente degli Svetambara) e dei Terapanthi (sotto-corrente dei Digambara). Sono stati originariamente compilati dai monaci Shrut Kevali, che avevano ottenuto la conoscenza totale dell'anima dallo studio dei dodici Ang Agam.
I Sutra Ang Agam contengono i diretti insegnamenti del Signore Mahavira. Sono stati compilati immediatamente dopo il Nirvana (Liberazione) del Signore Mahavira.
I Sutra Agbayha Agam forniscono ulteriori spiegazioni degli Ang Agam e sono stati compilati circa centocinquanta anni dopo il Nirvana (Liberazione) del Signore Mahavira.
Nel corso del tempo, molti dei Sutra Agam vennero dimenticati, alcuni vennero modificati e nuovi Sutra vennero aggiunti. Circa mille anni dopo il Nirvana del Signore Mahavira, i Sutra Agam memorizzati vennero trascritti su carta (Tadpatris) ricavata dalla lavorazione di alcune specie di fronde. A quel tempo il Drstiwad, il dodicesimo testo Ang Agam, venne perso poiché nessun monaco aveva memoria di questo Agam.
I Jaina Svetambara hanno accettato i Sutra Agam registrati (undici Ang Agam e tutti i Sutra Angbayha) come una autentica versione degli insegnamenti del Signore Mahavira, mentre i Jaina Digambara no. Questi ultimi hanno concluso che, a distanza di mille anni, nessun monaco potesse ricordare i veri e originali Sutra Agam (che includono tutti i Sutra Ang e Angbayha Agam). In assenza degli autentici Sutra Agam, i Digambara seguono il Shatkhand Agam e il Kasay Pahud come loro testi principali e quattro Anuyog (che includono circa venti testi) scritti dagli asceti dal 100
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al 900 d.C. come loro basi per seguire e praticare la dottrina jainista. In effetti, proprio nell'epoca compresa tra il 100 e il 900 d.C., vennero compilate numerose scritture sia dalle comunità di Digambara che dalle comunità di Svetambara. Solo all'inizio del 1970, i Jaina decisero di redigere un testo comune ed unanime per la divulgazione, nel mondo, della loro Dottrina: per la realizzazione di quest'opera unitaria vennero riuniti in assemblea tutti i monaci rappresentanti delle diverse Scuole e sotto-correnti.
Sri Acharya Vinobaji, studioso indiano di Religioni e discepolo del Mahatma Gandhi, insieme ad alcuni collaboratori, studiò le raccolte delle scritture jainiste e stese una prima versione dell'Essenza del Jainismo, sulla base della quale l'assemblea elaborò all'unanimità la versione definitiva del "SAMAN SUTTAM" (= il libro dei credenti nella non esistenza di Dio), suddivisa in versetti (756) sul modello del "Dhammapada".
Nel 1975 venne data alle stampe la versione in prakrito con la traslitterazione in caratteri latini: per la prima volta veniva pubblicato un lavoro unanime, che, finalmente, avrebbe potuto divulgare l'Essenza del Jainismo in tutto il mondo.
Nel 1993 venne pubblicata, in India e negli Stati Uniti, la prima versione tradotta in inglese.
Nel 2001 è stata pubblicata, per la prima volta in Italia, la traduzione in "SAMMAN SUTTAM, il Canone del Jainismo, la più antica Dottrina della Nonviolenza", Mondadori Editore.
Pratiche Spirituali e Feste Religiose
Le pratiche spirituali e le feste religiose vengono osservate celebrando le vite dei Tirthankara (Jina), recitando i sacri testi, tenendo discorsi religiosi, facendo voto di controllare i sensi e realizzando atti di compassione.
Le Feste annuali vengono osservate basandosi sul calendario lunare (354 giorni in un anno). Le più importanti feste religiose sono:
•
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Mahavir Jayanti (Janma Kalyanak): la celebrazione della nascita del Signore Mahavira in Aprile.
Paryushan: una celebrazione di otto giorni della corrente degli Svetambara in Agosto-Settembre.
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Das Lakshan: una celebrazione di dieci giorni della corrente dei Digambara in Agosto Settembre.
Entrambe le celebrazioni Paryushan e Das Lakshan si concludono con un periodo di autoriflessione, offrendo il perdono agli altri e richiedendo il perdono degli altri per ogni pena che può essere stata causata volontariamente o involontariamente.
Il Jainismo mantiene lo svolgimento di sei osservanze giornaliere essenziali per i suoi seguaci:
LE SEI OSSERVANZE ESSENZIALI DELLA TRADIZIONE SVETAMBARA
Samayika ► Chauvisattho
Vandana Pratikraman
Rimanere calmi e indisturbati per 48 minuti. Pregare e apprezzare le qualità dei 24 Tirthankara. Devozione e servizio agli asceti. Pentirsi, rimproverarsi e riflettere sui pensieri e azioni sbagliate commesse. Non-attaccamento al corpo. Prendere voti religiosi riducendo per qualche tempo alcune attività per disciplinare se stessi.
► Kayotsarg
Pratyakhan o Pachchhakhan
LE SEI OSSERVANZE ESSENZIALI DELLA TRADIZIONE DIGAMBARA
Devapuja ► Gurupasti
Swadhyay Sayam Tap Dana
Preghiera ai Tirthankara Devozione e servizio agli asceti Studio delle scritture Autolimitazione Penitenza
Carità
Inoltre, alcuni Jaina osservano pratiche che implicano speciali rituali, restrizioni alimentari e digiuno per sviluppare l'autocontrollo e il distacco dalle cose terrene.
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I Templi Jainisti
Più dell'80% dei Jaina di entrambe le correnti Svetambara e Digambara crede nella venerazione delle immagini dei Tirthankara nei templi. Principalmente esistono due tipologie di immagini di Tirthankara nei templi Jaina. Le immagini meditative (nelle quali gli occhi sono raffigurati semichiusi), adottate dalla corrente Digambara e le immagini di preghiera (nelle quali gli occhi sono raffigurati aperti), adottate dalla corrente Svetambara. Gli Svetambara, inoltre, decorano lussuosamente le immagini dei Tirthankara. Ciò a ricordare che i Tirthankara furono, durante la prima parte della loro vita terrena, re che possedevano immense ricchezze, e che, tuttavia, non trovarono la felicità in tutti quei beni materiali. Essi, infatti, rinunciarono a tutte le loro ricchezze e presero i voti di completo non possesso. Sia i templi Jaina Digambara che i templi Jaina Svetambara sono famosi per l'inestimabile e complessa arte e la loro elaborata architettura.
La Simbologia Jainista
Tutta la simbologia Jainista consiste: nella luna piena, nei tre punti, nella Svastica (antichissimo simbolo solare; dal sanscrito = salute, prosperità) o Om, nel palmo di una mano con al centro la ruota (Chakra), e nella figura di contorno che racchiude tutti questi simboli.
Nel Jainismo, ogni simbolo individuale viene usato anche separatamente.
I tre punti rappresentano il sentiero Jainista della Liberazione (la trinità jainista): Retta Fede (Samyak Darshan), Retta Conoscenza (Samyak Jnana) e Retta Condotta (Samyak Charitra), che, insieme, conducono alla Liberazione.
Questi punti rappresentano inoltre i tre mondi inferno, paradiso e terra. Tutte le anime non liberate nascono, vivono, muoiono e soffrono in questi tre mondi. La luna piena rappresenta la regione
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conosciuta come Moksha. Questa regione si trova oltre i tre mondi ed è il luogo permanente dove risiedono le anime liberate. Nel Jainismo, la Svastica è un simbolo sacro. I quattro raggi della Svastica rappresentano le quattro forme dell'esistenza delle anime non liberate. Queste quattro forme sono: vita nel paradiso, vita umana sulla terra, vita degli esseri “tiryanch” (animali, uccelli, piante, ecc.) e vita nell'inferno. Ci ricorda che le anime non liberate sono sottoposte a un continuo ciclo di nascita, sofferenza e morte in tutte queste quattro forme. Infatti, anche le creature rinate in sembianze di esseri celesti o di esseri infernali, rinasceranno nuovamente per proseguire il loro ciclo trasmigratorio.
Ogni vivente dovrebbe seguire la pura dottrina della Nonviolenza, del distacco e della Compassione per essere finalmente liberato dalla sofferenza delle rinascite.
La parola sanscrita Om (o Aum) è formata da cinque lettere e ogni lettera corrisponde a un suono: a, a, aa, u, m: • la prima lettera “a” rappresenta gli Arihant (esseri umani che hanno rea
lizzato la vera natura della realtà e vinto contro le passioni terrene); la seconda “a” rappresenta gli Ashariry (Ashariry significa “liberato dal
corpo”, “anima liberata”, “essere perfetto”); • le terze lettere "aa” rappresentano gli Acharya (gli Asceti, Guide Spiri
tuali delle congregazioni); • la quarta lettera “u” rappresenta gli Upadhyaya (gli Asceti insegnanti); • la quinta lettera “m” rappresenta i Muni (o Sadhu, i monaci che pratica
no i principi del Jainismo).
Di conseguenza l'Om (o Aum) rappresenta il saluto alle cinque personalità riverite nella dottrina jainista. L'Om è dunque ritenuto la forma schematica del Mantra Namokar (il principale mantra Jainista).
Il palmo della mano simboleggia l'affermazione: "Non avere paura", rivolta agli esseri viventi, sofferenti a causa del legame karmico, affinché non si scoraggino, ma proseguano saldamente sul cammino verso la Liberazione. La ruota del dharma (Chakra) con i ventiquattro raggi rappresenta la Dottrina insegnata dai ventiquattro Tirthankara consistente in: Nonviolenza (Ahimsa), Compassione, Anekantavada e le altre virtù.
La figura di contorno ricorda un essere umano stilizzato (con le gambe divaricate e le braccia sui fianchi). Rappresenta la descrizione jainista della forma dell'Universo. Il testo sotto il simbolo è “Parasparopagraho Jiva
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nam" che tradotto significa: "Scopo degli esseri viventi è servirsi l'un l'altro". Il simbolo nel suo insieme rappresenta la credenza che gli esseri viventi di tutti e tre i mondi (paradiso, inferno e terra) soffrono per le miserie dell'esistenza trasmigratoria. Essi possono seguire il sentiero della Dottrina, costituito da Retta Fede, Retta Conoscenza e Retta Condotta, indicato dai Tirthankara.
Impegnarsi nel perseguire questo insegnamento è estremamente auspicale per se stessi, minimizza la sofferenza per gli altri e aiuta a ottenere la perfezione, grazie alla quale si vivrà per sempre nel mondo degli Esseri Liberati.
I saluti
Il saluto usuale è Jai Jinendra che significa Onore al Supremo Jina. Michhami Dukkadam è la richiesta del perdono usualmente proferita dopo aver svolto il rituale annuale del perdono e del pentimento, chiamato Samavantsari pratikramana.
La Preghiera Jainista
La sacra preghiera per eccellenza è il Namaskar o Namokar Mantra, attraverso la quale viene rivolto omaggio alle cinque onorevoli personalità: gli Arihanta (esseri umani illuminati), i Siddha (le Anime Liberate), gli Acharya (le Guide Spirituali delle congregazioni dei Jaina), gli Upadhyaya (gli Asceti insegnanti) e i Sadhu (tutti gli Asceti):
Namo Arihantanam
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Namo Siddhanam
Namo Airiyanam Namo Uvajjhayanam Namo Loe Sava Sahunam
Eso Panch Namokaro Savva Pava Panasano Mangala Nancha Savvesim Padhamam Havai Mangalam
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Namo Arihantanam Mi inchino agli Arihanta (Tirthankara), che hanno raggiunto l'illuminazione attraverso la vittoria contro le debolezze interiori, che hanno ottenuto l'infinita conoscenza, l'infinita visione, l'infinita beatitudine, l'infinito potere, ed hanno mostrato la via che porta alla Liberazione dal ciclo di nascite, morti e sofferenze.
Namo Siddhanam Mi inchino ai Siddha, Anime Liberate, che hanno ottenuto lo stato di perfezione e immortalità attraverso la Liberazione di se stessi da tutti i karma.
Namo Airiyanam Mi inchino agli Acharya, che sono al vertice delle congregazioni dei Jaina, e che predicano i principi della religione e mostrano la via della Liberazione, che consiste nell'unione di Retta Fede, Retta Conoscenza e Retta Condotta.
Namo Uvajjhayanam Mi inchino agli Upadhyaya che sono gli Asceti insegnanti. Essi spiegano le Scritture jainiste e ci mostrano l'importanza di condurre una vita spirituale rispetto alla vita materiale.
Namo Loe Savva Sahunam Mi inchino a tutti gli Asceti, che seguono strettamente i cinque grandi voti di condotta e ci ispirano a vivere una vita semplice.
Eso Panch Namokaro Offro le mie lodi a questi cinque tipi di grandi anime.
Savva Pava Panasano Questa quintupla lode aiuterà a diminuire le mie vibrazioni negative e i miei peccati.
Mangala namcha Savvesim Padhamam Havai Mangalam Recitare questa preghiera è di grande auspicio per tutte le benedizioni.
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I Sutra del Perdono e dell'Amicizia Universale
I Jaina recitano i seguenti Sutra per la confessione dei loro peccati, domandando il perdono degli altri e auspicando la pace nell'intero Universo per tutti gli esseri viventi.
Khamemi Savve Jiva Sutra: Khamemi Savve Jiva, Savve Jiva Khamantu Me, Metti Me Savve Bhuyesu, Veram Majham Na Kenai.
lo domando perdono a tutti gli esseri viventi, possano tutti gli esseri viventi perdonarmi. La mia amicizia è verso tutti gli esseri viventi, non nutro inimicizia verso nessun essere vivente.
Jam Jam Manen Baddham Sutra: Jam Jam Manen Baddham, Jam Jam Vayen Bhasiyam Pavam, Jam Jam Kayen Kayam, Tass Michami Dukkaram.
Qualunque torto io abbia commesso attraverso il pensiero Qualunque torto io abbia commesso attraverso la parola Qualunque torto io abbia commesso attraverso l'azione, io chiedo perdono.
Khamiya Khama Via Sutra: Khamiya Khama Via, Mai Khamaha Savva Jiva Ni Kaya Siddha Sakha Aloyena, Mujja Vaira Na Bhava
Io perdono tutte le anime, possano tutte le anime perdonarmi. Possano le anime perfette testimoniare che io sinceramente non conservo animosità verso nessun essere vivente.
Shivmastu Sarva Jagatah Sutra: Shivmastu Sarva Jagatah, Par-hit-nirata bhavantu bhutaganah, Doshah Prayantu Nasham, Sarvatra Sukhi bhavantu lokah
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Possa l'intero Cosmo essere benedetto,
Possa ogni essere vivente impegnarsi per il benessere di ogni altro, Possa ogni debolezza, ogni malattia e ogni colpa diminuire e svanire, Possa ciascuno e dovunque avere salute, prosperità,
benedizione e pace.
Upsargah Kshayam Yanti Sutra:
Upsargah Kshayam yanti, Chhidhynte Vighna-vallayah, Manah prasann tameti, Pujya mahne jineshware
Tutti i problemi risolti,
tutti gli ostacoli rimossi,
il cuore diventa pieno di gioia,
per chi entra in contatto con il più profondo Sé interiore.
La vita del Signore Mahavira
Mahavira era un principe il cui nome nell'infanzia era Vardhamana. Essendo figlio di un re, beneficiava di molti piaceri terreni, agiatezze e qualsiasi servizio ad ogni suo comando. Tuttavia, all'età di trent'anni, egli lasciò la sua famiglia e la casa reale, donò tutti i suoi possedimenti terreni, e divenne un monaco per meditare sul come eliminare le pene, i dispiaceri e le sofferenze da questa vita. Mahavira trascorse i seguenti ventuno anni in silenzio e profonda meditazione per vincere contro i suoi desideri, i suoi sentimenti e i suoi attaccamenti. Evitò con attenzione di fare del male ad altri esseri viventi includendo animali, uccelli, insetti e piante. Restò anche senza cibo per lunghi periodi di tempo. Rimase calmo e in pace anche contro intollerabili avversità. Durante questo periodo, la sua spiritualità si sviluppò pienamente ed egli realizzò la perfetta percezione, la perfetta conoscenza, il perfetto potere e la totale beatitudine. Questa realizzazione è conosciuta come Kevala-jnan o la perfetta illuminazione.
Mahavira trascorse i successivi trenta anni viaggiando a piedi nudi attraverso l'India insegnando la verità eterna che aveva realizzato. L'obiettivo ultimo dei suoi insegnamenti indica il modo in cui una per
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sona può raggiungere la totale libertà dal ciclo della nascita, della vita, del dolore, della miseria e della morte e raggiungere lo stato di beatitudine permanente del proprio Sé. Ciò è conosciuto come Liberazione, Nirvana, libertà assoluta o Moksha.
All'età di settantadue anni (527 a.C.), il Signore Mahavira raggiunse il Nirvana: la sua anima purificata lasciò il suo corpo per raggiungere la completa liberazione. Divenne un Siddha, cioé consapevolezza pura, Anima Liberata, vivendo per sempre in uno stato di completa beatitudine. Nella notte del suo Nirvana, i Jaina celebrano il “Festival delle Luci” (Dipavali) in suo onore. Questo è l'ultimo giorno dell'anno del calendario jainista.
Spunti significativi dagli insegnamenti del Signore Mahavira
Mahavira ha reso la Dottrina semplice e naturale, libera da elaborati rituali. I suoi insegnamenti riflettono la bellezza interna e l'armonia dell'anima. Mahavira insegnò l'idea dell'importanza della vita umana e insistette riguardo alla necessità di un atteggiamento positivo verso la vita.
Il messaggio di Mahavira di Nonviolenza (Ahimsa), verità (Satya), non-rubare (Achaurya), celibato (Brahma-charya), e non-possesso (Aparigraha) è ricco di Compassione universale. Mahavira ha detto: "Un corpo vivente non è soltanto un insieme di membra e carne, ma è innanzitutto la dimora dell'anima che potenzialmente possiede percezione infinita (Anant-darshana), conoscenza infinita (Anant-jnana), potere infinito (Anant-virya) e infinita beatitudine (Anant-sukha)”. Il messaggio di Mahavira riflette la libertà e la gioia spirituale di ogni essere vivente. Mahavira enfatizzò il concetto che tutte le creature viventi, indipendentemente da sesso, specie, razza, casta, forma, fisionomia, e dal loro sviluppo spirituale, sono uguali e noi dobbiamo amarle e rispettarle. In questo modo, Egli predicò realmente l'amore universale. Mahavira insegnò che la vera natura della realtà è senza tempo, senza né inizio né fine e rifiutò il concetto di un Dio creatore, protettore, distruttore dell'universo. Egli inoltre insegnò che l'adorazione di Dei o Dee paradisiaci finalizzata all'ottenimento di benefici materiali o spirituali è una pratica estranea al sentiero della Liberazione, che può essere percorso con successo solo grazie al proprio impegno e ai propri sforzi personali.
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Introduzione di Claudia Pastorino
Per "vegan" (moderna terminologia anglosassone, anche nota in Italia come “vegetalismo") si intende un modo di vita nonviolento che esclude il consumo e l'utilizzo di alimenti e prodotti derivanti non solo dall'uccisione ma anche dalla sofferenza e dallo sfruttamento degli animali.
La tradizione religiosa orientale offre un'ampia testimonianza circa l'importanza della scelta vegetariana quale primo gradino indispensabile per il miglioramento spirituale e per l'attuazione della nonviolenza pratica già a partire dai più basilari atti quotidiani.
Maria Luisa Tornotti, nel suo “La nonviolenza nella cultura indiana dai Veda a Gandhi" afferma che "il Giainismo rappresenta il massimo tentativo che sia mai stato messo in atto per ridurre o annullare la violenza".
Da quando l'uomo ha industrializzato la sofferenza con la creazione degli allevamenti intensivi di animali per la produzione di carne, pesce, latte e uova, i Jaina si sono spinti ancora oltre, compiendo un passo deciso direzione di una nonviolenza pratica ancor più rigorosa.
Nel 2001 i Jaina hanno pubblicato, in U.S.A. e in India, questo straordinario volume di aggiornamento dottrinale jainista, "The Book of Compassion", nel quale viene evidenziata la necessità di abolire il consumo non solo delle carni degli animali, ma anche di tutti quei prodotti derivanti da grande violenza sugli animali, come il latte, le uova, i formaggi, il burro.
Le già severe restrizioni alimentari prescritte dalla Dottrina jainista sono state così sottoposte a una ulteriore revisione nell'ottica della attualizzazione dell'adesione alla Regola Aurea dell’Ahimsa (Nonviolenza).
La grande maggioranza dei gruppi religiosi sovente allenta la propria dottrina al fine di adattarla alle comodità della modernità, alla società tecnologica e al rapido susseguirsi dei cambiamenti sociali, culturali e di costume.
Coraggiosamente, con la disciplina e la coerenza che da sempre li contraddistingue, i Jaina, in seguito alla creazione dell' “animale-macchina”,
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stanno adottando per se stessi e per la propria condotta quotidiana regole sempre più rigorose.
È così che, attualmente, i monaci Jainisti stanno, per esempio, sostituendo il latte animale (utilizzato in alcuni rituali all'interno dei Templi) con il latte di soia e il latte di riso. A chi si stupisse di ciò, probabilmente non è mai capitato di vedere o leggere che cosa accade alle bovine da latte all'interno degli allevamenti intensivi...
Tali restrizioni valgono anche e soprattutto per la dieta quotidiana, sia dei monaci che dei laici.
Se scrutiamo la realtà più nascosta dell'industria del latte e dell'industria delle uova, vediamo quanto questo modello di comportamento - che, a mio parere e per esperienza personale, è solo apparentemente estremo o di difficile attuazione - sia, all'atto pratico, l'unico modo possibile per vivere fino in fondo la Regola d'oro dell'Ahimsa, tutta calata nel nostro tempo.
Coloro che si dedicano ad alleviare la condizione degli animali e dell'ambiente già ben conoscono le realtà descritte in questo libro; ma il fatto veramente straordinario è che, questa volta, a svelare tali abusi non siano associazioni eco-animaliste ma uno dei più antichi e importanti gruppi spirituali del pianeta!
Mi risulta che, attualmente, tra tutti gli àmbiti spirituali, il Jainismo sia l'unico a indicare così precisamente l'alimentazione vegan quale massima espressione di una Nonviolenza consapevole, coerente, pienamente vissuta.
Introduzione di Massimo Tettamanti
Conoscevo il Jainismo, la più antica Dottrina della Nonviolenza, in maniera superficiale tramite i pochi documenti - la maggior parte dei quali in lingua inglese - reperibili in Italia; solo la pubblicazione in italiano del "Saman Suttam" mi ha permesso un approfondimento della metafisica, della scienza e della filosofia jainiste.
Come molti occidentali sono sempre stato affascinato da questa e da tutte le dottrine orientali che vedevo così antiche e diverse dalle nostre.
Il libro "Il Tao della Fisica" di F. Capra ha stupito l'Occidente e ha avvicinato, confrontando i testi sacri indiani con le più avanzate scoperte della chimica-fisica e della meccanica quantistica, la spiritualità indiana alla
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più moderna scienza occidentale: la vera differenza fra queste due "discipline" è che, mentre la scienza ha condizionato e condiziona profondamente la vita pratica degli individui che vivono nella nostra società, gli insegnamenti delle dottrine orientali nonviolente non sono assolutamente presenti nella nostra vita di tutti i giorni.
Spesso la lettura di testi contenenti insegnamenti così antichi e ambientati in condizioni economiche e sociali così diverse rischia di rimanere puro esercizio teorico o sterile discussione accademica. "È grigia, caro amico, qualunque teoria. Verde è l'albero d'oro della vita". È J. W. Goethe che parla, tramite quell' estasiante capolavoro che è il Faust.
Non è strano né inusuale vedere buddisti o pseudo-buddisti miliardari e goderecci, e reincarnazionisti o pseudo-reincarnazionisti carnivori.
Questa distanza spaziale e temporale fra i contenuti dei testi sacri orientali e la civiltà occidentale non può non portare a difficoltà nel seguire con coerenza i precetti fondamentali di alcune dottrine.
Tutto questo vale, a maggior ragione, per chi vuole seguire uno stile di vita totalmente nonviolento come quello jainista.
La nostra società tecnologicamente avanzata porta, come conseguenza di una ricerca ossessiva verso la maggiore produttività, un palese sfruttamento violento delle altre creature viventi, animali e vegetali.
La distruzione dell'ecosistema e la creazione degli allevamenti intensivi sono solo due dei numerosi esempi di questa "cultura".
Ciò che mi ha colpito e mi ha spinto a partecipare alla traduzione del "The Book of Compassion" è stato il coraggio, la disciplina e la profonda coerenza dei Jaina americani che, vivendo negli Stati Uniti, si sono trovati ad affrontare quotidianamente questi problemi.
La volontà di seguire fino in fondo il principio dell'Ahimsa, la Nonviolenza universale, ha portato alcuni studiosi Jaina a scrivere questo manuale, diffuso nelle comunità Jaina del mondo alla fine del 2001, che presenta sia la brutalità dell'uomo verso le altre creature viventi sia le possibili alternative per uno stile di vita pratico, attuale, occidentale totalmente nonviolento.
Vengono addirittura messi in discussione e pesantemente attaccati gli stessi rituali jainisti che, seguendo rigidamente alcune tradizioni, utilizzano attualmente alimenti ottenuti con la violenza.
"Il principio della Nonviolenza deve sempre essere rispettato".
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Ad esempio, un alimento come il latte era permesso finché ottenuto in maniera nonviolenta; se le attuali forme di sfruttamento degli animali lo producono attraverso la violenza, allora lo stesso alimento diventa proibito, indipendentemente da quello che dicono le Scritture.
Se un singolo Jaina lo consuma o lo utilizza, allora quel Jaina compie un peccato.
Se l'alimento viene utilizzato in un rituale in un tempio allora l'intera comunità Jaina compie il più alto peccato, Himsa (Violenza).
Nessun compromesso, nessuna cieca obbedienza a Scritture o tradizioni, nessun rilassamento dei principi.
In questo manuale non ci sono interessanti visioni del mondo, affascinanti discussioni sull'armonia del creato o accattivanti arabeschi filosofici.
Non ci sono “belle parole” ma, forse, come si legge alla fine del “TaoTê-ching” di Lao-Tze “Le parole vere non sono belle. Le parole belle non sono vere".
In questo manuale c'è la realtà presentata nella sua brutalità; c'è la difficoltà di condurre una vita pratica permeata di amore e compassione; c'è mucca pazza e il massacro di milioni di creature viventi; c'è la violenza insita nella nostra alimentazione quotidiana; ci sono i dubbi di Jaina costretti a cercare dentro di sé la forza di essere Jaina anche nel mondo moderno; c'è una presa di coscienza e la responsabilità che ne è la rigida conseguenza; c'è la più coraggiosa scelta di vita che io abbia mai visto compiere da una comunità spirituale.
Più di cento anni fa, nel 1864, G. P. Marsh, erudito e poliglotta collaboratore di Abramo Lincoln nell'abolizione della schiavitù, primo ambasciatore degli Stati Uniti nel 1861 nel nuovo Regno d'Italia, scriveva nel suo lungimirante "Man and Nature": “Le disposizioni naturali, una volta disturbate dall'uomo, non vengono restaurate finché egli non abbandoni il terreno, e lasci libero campo alle forze spontanee riparatrici; le ferite che egli ha inferto alla creazione non si cicatrizzeranno finché non abbia ritirato il braccio che le infliggeva".
I Jaina, con "The Book of Compassion”, hanno compiuto un passo decisivo verso una Nonviolenza pratica, attiva, pienamente compresa a partire da ogni più elementare gesto quotidiano.
Nessun compromesso.
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IL LIBRO DELLA COMPASSIONE RIVERENZA VERSO OGNI FORMA DI VITA
Edizioni e dediche de "Il Libro della Compassione"
La I e la II edizione della versione americana di "The Book of Compassion" sono dedicate a: Acharya Sushilkumarji e Guredev Chitrabhanuji
"Questo libro è dedicato in maniera speciale a Acharya Sushil Muniji e a Guredev Shree Chitrabhanuji che hanno dedicato le loro intere vite alla diffusione del messaggio di Ahimsa, Compassione e Riverenza verso ogni Forma di Vita. Con il loro approccio gentile e amorevole, hanno trasformato milioni di cuori, hanno indicato a molti la via verso un sostanziale cambiamento e, di conseguenza, hanno migliorato le vite di molte creature animali, prive di una propria voce. Maestri come questi ispirano la consapevolezza di uno stile di vita compassionevole per il miglioramento dell'Umanità, dell'Ambiente, dell'Ecologia e di Madre Terra."
La III edizione della versione americana di "The Book of Compassion" è dedicata a: Acharya Shri Hemchandra-suri (1089 - 1173 d.C.)
"Vorremmo dedicare questo libro a colui la cui vita fu un esempio straordinario di Compassione e di amore. Con la propria testimonianza, egli influenzò la vita di molti, tra cui il re Kumarpal del Gujarat.
Il suo insegnamento dell'Ahimsa e della Compassione verso tutte le creature viventi rappresentò, per il re, un punto di svolta. Egli arrivò infatti a capire che, evitando di causare sofferenze agli esseri viventi, si ottiene quella forza che permette di eliminare molto dolore e sofferenze dalla terra.
Acharya Shree Hemchandrasuri persuase il re a ordinare a tutto il popolo di smettere di uccidere altre creature per il cibo, lo sport o il divertimento. Così, per molte generazioni, lo Stato del Gujarat divenne interamente vegetariano e nessuno uccise né torturò più animali.
Questo è il principale caso, inconsueto e portatore di speranze per l'umanità, di un intero Stato che, per un certo periodo, arrivò a seguire l'antico principio dell'Ahimsa."
"Scopo degli esseri viventi è di assistersi l'un l'altro" Tattvarth-Sutra (Capitolo 5, Sutra 21)
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Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale
Premessa
Considerato che ogni animale ha diritti; considerato che il disconoscimento e il disprezzo di questi diritti hanno portato e continuano a portare l'uomo a commettere crimini contro la Natura e contro gli animali; considerato che il riconoscimento da parte della specie umana del diritto all'esistenza delle altre specie animali costituisce il fondamento della coesistenza delle specie nel mondo; considerato che genocidi sono perpetrati dall'uomo e altri ancora se ne minacciano; considerato che il rispetto degli animali da parte dell'uomo è legato al rispetto degli uomini fra loro; considerato che l'educazione deve insegnare sin dall'infanzia ad osservare, comprendere, rispettare ed amare gli animali
si proclama
Articolo 1 Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita ed hanno gli stessi diritti all'esistenza.
Articolo 2 1) Ogni animale ha diritto al rispetto; 2) l’uomo, in quanto specie animale, non può attribuirsi il diritto di ster
minare gli altri animali, o di sfruttarli violando questo diritto. Egli ha il
dovere di mettere le sue conoscenze al servizio degli animali; 3) ogni animale ha diritto alla considerazione, alle cure ed alla protezione
dell'uomo.
Articolo 3 1) Nessun animale dovrà essere sottoposto a maltrattamenti e ad atti
crudeli; 2) se la soppressione di un animale è necessaria, deve essere istantanea,
senza dolore, né angoscia,
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Articolo 4 1) Ogni animale che appartiene ad una specie selvaggia ha il diritto di vi
vere nel suo ambiente naturale, terrestre, aereo o acquatico ed il diritto
di riprodursi; 2) ogni privazione della libertà, anche se a fini educativi, è contraria a
questo diritto
Articolo 5 1) Ogni animale appartenente ad una specie che vive abitualmente nel
l'ambiente dell'uomo ha il diritto di vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua
specie; 2) ogni modifica di questo ritmo e di queste condizioni imposta dall'uo
mo a fini mercantili è contraria a questo diritto.
Articolo 6 1) Ogni animale che l'uomo ha scelto per compagno ha diritto ad una du
rata della vita conforme alla sua longevità; 2) l'abbandono di un animale è un atto crudele e degradante.
Articolo 7 1) Ogni animale che lavora ha diritto a limiti ragionevoli della durata e
dell'integrità del lavoro, ad un'alimentazione adeguata ed al riposo.
Articolo 8 1) La sperimentazione animale che implica la sofferenza fisica e psichica
è incompatibile con i diritti dell'animale sia che si tratti di una sperimentazione medica, scientifica, commerciale sia di ogni altra forma di
sperimentazione; 2) le tecniche sostitutive devono essere utilizzate e sviluppate.
Articolo 9 1) Nel caso che l'animale sia allevato per l'alimentazione, deve essere
nutrito, alloggiato, trasportato e ucciso senza che per lui ne risulti ansietà o dolore.
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Articolo 10 1) Nessun animale deve essere usato per il divertimento dell'uomo; 2) le esibizioni di animali e gli spettacoli che utilizzano animali sono in
compatibili con la dignità dell'animale.
Articolo 11 1) Ogni atto che comporti l'uccisione di un animale senza necessità è
biocidio, cioè un delitto contro la vita.
Articolo 12 1) Ogni atto che comporti l'uccisione di un gran numero di animali sel
vaggi è un genocidio, cioè un delitto contro la specie; 2) l'inquinamento e la distruzione dell'ambiente naturale portano al ge
nocidio.
Articolo 13 1) L'animale morto deve essere trattato con rispetto; 2) le scene di violenza di cui gli animali sono vittime devono essere proi
bite al cinema e alla televisione, a meno che non abbiano come fine di mostrare un attentato ai diritti dell'animale.
Articolo 14 1) Le associazioni di protezione e di salvaguardia degli animali devono
essere rappresentate a livello governativo; 2) i diritti dell'animale devono essere difesi dalla Legge come i diritti
dell'uomo.
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Raccolta di articoli
GLI ALLEVAMENTI DI MUCCHE DA LATTE di Pravin K. Shah “Jain Study Center of North Carolina"
Visita a un allevamento negli USA
Ho visitato un allevamento con circa centocinquanta mucche situato sulla seconda strada a nord di Burlington, Vermont (USA) nel maggio del 1995. Tutta la sua produzione di latte è utilizzata per l'industria dei gelati.
Ho visto e compreso che: Le mucche vengono munte con una macchina; ogni mungitura dovrebbe durare circa tre minuti e mezzo. Questa operazione viene effettuata senza alcun riguardo né sulla durata effettiva, né sul trattamento riservato alle bovine. Fu, per me, estremamente difficile assistere alla sofferenza delle mucche durante la mungitura. La macchina non ha sensibilità e, per estrarre fino all'ultima goccia di latte, alcune volte estrae anche sangue: ho visto tracce di sangue miscelate al latte. Ogni mattina, farmaci e ormoni vengono iniettati nelle mucche per incrementare la loro produzione di latte. Poiché le mucche producono latte in misura maggiore dopo la gravidanza, esse vengono mantenute costantemente gravide tramite l'inseminazione artificiale. Il periodo di gestazione di una mucca è di nove mesi, come per l'uomo. Se nasce un vitello maschio, di nessuna utilità per l'industria lattifera, viene trasferito nell'industria della carne nel giro di due o tre giorni dalla nascita. La sera in cui mi trovavo là, da quell'allevamento partirono tre vitellini su di un camion, diretti verso l'industria della carne. Le mucche madri gridavano ininterrottamente mentre i loro cuccioli venivano loro tolti. Non potrò mai dimenticare quella scena e posso ancora
sentire i pianti delle mucche. • L'industria della carne di vitello è la più crudele industria di carne nel
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IL JAINISMO - PARTE SECONDA
mondo. Produce carne molto tenera, considerata una prelibatezza. I neonati vitellini vengono cresciuti al buio in una gabbia molto stretta, in modo da evitare qualsiasi forma di movimento, e nutriti con una dieta povera di ferro per rendere la loro carne tenera e conferirle il caratteristico gusto. Vengono macellati entro sei mesi. E' possibile procurarsi ampie documentazioni disponibili sulla crudeltà nell'industria della carne di vitello. Entro due mesi dal parto, le mucche vengono nuovamente rese gravide. Non ho avuto la forza di assistere al processo di inseminazione artificiale che l'allevamento stava mostrando pubblicamente. Circa quattro o cinque volte l'anno, in questo allevamento, le mucche dovrebbero essere portate a fare una passeggiata. Per il resto del tempo, esse sono bloccate in un posto fisso e non hanno altra scelta se non defecare nello spazio in cui sono confinate. Vi era un odore nauseabondo mentre mi trovavo là; l'allevamento dovrebbe lavare questi spazi chiusi una o due volte al giorno, mentre nel tempo rimanente le mucche vivono nei loro stessi escrementi. L'aspettativa di vita delle mucche è di circa quindici anni. Tuttavia, dopo circa quattro o cinque anni, la loro capacità di produrre latte cala significativamente e, di conseguenza, esse vengono mandate al macello per la produzione di quella carne economica che è usata nei ristoranti fast food per imbottire gli hot dog, per la produzione di cibi per cani e gatti, e in tutta quella varietà di prodotti alimentari di seconda scelta. Il resto del materiale corporeo (co-prodotti) viene trasformato in prodotti come: cera per pavimenti, cibo per animali d'affezione, medicine, insulina, gelatina, calzature, tappezzeria, ingrediente per la preparazione di cibi come i taco, cosmetici, candele, sapone, ecc. Durante la sua vita fertile, una mucca partorisce circa quattro cuccioli. Statisticamente un neonato femmina è necessario per rimpiazzare la propria madre. Di conseguenza, tutti gli altri cuccioli (maschi e femmine) vengono mandati all'industria della carne di vitello dove vengono torturati per sei mesi e poi macellati per la loro carne (carne considerata... prelibata).
Quando osservai e compresi la crudeltà dell'industria lattifera, all'inizio trovai tutto ciò difficile da credere. Personalmente avevo paura che sarebbe stato impossibile per me eliminare i prodotti derivati dal latte e di
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ventare vegan (=chi non utilizza alcun prodotto di origine animale). Come avrei potuto eliminare il latte, lo yogurt, il burro, tutti gli alimenti preparati con il burro e il formaggio dalla mia dieta? Diventare vegan significa non poter più bere il the col latte, non mangiare nessun dolce indiano, né la pizza con la mozzarella, né il cioccolato al latte, né il gelato, né le torte senza uova ma contenenti latte, e molti altri prodotti.
Fu allora che ricordai le parole di mia figlia Shilpa (che diventò vegan qualche mese prima della mia visita all'allevamento): "Papi, il latte di mucca è per i cuccioli di mucca e non per l'uomo e i suoi figli. Nessun altro animale consuma il latte di un'altra specie. Noi non abbiamo il diritto di consumare il latte di altri animali a nostro beneficio tramite il loro sfruttamento e la loro tortura. Inoltre, il latte e i suoi prodotti non sono essenziali per il mantenimento di una vita sana”.
Inutile aggiungere che la visita all'allevamento di mucche mi tramutò istantaneamente in un vegan.
Allevamenti indiani
Nel novembre del 1995, visitai anche un allevamento di bovine da latte vicino a Bombay in India. Osservai situazioni simili. Addirittura le cose andavano ancora peggio a causa delle poche normative esistenti. Durante le mie successive visite in India nel 1997 e nel 1998, appresi molto riguardo alla produzione industriale di latte in India.
Molte industrie lattifere non possiedono mucche. Il latte viene fornito alle industrie lattifere da locali allevatori possessori di mucche. Essi mantengono le mucche costantemente gravide per avere una fornitura continua di latte. Ogni anno ciascuna mucca partorisce un cucciolo. Gli allevatori locali non sono in grado di assorbire tutti i vitellini che nascono ogni anno a causa di questo loro commercio. Di conseguenza, vendono circa il 70/80% dei vitellini cuccioli all'industria della carne di manzo dove i vitelli vengono cresciuti fino a diventare manzi e poi macellati nel giro di tre o quattro anni, oppure venduti a qualche industria della carne di vitello dove vengono macellati dopo sei mesi. Nella città santa di Palitana, trovai un vitellino neonato che giaceva morto in un campo vicino alla casa di mio cugino. Dopo una breve indagine scoprii che una mucca aveva partorito il vi
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IL JAINISMO - PARTE SECONDA
tellino nel campo e il proprietario abbandonò lì il neonato e riportò la mucca nella stalla.
Dopo quattro o cinque parti, la resa nella produzione di latte di una mucca adulta cala in maniera significativa e, di conseguenza, l'allevatore rimpiazza la mucca vecchia con una giovane, vendendo la vecchia a un macello per la produzione di carne di bassa qualità. Solo poche mucche (il 5% o meno) riescono ad essere adottate da un rifugio jainista per mucche chiamato Panjarapol.
Schematizzando, sembra che la massima crudeltà risieda nelle seguenti azioni, che sono le stesse in India, negli USA e in tutto il resto del mondo: • Mantenere le mucche costantemente gravide. • Macellare il 70-80% dei vitelli dopo sei mesi per l'industria della carne
di vitello o in meno di cinque anni per l'industria della carne di manzo. • Macellare le mucche madri dopo cinque anni della loro vita fertile an
che se la loro aspettativa di vita è di quindici anni,
Latte biologico
Le fattorie che seguono le modalità dell'allevamento biologico sono generalmente più piccole degli enormi allevamenti intensivi. Il latte biologico è prodotto senza usare antibiotici, pesticidi e ormoni. Non vi sono additivi aggiunti al latte. Tuttavia non esistono leggi che impediscono al contadino di compiere abusi quali: mantenere le mucche bloccate in spazi ristretti, usare apparecchiature elettriche per la mungitura, ecc. Ben poche fattorie di impostazione biologica trattano bene le mucche durante la loro vita destinata alla produzione di latte.
Per assicurare la costante produzione di latte, gli allevamenti biologici: • Mantengono le mucche costantemente gravide tramite inseminazione
artificiale o altri mezzi. • Vendono i cuccioli all'industria della carne di vitello dove vengono ma
cellati entro sei mesi. • Vendono le mucche adulte ai macelli dopo cinque anni, quando cala la
loro resa nella produzione di latte.
Di conseguenza il latte biologico non è un latte "cruelty-free" (privo di crudeltà).
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Le statistiche americane sulla macellazione
Il 12 maggio 1996, il New York Times riferiva che, mediamente, i seguenti numeri di animali venivano macellati quotidianamente nei macelli americani:
SPECIE animale
NUMERO di animali UCCISI al giorno
Bestiame vario Vitelli Suini Polii
130.000
7.000 360.000 24.000.000
La questione salute
Calcio e proteine
Molti americani consumano proteine di provenienza animale (latte, formaggio e carne) in misura due o tre volte maggiore rispetto al fabbisogno quotidiano. Numerosi studi scientifici dimostrano che le persone che seguono una dieta ad alto contenuto proteico di provenienza animale presentano grosse quantità di calcio nelle urine, a differenza di chi invece segue una dieta vegetariana.
Le proteine contenute nei prodotti animali (come latte, formaggio o carne) sono più acide rispetto alle proteine vegetali. L'organismo neutralizza l'acido in eccesso derivante dalle proteine animali sottraendo calcio alle ossa. Questo causa una carenza di calcio nelle ossa che può portare stati patologici come l'osteoporosi. Inoltre, i reni vengono costretti a un maggiore lavoro per rimuovere i residui di calcio che sono stati rilasciati nel sangue dalle ossa. Il risultato finale è che le persone che seguono una dieta ad alto contenuto proteico di provenienza animale impoveriscono le ossa di calcio, ei loro reni sono maggiormente a rischio.
I vegan ottengono dalla loro dieta proteine sufficienti, ma non in eccesso. Inoltre, le proteine vegetali sono meno acide di quelle animali; di conseguenza il calcio non viene prelevato dalle ossa. Così il calcio assorbito tramite il consumo di vegetali verdi e di altre fonti vegetali viene mantenuto dalle ossa con un processo molto più salutare. Alla fine il risultato è che
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i vegan, che ottengono il loro calcio da fonti non animali come i vegetali verdi, sviluppano ossa più forti, non più deboli. Di conseguenza non si trovano residui di calcio nelle loro urine. Molte evidenze scientifiche indicano che il latte non è essenziale per preservare la salute delle ossa. Inoltre, bisogna ricordare che l'indebolimento delle ossa avviene nelle persone anziane indipendentemente dal fatto che consumino latte o no.
Questo problema è più grave presso anziani che usano latticini o altri prodotti animali. Questo è dovuto all'effetto proteico (una grossa quantità di proteine animali nella dieta porta al rilascio del calcio da parte delle ossa) sopra menzionato. Le donne dopo la menopausa sono particolarmente a rischio di osteoporosi. Il latte non sembra proteggere le ossa delle donne anziane. In conclusione, i vegan ottengono abbastanza calcio e proteine quando mangiano una buona varietà di vegetali, come quelli verdi, in quantità sufficiente a mantenere il peso corporeo naturale. Sono meno suscettibili all'osteoporosi o a danni renali.
Colesterolo
Solo il fegato degli animali o del corpo umano produce colesterolo. Di conseguenza, il colesterolo di provenienza esterna si ritrova soltanto in prodotti di origine animale come carne, latte, formaggio e altri latticini e cibi non vegetariani. Una dieta vegetariana pura (frutta, verdura, cereali e legumi) è totalmente priva di colesterolo.
Il colesterolo è un materiale paragonabile alla cera. Produce ormoni e altri elementi nel nostro corpo. Generalmente il fegato di un essere umano produce colesterolo in quantità sufficiente per i bisogni dell'organismo. Quando consumiamo latticini o carne, ne assumiamo anche il colesterolo presente. In questo modo avremo un eccesso di colesterolo. Il colesterolo in eccesso nel corpo risulta dannoso perché viene depositato nelle arterie. Le arterie vengono alla fine intasate e il possibile risultato è un danno al cuore. Il fegato dei vegetariani stretti (vegan) produce solo il colesterolo necessario, con il conseguente risultato di non avere mai condizioni di colesterolo elevato.
Grassi saturi e insaturi
I grassi saturi spingono il fegato a produrre più colesterolo rispetto alle normali richieste corporee. Quasi tutti i grassi animali, il burro e alcuni oli
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vegetali (di cocco, di palma, ecc.) sono composti da grassi saturi. Alcuni vegetariani presentano una elevata quantità di colesterolo dovuta all'alto contenuto di grassi saturi della loro dieta. Di conseguenza, bisognerebbe totalmente evitare i grassi saturi per mantenere basso il livello di colesterolo.
La maggior parte degli oli vegetali è composta da grassi insaturi. Sia i grassi saturi che gli insaturi fungono da magazzino per le calorie. Bisognerebbe quindi minimizzare il consumo di grassi insaturi nella propria dieta.
Una dieta salutare è composta da cibo vegetariano puro (vegan) ed evita completamente gli oli fritti. Una persona non avrà problemi di colesterolo seguendo questa dieta. Concludendo, il colesterolo addizionale, dovuto al consumo di prodotti animali o latticini oppure prodotto dal fegato a causa dei grassi saturi, si accumula nel sangue e, depositato nelle arterie, può provocare gravi danni cardiaci.
Vitamina B-12
La vitamina B-12 è necessaria per la salute del sangue e dei nervi. Tuttavia, il corpo necessita di soli due microgrammi di B-12 al giorno. La vitamina B-12 non è prodotta dalle piante o dagli animali ma dai batteri del sistema digestivo di animali e uomini.
Anche se gli uomini producono B-12 nel loro sistema digestivo, l'uomo non può assorbire la propria B-12. Le mucche invece possono facilmente assorbire la vitamina B-12 dai batteri del proprio sistema digestivo. Esiste quindi molta vitamina B-12 nella carne e nei latticini.
Se segui una dieta vegan (cioè assolutamente nessun prodotto animale), potresti non riuscire a ottenere abbastanza vitamina B-12. Se invece ottieni la B-12 da prodotti animali, riceverai insieme a questa anche una ricca dose di grassi e colesterolo, che diminuisce l'effetto dei carboidrati complessi e della fibra di cui il corpo necessita e che sono forniti da una dieta vegetariana. Quindi, i vegetariani stretti possono ottenere B-12 da altri prodotti non di origine animale, come cereali arricchiti, altri alimenti arricchiti, integratori multivitaminici, supplementi di vitamine, e altri prodotti che contengono B-12.
Latte e cancro alla prostata
Nel 1997, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro e l'Istituto Americano per la Ricerca sul Cancro concludevano che i latticini dovrebbero
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essere considerati come possibili concause del cancro alla prostata. Anche un altro studio di ricerca, nell'aprile 2000, indicava un legame tra latticini e cancro alla prostata: un'indagine epidemiologica condotta da medici di Harvard ha seguito 20.885 uomini per undici anni e ha evidenziato che due porzioni e mezzo di latticini al giorno aumentavano il rischio del cancro alla prostata del 34% rispetto al consumo di meno di mezza porzione al giorno. Inoltre, latticini (latte, formaggio, gelati, ecc.), uova, carne e altri prodotti di origine animale sono legati ad altre tipologie di cancro. Contengono una abbondanza di grassi che può favorire lo sviluppo del cancro a causa dell'influenza su alcune reazioni chimiche e sul controllo ormonale. Contengono basse percentuali di antiossidanti - elementi che contrastano la formazione del cancro - e sono poveri di fibra. La fibra, che si trova solo nel cibo vegetale, depura il nostro apparato digerente dalle sostanze tossiche, cancerogene e nocive. Una dieta per la prevenzione del cancro dovrebbe contenere in abbondanza:
Vegetali: patate dolci, carote, broccoli, spinaci, asparagi...
Frutta: fragole, kiwi, melone, banane, mele...
Cereali integrali: pane, cereali, farina d'avena, pasta, riso...
Legumi: fagioli, piselli, lenticchie...
Cereali, fagioli e altri legumi, vegetali e frutti, contrastano la formazione del cancro. I cibi derivanti dalle piante hanno un basso contenuto di grassi, sono ricchi di fibra e ricchi di sostanze che contrastano il cancro. La dieta più salutare elimina la carne, i latticini, le uova e l'olio dei cibi fritti.
•
•
•
•
I dati sulla mia salute
Avevo cinquantacinque anni quando diventai vegan. Nutrivo qualche timore che la mia salute avrebbe potuto soffrire se io avessi smesso di assumere latticini. Di seguito viene riportato un sommario dei dati sulla mia salute prima e dopo essere diventato vegan:
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Colesterolo
HDL
Trigliceridi
PRIMA di diventare vegan 1995
205
34
350
DOPO essere diventato vegan 1997
160
42
175
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Da quando sono diventato vegan mi sento più energico. Non ho carenza di calcio. In tutti i casi, bisognerebbe sempre monitorare la chimica del proprio corpo dopo essere diventato vegan. Il mio medico è molto soddisfatto dei miei risultati e non mi ha prescritto nessun complemento vitaminico né supplementi di calcio.
I dati sulla mia salute del 1998 erano egualmente buoni.
Il punto di vista religioso jainista
La Nonviolenza è il più alto principio della dottrina jainista. Tuttavia la dottrina ammette una limitata quantità di violenza per i laici. Le Scritture jainiste indicano chiaramente che: • per la nostra sopravvivenza, la sopravvivenza dei nostri asceti, la so
pravvivenza delle nostre scritture, templi, biblioteche e upasrayas, una violenza limitata verso le anime dotate di un senso (Ekendriya) come vegetali, acqua, fuoco, terra e aria è permessa solo ai Jaina laici (sravaks e sravikas); in nessuna circostanza è permessa violenza verso gli esseri viventi dotati di cinque sensi (Tras) come animali, uccelli, insetti e uomini, nean
che ai laici; • gli asceti devono essere totalmente nonviolenti verso tutte le anime in
cludendo anche le anime di vegetali, acqua, fuoco, aria e terra.
Una mucca è un animale dotato di cinque sensi (Panchendriya) che inoltre possiede una mente. La crudeltà verso gli animali a cinque sensi è considerata il più grande peccato nelle Scritture jainiste.
Nell'ambiente altamente industrializzato di oggi, le mucche vengono uccise istantaneamente per la produzione di carne. Mentre, nella produzione del latte, le mucche vengono torturate duramente durante la prima parte della loro vita e i loro cuccioli (tutti tranne un vitello femmina) vengono torturati per sei mesi e poi macellati.
Le mucche vengono macellate entro cinque anni, molto prima del termine naturale della loro aspettativa di vita di quindici anni. Le mucche da latte e i loro piccoli non hanno nessuna possibilità di fuggire da questa crudeltà e dalla morte.
In conclusione, la crudeltà nella produzione di latte è peggiore rispetto
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IL JAINISMO - PARTE SECONDA
a quella nella produzione di carne. Consumando latticini noi stiamo sostenendo e alimentando questa crudeltà.
Utilizzo dei latticini nei Templi jainisti
Entrambe le sette Svetambara e Digambara usano latte e derivati nei rituali nei loro Templi. Questa è una antica tradizione. Nel passato (prima della nascita degli allevamenti altamente industrializzati per la produzione del latte in India, dove le mucche vengono torturate e alla fine macellate), le mucche venivano trattate come parte della famiglia e, dopo l'allattamento dei vitellini, il latte rimasto veniva consumato dagli uomini. Questa è la ragione per cui il latte e i suoi derivati non sono considerati violenti nelle antiche Scritture jainiste.
Noi dobbiamo riconsiderare l'utilizzo del latte e dei suoi derivati (il burro per l'arti, il latte e il miele per i puja, ecc.) nei rituali all'interno dei templi, alla luce del nuovo ambiente tecnologico.
La tradizione non deve essere seguita ciecamente. Il più elevato principio Jaina della Nonviolenza non dovrebbe essere compromesso mai, in nessuna circostanza.
Riguardo alla tradizione Svetambara, posso affermare in maniera definitiva che non esiste scrittura che supporti l'utilizzo del latte nei rituali all'interno dei templi.
Riguardo alla tradizione Digambara, Mr. Atul Khara, l'ex presidente del Centro Jaina di Dallas, in Texas, evidenzia che molti Digambara non usano latte nei loro rituali. Inoltre, nessuna scrittura supporta l'uso di latte e derivati nei rituali. Alcuni Digambara nel Sud dell'India usano latte nei loro rituali, il che è una diretta conseguenza dei rituali induisti.
Quando noi consumiamo latticini, siamo personalmente responsabili delle nostre azioni e del karma e dei peccati risultanti. Quando i latticini sono usati all'interno dei templi, l'intera comunità commette il più alto peccato. Il latte e i suoi derivati hanno una valenza simbolico-religiosa nei rituali jainisti, ma questi devono avere una origine nonviolenta. L'intenzione dei nostri rituali e quella di ridurre ego, cupidigia, rabbia, lussuria e at
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taccamenti. Il latte e i latticini derivati dalla violenza non possono aiutarci a crescere spiritualmente.
Nei nostri rituali noi dobbiamo sostituire il latte normale con semplice acqua o latte di soia, sostituire il burro (usato nel deevo) con olio vegetale, il miele con vari tipi di nocciole secche, e servire solo cibo vegan durante ciascuna funzione religiosa. La nostra generazione più giovane apprezzerà questi cambiamenti nei nostri rituali.
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IL JAINISMO - PARTE SECONDA
MUCCHE DA LATTE: VITA, SFRUTTAMENTO E SOFFERENZE
Per l'uomo medio esse sono semplicemente “mucche” (e così le chiameremo anche noi nel prosieguo dell'articolo) ma per l'industria della carne di manzo loro sono “bue giovane" o "castrato”, e "giovenca” o “femmina giovane” (solo le femmine che hanno partorito vengono denominate mucche).
Generalmente un animale che viene macellato pesa circa 2500 chilogrammi. Pesa circa 1600 chili dopo che testa, zoccoli, pelle e intestini sono stati rimossi. La carcassa rimanente fornisce circa 1200 chili di carne di manzo e 100 chili di organi e ghiandole, alcuni dei quali, come il fegato, raggiungeranno le nostre tavole. Il resto (circa 200 chili) è prevalentemente formato da grasso e ossa e si trasforma in qualsiasi cosa, dalla cera per pavimenti a cibo per animali d'affezione.
In accordo con il Dipartimento dell'Agricoltura, gli allevatori raggiungevano, la settimana scorsa, i 632 U.S. dollari per capo di bestiame, mentre coloro che lavorano la carne e che macellano gli animali, raggiungevano la cifra di 644 U.S. dollari per la carne e di 101 U.S. dollari per i sottoprodotti.
Un elenco di alcune delle parti più valutate del corpo, insieme al loro uso comune, e i recenti prezzi di vendita appaiono alla fine di questo articolo.
Articolo tratto da “New York Times" del 12 maggio 1996: “Non solo per la carne, ma anche per i prodotti di bellezza" di J. Peter Zane
Produrre farine di carne utilizzando il cervello delle pecore... questo è ciò che gli scienziati ritengono abbia reso “pazze” le mucche inglesi e potrebbe aver ucciso gli inglesi che ne hanno mangiato le carni.
Mentre i contadini e gli allevatori americani assicurano che nessuna pecora verrà mangiata dalle loro mucche, qualcuno potrebbe rimanere sorpreso scoprendo che cosa viene usato per nutrire il bestiame, i suini e il pollame americano. Oltre al granoturco, alla soia e ad altre granaglie, la loro dieta sovente include: impasti preparati con sangue essiccato, piume polverizzate, ossa frantumate, grasso proveniente dai contenitori per la frittura delle patatine nelle catene di fast food, farine di carne che possono in
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cludere pancreas, reni, cuori e quelle altre parti che neanche i produttori osano utilizzare per le carni da ripieni o la preparazione di formaggi.
Cannibalismo all'interno della fattoria?
Ci puoi scommettere... I piccoli crescono grandi e forti con quello che rimane della loro madre dopo che essa è stata portata via per essere trasformata in appetitose ali, bastoncini e petti con l'osso.
“Noi utilizziamo tutto tranne le grida, il chiocciare e i muggiti", dice il dottor Raymond L. Burns, coordinatore del programma di usi alternativi del Dipartimento dell’Agricoltura di Topeka.
Benvenuti nel mondo delle frattaglie, dei recuperi e delle carcasse, una industria che suggerisce nuovi significati alla frase "Tu sei ciò che mangi".
Domanda Una volta eliminato le costate con l'osso e l'arrosto londinese, le grigliate di maiale e il bacon canadese, le zampe e il corpo dell'agnello, che cosa ne fate del resto? Con i cuori, le reni e le ghiandole pituitarie? Le corna, gli zoccoli, le unghie, i teschi e gli intestini? Cosa ne è del contenuto ancora non digerito dello stomaco?
Risposta Molto di più di quanto si possa immaginare. I resti dell'abbattimento vengono usati per una incredibile serie di prodotti, incluse medicine salva vita, prodotti di bellezza, saponi, caramelle, vestiario, tappezzerie, scarpe e attrezzatura sportiva. Per non citare matite, cera per pavimenti, anticongelanti, fiammiferi, cellophane, linoleum, cemento, carta fotografica e erbicidi.
Mentre il rinnovato scoppio del fenomeno mucca pazza in Gran Bretagna non porta più un grande panico, se l'umanità immagina un mondo senza Big Macs o Quarter Pounder l'apocalittico scenario è molto peggiore. “Elimina mucche e maiali e la tua vita sarà diversa da quella di oggi” dice tra il serio e il faceto il dottor Jerry Breiter, vice presidente dell'Istituto della Carne Americana per i sottoprodotti, un'associazione commerciale.
Benché la malattia di “mucca pazza” non dovrebbe essere un pericolo per gli Stati Uniti, vi sono altre preoccupazioni.
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I persistenti problemi sono il batterio E. Coli - che uccise tre bambini nel 1993 perché avevano mangiato hamburger non cotti bene nel ristorante Jack-In-The-Box - e la contaminazione da Salmonella che colpisce molte migliaia di americani ogni anno.
Mentre l'industria della carne sta minimizzando il pericolo, contemporaneamente ha preso provvedimenti per la disinfezione nelle varie fasi della lavorazione. Molti grossi impianti, attualmente, erogano vapore sulle carcasse per uccidere i batteri. Effettuano controlli di routine sui microbi e hanno stabilito i limiti della pericolosità.
Come ulteriore misura, i consumatori possono salvaguardare se stessi cuocendo con attenzione tutta la carne. Inoltre, sono sempre presenti questioni etiche anche per coloro che non ritengono che la carne sia assassinio. Il modo freddo dell'industria di vedere gli animali come utili prodotti da sfruttare al massimo è senza dubbio inquietante per molte persone.
Vale la pena di tenere presente, inoltre, che nessun animale viene macellato solo per produrre cera da pavimenti o lucidalabbra: l'80-90% del valore di una mucca o di un maiale sta nella carne che la gente mangia. E, dato che il prezzo del bestiame è sceso ai suoi più bassi livelli del decennio, obbligando il presidente Clinton a bloccare il prezzo della carne di manzo la scorsa settimana, i produttori di carne sono assolutamente preoccupati di spremere ogni spicciolo possibile dalle tasche del consumatore.
"Vendere i sottoprodotti equivale alla differenza tra profitto e perdita per l'industria, e alla differenza tra carne accessibile o inaccessibile per il consumatore" dice il dottor Breiter. Il dottor Bums aggiunge: "Se non sviluppiamo un mercato per i sottoprodotti, avremo problemi per la loro gestione, il che creerebbe una ulteriore serie di problemi”.
Visitare una moderna operazione di preparazione della carne può ispirare timore e, nel contempo, suscitare un nuovo apprezzamento del vegetarismo. Un numero maggiore di persone preferirebbe senz'altro cucinare a casa propria se potesse scrutare dentro la cucina del suo bistrot preferito.
Il processo della macellazione
I moderni macelli sono in parte catene di montaggio e in parte negozi da taglio. Un impianto efficiente macella duecentocinquanta mucche all'ora
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per sedici ore al giorno, squartandole in dozzine di parti mentre la carcassa percorre la linea su blocchi d'acciaio. Dapprima le mucche vengono fatte salire su una rampa. Le loro teste vengono piazzate in un apparecchio di contenzione e viene improvvisamente tagliata la gola. Un lavoratore, denominato “Sticker” (il pugnalatore), affonda una lama affilata nella vena giugulare dell'animale. Mentre l'animale muore, il sangue fuoriuscente viene raccolto in un canaletto; più tardi viene cotto fino a diventare una polvere rossa scura che è un cibo per animali ricco di proteine.
Nel passaggio successivo, gli zoccoli vengono rimossi e la pelle viene strappata per essere venduta come cuoio o pelle scamosciata (se la mucca è incinta, la pelle del vitellino non ancora nato viene strappata per fabbricare il cuoio di maggiore qualità, chiamato "Slunk”). Dopodiché la testa viene tagliata, la cassa toracica aperta e gli organi interni rimossi.
Gli organi, chiamati frattaglie, vengono mandati nell'apposita stanza e piazzati su una sorta di nastro trasportatore a forma di cintura, dove lavoratori con grembiuli pieni di sangue dividono le parti: un gruppo raduna gli interni degli stomaci, un altro i polmoni. Altri lavoratori rimuovono cuori, pancreas e tiroidi. Buona parte delle ossa e gli zoccoli vengono riciclati e cotti per produrre farine d'ossa, fertilizzanti e cibo per animali ricco in proteine; il resto viene venduto, principalmente ai produttori di collagene, gelatina e giocattoli per animali d'affezione.
I prodotti della macellazione
Un processo parallelo avviene nell'area di fabbricazione, dove i lavoratori tagliano la carne commestibile: il tronco, la parte superiore del tronco, i lombi, le fettine, le costate e altri pezzi di carne. Come parti di una vettura, ogni pezzo dell'animale ha il suo prezzo e il suo mercato. I musi delle mucche, che costano 128 centesimi al chilo, per la maggior parte vengono trasportati in Messico, dove sono triturate, speziate, grigliate e utilizzate per il riempimento dei taco.
La maggior parte dei cuori di mucca, 60 centesimi al chilo, vengono esportate in Russia per fabbricare salsicce. Perlopiù la carne dalle guance della mucca, 121 centesimi al chilo, viene venduta ai produttori americani di carne per salsicce e mortadella. Ovviamente molta di questa varietà di
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carni viene venduta alle industrie di cibo per animali, che preferiscono comprare le parti separatamente. "Così come un cuoco usa precise dosi per preparare un buon pranzo, i produttori del cibo per animali seguono ricette che necessitano di differenti quantità di cuori, fegati e così via, per raggiungere il giusto sapore e contenuto nutrizionale" dice Mark Klein, il portavoce di Cargill, una compagnia di imballatori di carne situata a Minneapolis.
Fino all'avvento delle biotecnologie, che permettono alle case farmaceutiche di produrre medicinali tramite il DNA ricombinante, molti elementi farmaceutici venivano estratti dagli animali. Pur tuttavia il sangue fetale delle mucche (circa 40 o 50 dollari per quarto di litro) rimane uno strumento importante per lo sviluppo di farmaci e per la ricerca medica. Altri medicamenti vengono prodotti estraendo ormoni e altri composti dalle ghiandole della mucca. Le ghiandole pituitarie (43 dollari al chilo) vengono raccolte per produrre medicinali per il controllo della pressione sanguigna e della velocità del cuore. Venti differenti steroidi vengono prodotti dai fluidi raccolti dalle ghiandole dell’adrenalina (6 dollari al chilo). I polmoni (13 centesimi al chilo) finiscono nell'eparina, un anticoagulante. E il pancreas (139 centesimi al chilo) è ancora una fonte di insulina per i diabetici allergici a quella sintetica; servono circa ventisei mucche per mantenere un diabetico per un anno.
Il prezzo più alto è raggiunto con il prodotto più inquietante, i calcoli biliari del bestiame, che vengono venduti per 600 dollari all'oncia ai mercanti in estremo oriente che li vendono al minuto ritenendoli afrodisiaci.
Non è un paradosso da poco il fatto che la maggior parte della cartilagine e del grasso vengano venduti a quelle compagnie che promettono di rendere più bella la gente. Lucidalabbra, basi per il make-up, eyeliner, matite per le sopracciglia, shampoo e schiuma da bagno non sarebbero gli stessi senza i derivati del grasso come il butil stereato, il glicol stereato e il PEG 150 distereato.
Il collagene, una proteina estratta dalla pelle, dagli zoccoli e dalle ossa, è l'ingrediente chiave delle lozioni e misture anti-età; i dermatologi lo iniettano nel viso delle persone per riempire rughe e zampe di gallina. Viene anche usato per gli impianti per rifare il seno e come mezzo di reazione nel quale possono crescere le cellule. I saponi potrebbero raggiungere il loro scopo tramite estratti di burro di cacao o piante esotiche ma la maggior
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parte sono ancora prodotti con il grasso animale. Curiosità: sembra che il nome sapone derivi dal Monte Sapo, il primo luogo per i sacrifici animali nell'antica Roma. Le persone che lavavano le loro tuniche nei rivoli della valle vicina avevano notato che lo sfregamento con il grasso animale e le ceneri rendeva il loro bianco più bianco e i loro colori più brillanti.
Negli ultimi trenta anni, pochi americani hanno avuto l'inconsapevole esperienza di pranzare con cervello di mucca, zampe di maiale e testicoli di toro. Ma il nostro appetito per gli zoccoli, che sono utilizzati per produrre la gelatina, sembrerebbe essere...insaziabile. La gelatina, una proteina senza odore né sapore, viene usata in centinaia di prodotti come gomme da masticare, gelati, caramelle dure e, naturalmente, gelatine. È anche il segreto di molti prodotti “senza-grassi”. “La gelatina, in bocca, dona quella sensazione di cremosità che la gente desidera, ma senza bisogno di calorie" dice John Barrows, manager della Marketing Communications per la Nabisco Inc.
Un movimento di “ritorno alla natura” all'interno dei gruppi “zoofili” ha creato un altro mercato in espansione per i co-prodotti di origine animale. Pigolanti giocattoli in plastica vengono ora gettati via in favore di articolazioni e tendini di manzo, dita o unghie di bue, zoccoli e “ossa di Mammut” da 20 chili prese dalle cosce di mucca. Sorge spontanea la domanda: che cosa ne fanno del materiale non digerito nello stomaco? Fino ad oggi non molto. Ma il dottor Bums del Dipartimento dell’Agricoltura del Kansas dice che c'è un eccitante progetto proprio dietro l'angolo. “Non posso ancora rivelare il segreto" dice "ma molto presto annunceremo un nuovo processo per riconvertirlo in cibo per animali”.
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PARTI DEL CORPO DI MUCCA - Uso comune e prezzo alla vendita
Parte del corpo di mucca Prezzo in $/kg Uso comune
Ossa Grasso
0.93 0.42
Ovaie Pelle Zoccoli Corna Reni Tiroide Trachea Polmoni Pancreas Ghiandola dell'adrenalina Milza Femore Intestino Stomaco Cuore Labbra Guancia Sangue secco
16.50
1.65 0.93 0.93 0.37 4.41 0.44 0.13 1.39 6.28
0.26
Gelatina, Collagene, Farina d'ossa Cosmetici, Candele, Sapone, Cera per pavimenti Medicinali per regolare le mestruazioni Scarpe, Tappezzeria e Vestiti Gelatina e Collagene Gelatina e Collagene Consumo umano e cibo per gli animali Medicine Cibo per animali Eparina, un anti-coagulante Insulina e cibo per animali Fonte di 20 steroidi Consumo umano Ossa per cani Consumo umano Consumo umano Salsicce Riempimento dei “Taco" Salsicce e mortadella Cibo per animali ricco in proteine, Ricerca farmacologica Consumo umano, Vitamina B12, eparina Consumo umano Medicine per il controllo della pressione sanguinea e della velocità del cuore Gioielleria e afrodisiaci
0.93 0.46 0.90 0.60 1.28 1.21 9.70
0.95
Fegato Coda Ghiandola pituitaria
3.06 43.00
Calcoli biliari
17.10 $/kg
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RICICLAGGIO DEI RIFIUTI PROVENIENTI DALLA MACELLAZIONE di Pravin K. Shah “Jain Study Center of North Carolina"
Leggendo questo articolo realizzerai che le bovine da latte, oggi, non sono più erbivore. L'industria lattifera le nutre riciclando carni e mischiandole al loro naturale nutrimento a base di cereali. La carne utilizzata per alimentare le bovine da latte deriva: dal riciclaggio dei rifiuti della macellazione, dai cadaveri di altri animali (come i milioni di cani e gatti soppressi dagli studi veterinari e dalle cliniche per animali) e dai rifiuti dei supermercati.
Gli impianti di riciclaggio
Gli impianti di riciclaggio svolgono una delle più proficue attività della terra. Riciclano animali morti, rifiuti dei macelli e reflui dei supermercati, trasformandoli in vari prodotti conosciuti col nome di "carne riciclata", “farine d'ossa” e “grassi animali”. Questi prodotti sono usati come fonte di proteine e di altri nutrienti nella dieta degli animali da latte, del pollame, dei suini, per la produzione di cibo destinato all'alimentazione degli animali d'affezione, per produrre cibo per pecore e bestiame in genere. Il grasso animale è ritenuto una fonte energetica per l'alimentazione degli animali.
Una stima indica che, ogni anno, circa 80 miliardi di chilogrammi di rifiuti da macello come sangue, ossa e viscere, così come i resti di milioni di cani e gatti eutanasizzati provenienti dai veterinari e dalle cliniche, vengano riciclati e trasformati in alimenti per il bestiame. Così, le bovine da latte, che sono naturalmente erbivore, vengono trasformate, insieme ai maiali e al resto del bestiame, in involontari carnivori.
Senza gli impianti di riciclaggio, le nostre città correrebbero il rischio di riempirsi di malattie portate dalle carcasse in putrefazione. Virus e batteri mortali si diffonderebbero in maniera incontrollata presso la popolazione. "Se tutte le carcasse venissero bruciate, avremmo un terribile prol ma di inquinamento dell'aria" e "se tutte le carcasse venissero smaltite in discariche, avremmo un colossale problema di salute pubblica. Per non
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parlare della puzza. Gli animali morti sono terreno ideale per il moltiplicarsi dei batteri" dice il dottor William Heuston, preside associato del Virginia-Mariland College di Medicina Veterinaria presso il College Park, MD, USA.
Questa è un'industria multimiliardaria. Questi stabilimenti lavorano ventiquattro ore al giorno praticamente dovunque, in America, Europa e altre parti del mondo. Sono in attività da anni. Nonostante ciò, pochi di noi ne hanno mai sentito parlare.
Il materiale grezzo
Gli animali morti e i resti della macellazione che entrano nel ciclo degli impianti di riciclaggio sono: • Rifiuti di macellazione come teste e zoccoli provenienti dal bestiame,
dalle pecore, dai suini e dai cavalli; sangue, stomaci, intestini, midolli
spinali, unghie, penne e ossa. • Migliaia di cani e gatti soppressi dai veterinari e dalle cliniche per ani
mali. • Animali trovati morti come puzzole, ratti e procioni. • Carcasse di animali d'affezione, bestiame e rifiuti di pollame. • Rifiuti dei supermercati. I riciclatori negli Stati Uniti raccolgono 200 milioni di chilogrammi di materiale di scarto ogni giorno. Metà di ogni mucca macellata e un terzo di ogni maiale non vengono consumati dagli uomini. "Si stima che, ogni anno, sei o sette milioni di cani e gatti vengano uccisi nelle cliniche per animali” dice Jeff Frace, il portavoce della Società Americana per la prevenzione della crudeltà sugli animali di New York City. Insieme a tutto questo materiale, gli impianti di riciclaggio inevitabilmente trattano anche rifiuti tossici, come indicato di seguito.
I rifiuti tossici
Il seguente elenco di ingredienti indesiderati spesso si mescola agli animali morti e all'altro materiale grezzo:
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• Pesticidi, attraverso bestiame avvelenato. • Farmaci eutanasici somministrati agli animali d'affezione per la sop
pressione. • Alcuni animali morti portano collari antipulci contenenti insetticidi a
base di fosfati organici.
Olio di pesce contenente DDT. • Insetticida Dursban sotto forma di antiparassitario da bestiame. • Altri composti chimici rilasciati dagli antibiotici somministrati al be
stiame. • Metalli pesanti delle medagliette degli animali d'affezione, graffette
auricolari e aghi chirurgici. Plastiche di imballaggi, come vassoi di carni, polli e pesci impacchettati rimasti invenduti dai supermercati; medagliette del bestiame, contenitori di insetticidi, contenitori di animali d'affezione morti provenienti dai veterinari.
I costi di preparazione degli imballaggi sono uno dei fattori economici che obbligano le industrie di preparazione delle scatolette di carne a risparmiare. Risulterebbe troppo costoso per il personale dell'impianto tagliare via i collari antipulci e gli scarti guasti delle bistecche con l'osso. Ogni settimana, milioni di pacchi di carne imballata con la plastica raggiungono gli impianti di riciclaggio e diventano uno degli ingredienti indesiderati dell'alimentazione per gli animali.
Il processo di riciclaggio
Il pavimento di un impianto di riciclaggio è pieno di alte pile di materiale grezzo che aspetta di essere trattato. Le teste in cima alle pile di animali morti sembrano conferire a quell'ammasso di carni una propria vita, così come il brulicare di milioni di vermi fa quasi sembrare animate le carcasse. Dapprima il materiale grezzo viene tagliato in piccoli pezzi e posto in un'altra apparecchiatura per una fine triturazione. Viene poi cotto a 280°C per un'ora. Questo processo scioglie la carne via dalle ossa; il processo prosegue senza interruzioni per ventiquattro ore al giorno, sette giorni alla settimana
Durante il processo di cottura di questo “ammasso ribollente”, il grasso
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giallo e il sego (grassi animali) che salgono in superficie vengono rimossi. La carne e le ossa cotte vengono mandate a una pressa a martello che spreme fuori i liquidi rimanenti e trasforma il prodotto in una polvere sabbiosa.
Una sorta di ventilatori rimuovono l'eccesso di pelo e le grosse schegge di ossa. Si ottengono i seguenti tre prodotti: • Carne riciclata • Grasso giallo • Farina d'ossa
Dato che questi alimenti sono usati esclusivamente per nutrire animali, molte agenzie di stato effetuano controlli e test per la valutazione della veridicità dell'etichettatura, come: la percentuale di proteine, fosforo e calcio coincide con quella dichiarata dall'impianto di riciclaggio? La percentuale corrisponde a quella stabilita dalle norme statali? Invece, test per rilevare la presenza dei pesticidi e delle altre tossine negli alimenti per animali sono incompleti o non vengono eseguiti affatto.
I prodotti del riciclaggio e il loro uso
Ogni giorno, centinaia di impianti di riciclaggio diffusi negli Stati Uniti trasportano su camion milioni di tonnellate di questo "cibo da accrescimento” agli allevamenti lattiferi, ai ranch del pollame, agli allevamenti di bestiame, alle fattorie di maiali, agli allevamenti ittici e ai fabbricanti di cibo per gli animali d'affezione. Questo cibo da accrescimento” viene mischiato con altri ingredienti per nutrire miliardi di animali.
Gli impianti di riciclaggio hanno differenti specialità. Le etichette di alcuni prodotti riportano la dicitura: farina di carne, co-prodotti della carne, farina di pollame, co-prodotti del pollame, farina di pesce, olio di pesce, grasso giallo, sego, grasso di manzo e grasso di pollo.
Un documento del 1991 dell'USDA (Dipartimento dell’Agricoltura degli USA) riporta che gli impianti di riciclaggio hanno prodotto, nel 1983, circa 16 miliardi di chilogrammi di carne, farine d'ossa, farine di sangue e farine di pelle. Di questi il: • 34% è stato usato per produrre cibo per animali d’affezione • 34% per produrre cibo per pollame • 20% per produrre cibo per maiali.
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• Il resto (12%) è stato usato per l'alimentazione delle bovine da latte e dei manzi da carne.
La rivista Scientific American cita un drammatico aumento dell'uso di proteine animali nell'alimentazione delle bovine da latte dal 1987.
"Come minimo duecentocinquanta impianti di riciclaggio operano negli Stati Uniti e i moderni impianti di riciclaggio sono grossi e centralizzati; il fatturato annuo di questa industria corrisponde a 2,4 miliardi di dollari” dice Bruce Blanton, direttore esecutivo della National Renderers Association in Alexandria, Virginia.
Gli scienziati credono che la patologia denominata "della mucca pazza" sia la conseguenza dell'alimentazione del bestiame basata sui cervelli e il midollo spinale di pecore sofferenti di scrapie. Essi credono che le persone che sono morte siano state infettate mangiando carne di manzo, o latticini o altri prodotti di queste mucche; una teoria che rimane controversa anche se si stanno accumulando molte evidenze a confermarla.
La storia del Nord Carolina
In un articolo intitolato “La rampa di raccolta degli animali morti nella contea di Greene”, viene riportato che: “Mentre il Nord Carolina raggiunge la vetta dei primi sette stati nella produzione di tacchini, maiali, carni e fettine, è stato recentemente stimato che più di 85.000 tonnellate di polli e suini morti devono essere smaltiti ogni anno".
Per soddisfare questa necessità di smaltimento, nel 1989, l'associazione degli allevatori della contea di Greene ha iniziato a usare un sito di raccolta per le carcasse degli animali. Gli allevatori di bestiame portano gli animali morti e le carcasse degli uccelli in una rampa e li buttano in un container pieno di acqua stantia con compartimenti separati per il pollame e altri animali da allevamento, parcheggiato di fianco al muro di raccolta.
Un contadino locale, sotto contratto con l'associazione degli allevatori, trasporta gli animali morti all'impianto di riciclaggio ogni giorno e gestisce il sito di raccolta. L'impianto di riciclaggio paga l'associazione degli allevatori ogni settimana con i prezzi correnti della carne, delle ossa, della farina di pelle e del grasso.
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Durante le prime sedici settimane di attività, nel 1989, più di due milioni di chilogrammi, con una media settimanale di 130.000 chilogrammi di animali morti, sono stati raccolti e inviati agli impianti di riciclaggio.
Il risultato finale di questo progetto di successo è che gli allevatori della contea di Greene hanno un'alternativa conveniente, sicura ed economica allo smaltimento di animali morti.
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IL LATTE E IL SUO IMPATTO SULLA SALUTE, SULLA CRUDELTÀ E SULL'INQUINAMENTO di Pritish Nandy
da "The Times of India" del 11 aprile 2000
L'Ayurveda Menaka Gandhi attualmente definisce il latte uno dei cinque veleni bianchi; ha sollevato un vespaio con la sua campagna contro il latte. Anche i vegetariani più "duri e puri" hanno attaccato Menaka Gandhi e leader religiosi si sono esposti pubblicamente per contraddirla. Curiosamente, dalla sua parte ci sono ora la ricerca mondiale e la scienza moderna, sulla quale lei stessa è stata, per lungo tempo, critica. Sono proprio loro che adesso la difendono.
IL LIBRO DELLA COMPASSIONE RIVERENZA VERSO OGNI FORMA DI VITA
Domanda
Ti sei pubblicamente esposta in maniera forte contro il latte. Perché gli sei così ostile?
■ Risposta
Ci sono tre ragioni:
•
la salute umana viene compromessa dal latte
·
la crudeltà verso le mucche
l'inquinamento nel latte
•
Questioni sanitarie
Ti andrebbe di spiegare perché ritieni il latte così insalubre?
■Comunemente si crede che il latte sia un alimento completo e una importante fonte di proteine, ferro e calcio.
Il latte non possiede ferro e, inoltre, ne blocca l'assorbimento.
La capacità del corpo di assorbire il calcio dal latte è appena del 32%. Mentre il corpo può assorbirlo con una percentuale del 65% dal cavolo e con una percentuale del 69% dal cavolfiore.
Il latte contiene meno proteine di molti vegetali. Anche se in teoria presenta più proteine, esse risultano inutili per gli esseri umani. Questo
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perché gli esseri umani necessitano solo del 4 o 5% del contenuto proteico dei latticini e il consumo giornaliero di pane indiano (Chapattis) e patate fornirebbe più proteine del necessario. Di conseguenza, il latte non è il migliore degli alimenti così come invece viene insegnato da generazioni Il latte è particolarmente difficile da digerire soprattutto per gli asiatici e gli africani. Perché io non mangio la plastica? La ragione è che io non possiedo gli enzimi per digerirla. Noi non abbiamo il lattosio nel nostro corpo e così noi non possiamo digerire il lattosio. Se noi non possiamo digerire il latte, come possiamo assimilarne i componenti? Oltre a questo, il latte possiede una sostanza che si chiama IGF-1. Tutti gli studi sul cancro mostrano che quando l'IGF-1 aumenta nel corpo, si sviluppa il cancro. Tutto l'IGF-1 del latte rimane nel corpo rendendolo predisposto al cancro. Risulta essere anche una causa molto potente di decessi per asma. Infatti i medici raccomandano ai pazienti asmatici di evitare il latte e i prodotti del latte. Il problema con i medici indiani è che, nei loro studi in medicina, non affrontano a fondo gli aspetti nutrizionali. Così essi hanno una conoscenza limitata riguardo all'alimentazione. Le loro conoscenze derivano dalle stesse fonti che abbiamo io e voi: nonni e insegnanti. A questo aggiungiamo la confusione causata dai nostri leader religiosi, in particolare quelli che seguono il vegetarismo.
Che cosa è, nello specifico, sbagliato nel latte? Che cosa è particolarmente dannoso?
Il calcio contenuto nel latte attualmente diventa un rischio per la salute quando i suoi componenti indigesti vengono depositati nel sistema urinario e diventano difficilissimi da smaltire per i reni. Un altro motivo è il fatto che il latte aggrava, piuttosto che aiutare, l'osteoporosi o la perdita di calcio dalle ossa. Numerosi studi hanno mostrato che è l'eccesso di proteine piuttosto che la mancanza di calcio a causare l'osteoporosi. Di conseguenza, più latte bevi, più sei portato all'osteoporosi. Nazioni come la Svezia che hanno il più elevato consumo di latte hanno anche la maggiore incidenza di osteoporosi.
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Un'altra miscredenza è che il latte aiuti i malati di ulcera. Le ulcere sono causate dalla corrosione delle pareti dello stomaco. Quando bevi il latte ottieni immediatamente una diminuzione del dolore. Ma questo beneficio è solo temporaneo. Il latte invece causa acidità e peggiora ulteriormente le condizioni della mucosa di rivestimento dello stomaco. Inoltre, i malati d'ulcera che sono stati trattati con latticini hanno avuto un peggioramento della loro malattia. Sono risultati essere dalle due alle sei volte più portati all'attacco di cuore. Questo è un fatto logico, essendo il latte designato ad essere l'alimento grazie al quale un vitello aumenta il suo peso corporeo di quattro volte in un mese. È così naturalmente pieno di grassi che porta all'obesità, la causa di tutte le moderne patologie.
Gli indiani hanno bevuto latte per secoli. Perché allora non si sono ammalati tutti?
Dipende da ciò che tu chiami malattia. Molte persone considerano le artriti, le osteoporosi, l'asma, i mal di testa e le indigestioni come normali per il corpo e il cancro come un castigo divino.
Guardando il latte come un male, non stiamo voltando le spalle alla nostra tradizione e cultura?
Per migliaia di anni, la gente ha pensato che il sole ruotasse intorno alla terra. Copernico fu il primo ad affermare il contrario. Ci fu un enorme reazione violenta contro di lui. Nel passato in India esisteva la tradizione del “sati” (cremare la vedova insieme al corpo del marito morto), del “thugee” e del cibarsi d'oppio. Avrebbero forse dovuto continuare ad essere legali? Ho scritto un libro sui nomi Induisti per il quale ho letto ogni singola scrittura Induista (shastra). Da nessuna parte viene menzionato l'uso del latte. Viene menzionato il "ghee” (burro fuso) e questo solo per l' “havans” (il fuoco usato nei rituali Induisti). Sfortunatamente la nostra memoria è corta e le cose su cui siamo più sicuri sono quelle di cui noi
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conosciamo meno. Il dottor Spock, il “guru” nella nutrizione dei bambini, oggi si scusa per aver difeso il latte e sostiene che i bambini devono esserne tenuti alla larga.
Crudeltà verso le mucche
Il Dottor Kurien ha descritto l'industria lattifera come un'industria non crudele. Tu dichiari esattamente l'opposto?
«L'industria lattifera è crudele. Il fatto che fornisca i prodotti richiesti
rende la mucca la vittima designata. Forse ciò poteva essere non violento quando ciascun proprietario aveva la propria mucca e la trattava come un membro della famiglia. Questo oggi non è più vero.
Come viene prodotto il latte oggi?
La mucca viene ingravidata forzatamente ogni anno. Dopo aver partorito viene munta per dieci mesi ma verrà nuovamente inseminata artificialmente durante il terzo mese, così da essere munta anche durante la gravidanza. La domanda per la produzione di latte è maggiore rispetto a quello che il suo corpo può dare. Così lei inizia a rompere i tessuti del proprio corpo per produrre latte. Il risultato è una malattia che si chiama chetosi. Per la maggior parte dei suoi giorni la mucca è legata in una stretta stalla, generalmente in mezzo ai propri escrementi. Si ammala di mastite perché le mani che la mungono sono rozze e normalmente sporche. Si ammala di acidosi del rumine per la pessima qualità del cibo e frequentemente si azzoppa. Viene tenuta in vita con antibiotici e ormoni. Ogni anno il 20% di queste mucche da latte viene venduto illegalmente e trasportato con camion e treni ai macelli. Oppure le mucche vengono lasciate morire di fame liberandole nelle città. Non è un segreto che un macello sia stato costruito a Goa dall'industria lattifera Amul. Nessuna mucca vive completamente il proprio ciclo di vita. Viene munta, resa malata e poi uccisa. Anche peggio avviene ai
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suoi figli. I vitelli maschi vengono legati e fatti morire di fame oppure mandati ai macelli. Non è un caso che il vitello non venga più chiamato "bachda” in India. È chiamato “katra", che significa uno che deve essere ucciso. Anche il dottor Kurien ammette che a Mumbai ogni anno 80.000 vitelli vengono messi a morte.
Ma gli allevatori amano le loro mucche. Vivono per esse.
Avete mai visto come vengono munte le mucche? Nei villaggi viene praticato il “phukan”, uno dei metodi di mungitura delle mucche. Uno spuntone viene introdotto nell'utero e agitato, causando alla mucca un tremendo dolore. Gli allevatori credono che questo porti alla produzione di più latte. Nelle città alle mucche vengono somministrate due iniezioni di Oxytocina ogni giorno in modo da velocizzare la produzione di latte. Questo procura loro dolore due volte al giorno. L'utero sviluppa piaghe e le rende sterili prematuramente. L'impiego su animali dell’Oxytocina è proibito, ma questo farmaco viene ugualmente venduto in ogni negozio di sigarette intorno agli allevamenti lattiferi. Ogni lattaio analfabeta ne conosce il nome. Negli esseri umani, l'Oxytocina causa squilibrio ormonale, debolezza nella vista, aborti e cancro. Recentemente, il governo di Gujarat ha iniziato a effettuare controlli negli allevamenti lattiferi per l'Oxytocina. In un giorno, hanno trovato 350.000 dosi in una sola città, Ahmedabad!
Inquinanti nel latte
Hai citato l'inquinamento nel latte. Che cosa intendi?
L'ICMR ha svolto ricerche sul latte per sette anni e ha prelevato migliaia di campioni in tutta l'India. Cosa hanno trovato? Grosse quantità di DDT, pesticidi velenosi chiamati HCH. Secondo la legge sull'adulterazione dei cibi è permessa una dose di HCH inferiore a 0.01 mg/kg. Ne hanno trovato in media 5.7 mg! Hanno trovato arseni
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co, cadmio e piombo, cause di danni ai reni, malattie di cuore, danni al cervello e cancro. La loro indagine era basata su 50.000 campioni e il dossier preparato è stato presentato a una conferenza stampa.
Cosa hanno risposto il dottor Kurien e quelli dell'Operation Flood? "Avrebbero dovuto prendere più campioni!".
Altre sostanze che vengono messe nel latte che bevi sono reflui liquidi, olio vegetale e sapone liquido. In alcuni casi, vengono messi vermi che, con i loro escrementi, aumentano la densità del latte.
Hai detto che bere latte vuol dire bere il sangue della mucca?
■Latte e sangue provengono dalla stessa fonte: le cellule corporee della mucca. Ogni volta che bevi un bicchiere di latte ricordati che proviene da una madre disperata e sofferente il cui figlio è stato ucciso davanti ai suoi occhi; ricorda che verrà uccisa essa stessa quando non produrrà più latte.
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Ma il fermare la produzione di latte non porterebbe a migliaia di disoccupati?
Un gran numero di persone lavorano con il contrabbando, coi furti, con l'accattonaggio, con lo spaccio di droga, con il traffico d'armi e con il terrorismo. Dobbiamo comprare i loro prodotti per aiutarli?
Qual è l'alternativa al latte?
■ Qual è l'alternativa a un placebo? Nient'altro se non latte di soia, tutti i vegetali verdi e le lenticchie. Mio figlio non ha mai bevuto latte in vita È alto un metro e 80 e non è mai stato malato un solo giorno!
sua.
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NON VI È DUNQUE NULLA DI SACRO? CRUDELTÀ VERSO GLI ANIMALI SACRI DELL’INDIA
Le Associazioni internazionali per i diritti degli animali hanno ampiamente documentato i barbarici sistemi di trasporto e di macellazione dell'animale un tempo più riverito della nazione e accusano l'India di mostrare infinita crudeltà verso i propri “animali sacri”.
Articolo tratto da “TIME Asia News" del 29 maggio 2000 - Vol. 156, n. 21 di Maseeh Rahman, New Delhi - India
Il Mahatma Gandhi riteneva che una nazione potesse essere giudicata dal modo di trattare i propri animali. Se questo metro di misura venisse applicato alla nostra nazione oggi, l’India darebbe di sé un'immagine davvero pessima. Gli Induisti venerano molte delle creature di Dio e la mucca è considerata sacra in maniera particolare. Ma l'associazione internazionale PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) ha mostrato le orrende crudeltà perpetrate verso le mucche dell'India quando esse vengono trasportate illegalmente ai macelli. Molte arrivano morte o gravemente ferite dopo un viaggio lungo e tortuoso sui treni, nei camion o a piedi.
"È l'Inferno di Dante per mucche e tori” dice Ingrid Newkirk, presidente della PETA
La popolazione di bestiame in India, stimata in più di cinquecento milioni di capi, è la maggiore del mondo. Più della metà sono mucche, bufali e tori. Quando diventano improduttivi, molti degli animali vengono venduti dai loro proprietari, usualmente contadini poverissimi, e mandate ai macelli. La macellazione delle mucche è permessa in sole due province, gli stati a regime comunista di West Bengal nell’est e di Kerala nel sud.
Benché sia illegale trasportare animali per i macelli attraverso le frontiere tra gli stati, i commercianti pagano bustarelle agli ufficiali delle dogane per guardare da un'altra parte mentre caricano le mucche sui vagoni o sui camion per West Bengal o Kerala. Gli animali spesso si incornano l'un l'altro o si rompono il bacino quando vengono forzati a saltare dai camion. Alcuni muoiono soffocati dentro i carri. Migliaia di altri vengono clandestinamente condotti fuori dai confini statali spesso senza cibo o acqua. Se
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collassano per esaurimento, i guardiani rompono loro la coda o gli buttano peperoncino o tabacco negli occhi per farli camminare ancora.
La campagna contro questa pratica sta ottenendo il supporto di parecchie celebrità attive nella protezione degli animali. Paul McCartney, Brigitte Bardot, Steven Seagal e Nina Hagen hanno preso parte alla giornata internazionale di protesta di due settimane fa (seconda settimana di maggio, 2000) nella loro nazione. "Il mio cuore sanguina per le miserie delle mucche madri e dei loro vitellini...che sono divenuti oggetti senza valore nell'India di oggi” ha dichiarato Paul McCartney.
L'industria da 1,6 miliardi di dollari dell’esportazione del cuoio indiano ne ha subito le conseguenze. Compagnie come Gap e le sue sussidiarie Banana Republic e Old Navy hanno bandito il cuoio indiano dai loro prodotti. La compagnia britannica dei calzaturifici Clark's ha annunciato la settimana scorsa l'intenzione di rivedere il contratto sui prodotti preparati con il cuoio indiano. La lista della PETA include inoltre Florsheim, Nordstrom, Casual Corner e altre catene di vendita al minuto. “È una chiamata di sveglia per l'industria indiana del cuoio" dice Jason Baker, il coordinatore della campagna indiana della PETA. "Se qualcosa non verrà fatta e in fretta per fermare le atrocità contro le mucche, non ci sarà più industria del cuoio". I baroni del cuoio indiano sono preoccupati che le proteste facciano crollare le esportazioni verso l'Occidente. Circa quattromila concerie e fabbriche di oggetti in cuoio dipendono dalle esportazioni. L'industria impiega circa 1,7 milioni di persone, un terzo delle quali è costituito da donne. “La campagna ci colpirà, nessun dubbio su questo” dice Mohammed Hashim, coordinatore del Coordinamento per l'esportazione del cuoio. Pensa che il suo commercio sia ingiustamente etichettato "Noi siamo soltanto riciclatori di rifiuti”, dice “noi prendiamo la pelle venduta dai macelli. Inoltre", aggiunge, “il 90% delle pelli usate derivano dai bufali, dalle capre e dalle pecore". La sua organizzazione si è appellata agli esportatori per usare solo cuoio ottenuto da animali che siano stati uccisi con metodi umanitari. Il governo, inoltre, non mostra nessuna intenzione di andare contro al trasporto illegale e alla macellazione. Prima della campagna della PETA, le associazioni indiane per i diritti degli animali hanno tentato per anni di fermare il brutale trattamento del bestiame. È un business di molti miliardi di dollari, e il supporto di politici e finanzieri si pensa sia enorme (I “treni della morte” delle mucche viaggiano sulle ferrovie
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statali). Proibire la macellazione delle mucche negli stati di West Bengal e Kerala probabilmente non aiuterebbe, poiché porterebbe a un'aumento di macelli nascosti e illegali. Nuova Delhi potrebbe tentare di rispondere alle richieste dei difensori dei diritti degli animali, creando una autorità nazionale per la protezione delle mucche o introdurre multe salate per le crudeltà sugli animali (la sanzione prevista dalla legge vigente in India per chi maltratta gli animali ammonta oggi a un dollaro).
Una soluzione più semplice potrebbe essere quella di togliere il divieto di macellazione in tutta l'India per agire come deterrente contro il trasporto illegale attraverso le frontiere di stato. “Gli allevatori non possono mantenere mucche non produttive. Non sono degli zoofili.” dice Suparna BaksiGanguly, attivista della protezione animale del Bangalore. “La macellazione deve essere più accessibile. Vietandola si crea una situazione peggiore per gli animali”. Ma un passo del genere provocherebbe l'ira degli amanti delle mucche e nessun partito politico vuole rischiare. Così, in una terra che le venera, le mucche continuano a pagare un alto prezzo per la loro “sacralità”.
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VEGETARISMO, UN APPROCCIO COMPASSIONEVOLE ALLA VITA di Pramoda Chitrabhanu "Jain Meditation International Center", New York
NON VISTI ESSI SOFFRONO, NON UDITI ESSI PIANGONO. IN AGONIA ESSI VIVONO, IN SILENZIO ESSI MUOIONO. NON SIGNIFICA DUNQUE NULLA PER VOI, PER TUTTI VOI CHE PASSATE? Anonimo
Queste parole esprimono il dolore e la sofferenza degli animali che vengono sfruttati e torturati per i bisogni e per la cupidigia umana. È un triste ritratto delle innocenti, deboli e indifese creature che sono soggette a tanto crudele dolore lontano dagli occhi umani.
Il solo pensiero fa sanguinare il cuore ed è causa di angoscia e di dolore. Come possiamo noi esseri umani stare comodamente seduti quando i nostri fratelli e sorelle più piccoli si trovano in questo terribile stato? Non è forse nostro dovere proteggerli e aiutarli? Ma è così difficile convincere l'uomo!... Già, perché "l'uomo è un attore. Recita tutti i ruoli degli uomini. Solo l'animale che è in lui è reale” dice William Saroyan. Probabilmente ha ragione quando afferma che la crudeltà dell'uomo ha creato un mondo violento e distruttivo, quello nel quale noi tutti viviamo oggi.
C'è così tanta sofferenza nel mondo, nascosta da un velo che la rende un segreto altamente custodito. Per quanto tempo ancora vogliamo continuare a convincerci che gli animali non abbiano un'anima e non sentano dolore? Non è questo il tempo di svegliarci dal nostro sonno, di trovare la verità, di smettere di essere violenti e di agire per fermare la crudeltà che viene riversata su deboli e innocenti creature? Perché la violenza genera violenza e l'amore genera amore.
La prima cosa da fare per fermare la violenza è iniziare a vedere gli animali come esseri viventi e non come oggetti creati ad uso e consumo degli esseri umani. Perché essi sono vite piene di emozioni che provano dolore e piacere così come noi. Come il Dr. Albert Schweitzer, premio Nobel per la
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pace nel 1952, scrisse nel suo libro "A Place for Revelation": "Ovunque tu vedi vita, quella vita sei tu. Cos'è questo riconoscimento, questa conoscenza appresa ugualmente sia dai più istruiti che dai più semplici? È la “Riverenza per la Vita', riverenza per l'impenetrabile mistero che ci unisce all'interno del nostro universo, un'esistenza all'apparenza differente da noi stessi ma, intimamente, dotata delle stesse nostre caratteristiche. Terribilmente simile, così correlata da lasciarci turbati. Questo senso di diseguaglianza, di estraneità fra noi e le altre creature, viene qui rimossa. La riverenza verso l'infinità delle vite rappresenta la rimozione di tutte le estraneità, la restaurazione delle esperienze condivise della compassione e dell'empatia".
In questo modo, quando impariamo a vedere gli animali come noi stessi, cambiamo la nostra percezione e diventiamo più compassionevoli nei loro riguardi. Quando questa consapevolezza sorge in noi, il primo cambiamento avviene nell'alimentazione. Una persona inizia a prestare attenzione a che cosa introduce all'interno del proprio corpo, nel quale è contenuta l'anima. Per quanto ne sappiamo, noi siamo ciò che mangiamo. Quello che mangiamo si riflette nel nostro pensiero e il nostro pensiero si riflette nelle nostre azioni. Se noi vogliamo un corpo sano e una mente sana, il corpo dovrebbe essere nutrito con cibo salutare e completo, puro e non contaminato da sangue e vibrazioni negative.
Si è spesso non consapevoli del fatto che, quando si mangia carne, si ingeriscono sia le proteine che le sostanze chimiche che vengono iniettate negli animali per ingrassarli e controllare virus e malattie. Spesso ci si dimentica che nella carne sono presenti le vibrazioni negative del dolore, della paura e dell'angoscia. Esse, una volta ingerite, permeano ogni cellula del corpo umano creandovi le sensazioni di paura, dolore e angoscia.
Come possiamo sperare di godere di buona salute, felicità e armonia quando le vibrazioni negative di dolore e le sostanze chimiche tossiche stanno minando dall'interno il nostro corpo?
Queste sono le cause che poi portano a malattie mortali sia della mente che del corpo. Questa è la ragione per la quale vediamo così tanta gente soffrire di malattie psicologiche e fisiche. Statisticamente, circa due milioni di americani muoiono ogni anno, il 68% dei quali vittima delle tre principali malattie croniche per le quali l'alimentazione sbagliata è un fattore determinante: malattie cardiache, cancro e infarto. I cibi che sono stati
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identificati come principalmente interessati in relazione all'insorgere di queste malattie sono: uova, carni, pollame, frutti di mare, grassi animali, ecc. Viceversa, nutrendo il corpo con cibo che implica la minima violenza, il minimo danno ambientale e il minimo disequilibrio ecologico, si crea contemporaneamente armonia dentro e armonia fuori. È assai interessante conoscere le statistiche. Sono necessari circa 270 litri di acqua per produrre 450 grammi di grano, circa 1140 litri di acqua per produrre 450 grammi di riso e all'incirca da 9100 a 27.300 litri di acqua per produrre 450 grammi di carne. Un impianto per il trattamento dei polli utilizza circa 450 milioni di litri al giorno, abbastanza per sopperire al bisogno d'acqua di 25.000 esseri umani. Gli allevamenti sono responsabili del consumo dell'80% del bisogno d'acqua mondiale.
Il metano prodotto dagli allevamenti intensivi di bestiame aumenta il riscaldamento del globo e l'assottigliamento dello strato di ozono. Una ricerca della PETA (People for the Ethical Treatment of Animal) evidenzia che 26 miliardi di animali vengono uccisi ogni anno a scopo alimentare nei soli Stati Uniti (9 miliardi di animali terrestri e 17 miliardi di animali acquatici). Se osserviamo questi dati, ci rendiamo facilmente conto del fatto che, quando un uomo vive una vita che implica tanta violenza, diventa una minaccia per se stesso e per l'intero pianeta.
Ma se un uomo diventa vegetariano salva 2.400 animali in una vita diventando inoltre una benedizione per se stesso e per la Madre Terra.
La gente di oggi nel mondo sta lentamente prendendo consapevolezza degli abusi e delle torture perpetrati contro gli animali e un numero crescente di persone si sta accostando al vegetarismo. Alcuni per motivi religiosi, altri per ragioni etiche, altri per ragioni ecologiche, altri per tutelare la propria salute e altri per la salvaguardia dell'ambiente. La consapevolezza sta crescendo giorno dopo giorno. Se una persona sperimenta questa alimentazione anche solo per pochi mesi può valutare da se stessa un miglioramento del proprio stato mentale e fisico.
Vediamo che cosa significa vegetarismo nel mondo di oggi.
Il termine vegetariano deriva dalla parola latina "vegetus" che vuol dire completo, pieno di vita, sano, vigoroso. Così un vegetariano è colui che non mangia carne, pesce, volatili o uova. Molti si considerano vegetariani anche se mangiano uova. Così i vegetariani sono schematicamente divisi in tre categorie:
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Latto-ovo-vegetariani
la dieta include latte, latticini e uova
Latto-vegetariani
la dieta include latte, latticini ma non uova
Vegan
la dieta non include nessun prodotto animale come latte, formaggi, yogurt (caglio), burro o uova (la maggior parte neanche miele)
Un vegetariano può facilmente basarsi su alimenti come cereali, legumi, fagioli, noci, semi, vegetali e frutti che sono buone fonti di proteine, vitamine, minerali e altri nutrienti.
Abbiamo accennato al punto di vista etico, ecologico e salutare del vegetarismo. Consideriamone ora l'aspetto filosofico.
Da tempo immemore, studi e ricerche hanno documentato un aspetto comune a tutti gli esseri viventi: il desiderio di vivere e essere felici. Si dice che nessuno voglia soffrire o essere infelice. Ma l'uomo, nella sua ricerca del piacere e della felicità, è andato fino all'estremo ed è arrivato a utilizzare ogni cosa e ogni essere per la propria cupidigia, e a soddisfare i suoi desideri anche attraverso atti violenti: cacciando, uccidendo, ingabbiando e rubando la vita di innocenti creature che vivevano libere. In questo modo, non so
solo egli abusa di creature viventi ma, contemporaneamente, anche di se stesso. Perché anch'egli è una creatura vivente e non può rimuovere se stesso dalla legge universale dell'insieme delle vibrazioni di tutti i viventi, in base alla quale tutto ciò che fai ti ritorna.
Per uccidere qualcuno devi prima trasformare te stesso in un essere senza cuore; poi ucciderai quella vita.
Quando si agisce senza consapevolezza, si uccide la bontà all'interno di se stessi e si arriva fino ad odiare il proprio io. Se non si ha rispetto per il proprio io, come si può avere riverenza verso gli altri esseri viventi? In
esto modo la violenza viene perpetuata e il circolo vizioso di odio e violenza continua. Una persona non dovrebbe mai smettere di pensare che il nutrirsi di carne per assaporarne il gusto implica così tanti dolori e torture per un'altra vita! Vita che è molto preziosa e che ha un forte desiderio di vivere! Una vita che necessita tempo per scoprire il proprio destino sulla terra, la cui morte prematura interromperà violentemente il ciclo della sua naturale espressione. Il filosofo Plutarco diceva “Ma per il gusto di qual
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che boccone di carne, priviamo un'anima della sua vita e del tempo che le è stato dato per godere la propria esistenza in questo mondo!"
Molto spesso la gente chiede: “Ma allora, perché non uccidere animali ma uccidere i vegetali?” La scuola jainista risponde con precisione a questa domanda. Fondamentalmente questo universo è formato da due sostanze: “vivente" e "non-vivente”. Con sostanza vivente si intendono gli esseri umani, gli animali, gli uccelli, gli insetti, i microorganismi, la vegetazione, l'aria, l'acqua e la terra. Con sostanza non vivente si intendono i tavoli, le sedie, gli edifici, i treni, le auto, le macchine, ecc. Dovunque vi sia vita, esiste la consapevolezza, il sentimento del dolore e una risposta agli stimoli. Secondo la filosofia jainista, tutti gli esseri viventi sono classificabili in cinque categorie, in base al numero di sensi che essi possiedono, passando dagli esseri dotati di un senso a quelli dotati di cinque sensi, cioè che possiedono il senso del tatto, del gusto, dell'odorato, della vista e dell'udito.
Maggiore è il numero di sensi, maggiormente è evoluta la vita. I vegetali sono esseri dotati di un solo senso, il tatto, mentre gli animali sono esseri viventi a cinque sensi possedendo tatto, olfatto, vista, udito, odorato.
La vita deve affrontare un duro e laborioso processo per evolversi da esseri a un senso fino a esseri a cinque sensi. Macellando un animale viene distrutto completamente il processo evolutivo di quella vita che è stato raggiunto tramite sofferenza e dolore. Il regno vegetale non ha ancora raggiunto quella “consapevolezza” del dolore che gli animali e gli umani hanno. Di conseguenza, il grado di sofferenza è minore. Dove c'è il senso del dolore, ci sono più sensazioni, più emozioni e più possibilità di provare profondamente sofferenza. Siamo d'accordo che una violenza sui viventi sia inevitabile per la propria sopravvivenza, ma si può scegliere di ridurre al minimo la violenza.
Duemila e seicento anni fa, Mahavira, il grande esponente della Non violenza e della Compassione enfatizzava che i pensieri che governano le nostre azioni sono il prodotto del cibo che mangiamo. Il cibo che nutre il nostro intero sistema ha una influenza determinante sulla persona, sia fisicamente che emozionalmente, psicologicamente e spiritualmente. Cibi sani, integrali e non violenti alimentano pensieri sani, completi e non violenti. Quando i pensieri sono sani e non violenti, le azioni stesse riflettono quelle stesse qualità. Debolezze nel carattere si sviluppano sovente in coloro che vivono con una salute debole, mentalmente o fisicamente.
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La scienza ha scoperto in anni recenti che carattere e personalità sono attributi del lavoro interno del corpo e hanno una stretta relazione con il nostro successo nella vita e con la nostra felicità. La personalità rivela e esprime se stessa attraverso il corpo fisico. L'espressione del viso, il sorriso, che è la manifestazione della gioia, della felicità e della compassione, rivela la personalità interna. Senza un corpo sano, queste manifestazioni non sono possibili. Di conseguenza, il vegetarismo è uno dei molti modi di esprimere la nostra riverenza verso tutte le forme di vita, inclusi noi stessi, passando dai più piccoli microrganismi fino ai macrorganismi, dalla coscienza meno sviluppata alla coscienza più sviluppata.
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VARAKH (CARTA ARGENTATA)
di Pramoda Chitrabhanu
"Jain Meditation International Center"
Credete che il "varakh" (foglio d'alluminio argentato), così largamente impiegato per adornare le sacre statue e in qualche cerimonia religiosa in molti templi Jaina, sia vegetariano?
Sapete come viene prodotto il "varakh" con il quale si confezionano i tipici dolci indiani (mithai)? Ricordo che quando ero bambino volevo sempre quei dolci che erano avvolti in fogli argentati. Anche oggi, i bambini così come gli adulti desiderano che i dolci tipici siano ricoperti con il varakh. Il suo fascino popolare ha un forte richiamo sulla mente della gente, facendone aumentare la richiesta e, di conseguenza, la produzione. Se le persone conoscessero la fonte e il metodo di produzione, sono sicuro che non mangerebbero più dolci ricoperti dai fogli argentati.
Apprendiamo questa procedura da un articolo scritto dalla sezione indiana di Beauty Without Cruelty (BWC). Siamo loro molti grati per queste preziose informazioni. Se vedeste dietro al luccichio del varakh, dietro le pareti dei luoghi dove viene prodotto, e le tante vite che sono state sacrificate, ci pensereste due volte prima di acquistare quella scatola di dolci ricoperta dal prezioso foglio d'alluminio!
L'alluminio, o varakh, come è generalmente conosciuto in India, aggiunge luccichio ai dolci indiani "mithai", "supari", "paan", e alla frutta. Inoltre, è anche usato per confezionare medicine Ayurvediche e per abbellire le statue di molti templi Jaina. I dolci ricoperti di alluminio vengono anche serviti come prasada (cibo offerto agli dei) nei templi, nelle cerimonie di buon auspicio e in occasioni religiose. Il varakh è anche usato per sciroppi saporiti e nello sciroppo "kesar" (sciroppo allo zafferano).
Molti anni fa, grazie ad una campagna di sensibilizzazione promossa da BWC, le linee aeree indiane hanno chiesto ai loro fornitori di catering di smettere di usare il varakh sui dolci "mithai" serviti a bordo durante loro voli. Oggi, molti chiedono dolci senza varakh, avendo realizzato la crudeltà connessa alla sua preparazione.
Secondo un articolo pubblicato su "Business India", la strabiliante quantità di 275 tonnellate di alluminio viene utilizzata annualmente per produzione dei fogli per i dolci! Niente meno che 275.000 chilogrammi!
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(che significa, al presente valore di mercato, non meno di 40 milioni di dollari statunitensi!).
Come viene prodotto il varakh e che cosa rende violenti la sua preparazione e il suo utilizzo?
ll varakh non ha origine animale. Ciò nonostante, materiale di origine animale, intestini di buoi, viene utilizzato nella sua preparazione. Questi intestini provengono dai macelli.
Nei vicoli dei villaggi di Ahmedabad (nello Stato del Gujarat, in India) e in altri villaggi, in mezzo alla sporcizia, infilate in mezzo a strati di intestini di bue, striscie piccole e sottili di alluminio vengono martellate ripetutamente fino a produrre il luccicante foglio.
L'intestino, ancora impregnato di muco e di sangue, viene estratto dagli animali macellati e venduto per questo specifico scopo. Bisogna notare che non si tratta di un co-prodotto della macellazione ma, come ogni altra parte del corpo degli animali (carne, pelle e ossa), viene venduto a peso. Viene portato via per essere lavato e utilizzato specificamente nella produzione di varakh.
L'intestino di una mucca media misura un metro e settanta centimentri di lunghezza e dieci centimetri di diametro; viene aperto e tagliato in pezzi che misurano circa 170 per 30 centimetri. Da questi, vengono tagliate striscie di 30x33 centimetri per fornire approssimativamente sessanta pezzetti di intestino che vengono successivamente impilati uno sull'altro e legati in modo da formare una sorta di libro di centosettanta fogli.
In seguito, piccole e sottili striscie di alluminio vengono piazzate fra le pagine e il libro viene inserito in una custodia di pelle (notare nuovamente l'utilizzo di prodotti animali). Gli artigiani poi martellano questi fagotti continuamente per un giorno per produrre fogli di alluminio estremamente sottili di circa 10 per 15 centimetri.
La pelle e l'intestino, essendo molto elastici, possono sopportare l'intenso martellamento manuale per più di otto ore al giorno fino a quando l'alluminio raggiunga la sottigliezza desiderata. Quando è pronto, il foglio di alluminio viene estratto con attenzione dai fogli di intestino e posto fra fogli di carta per essere venduto ai mercanti di strada (mithaiwallas). Questa sorta di libro di centosettanta fogli pesa circa dieci grammi e costa circa 200 Rupie (circa 5 dollari americani).
Per formare un singolo libro di centosettanta pagine, vengono usati gli
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intestini di tre mucche. La resa per ogni libro è generalmente di centosessanta fogli d'alluminio, il resto dei quali risulta di solito danneggiato o non adeguato all'uso. Di conseguenza, un libro usato per una media di trecento giorni all'anno fornisce approssimativamente 48.000 fogli d'alluminio, il che significa che ciascun intestino fornisce all'incirca 16.000 fogli.
La pelle usata per la custodia nella quale viene inserito il libro, è pelle di mucca o di vitello e usa circa 2.500 centimetri quadrati di materiale. Essendo la superficie di una mucca media pari a circa 28.300 centimetri quadrati, la resa è di dieci fagotti per ogni mucca.
Normalmente vengono usati quattro fogli per ogni chilogrammo di dolci e un intestino di mucca è usato per produrre fogli per circa 4.000 chilogrammi di dolci. Un'indagine ha stimato che in India il consumo medio di una famiglia di classe media composta da quattro membri è di circa cento chilogrammi all'anno di dolci.
Di conseguenza, una famiglia indiana media composta da quattro persone che consuma cento kg di dolci all'anno per quaranta anni consuma fogli d'alluminio prodotti con l'intestino di tre mucche.
L'India non è la sola nazione nella quale i fogli vengono prodotti con questi metodi. In Germania, piccole imprese specializzate producono, con metodi simili, lamine d'oro, che vengono pressate fino alla sottigliezza di un decimillesimo di millimetro, per scopi decorativi o tecnici. Gli ebrei usano lamine d'oro più o meno per gli stessi scopi, principalmente per la confezione del cibo, allo stesso modo degli indiani.
In India le circa duecentosettanta tonnellate d'alluminio che vengono schiacciate ogni anno per diventare varakh utilizzano gli intestini di circa cinquecentoquindicimila mucche e pelli di circa diciassettemiladuecento vitelli l'anno.
Speriamo che qualcuno, in qualche parte del mondo, sviluppi un processo alternativo per la produzione dei sottilissimi fogli d'alluminio argentati, senza più usare i corpi degli animali.
NdA: La situazione descritta in questo articolo è riferita esclusivamente alla realtà indiana. Nonostante ciò, si è ritenuto utile inserirla per maggior completezza d'informazione.
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DATI SULLE UOVA di Pramoda Chitrabhanu "Jain Meditation International Center"
Ricordo quando da bambino mia madre mi diceva di non mangiare torte o pasticcini contenenti uova perché eravamo vegetariani. Molte volte ho sentito persone dire: "Le uova sono un alimento vegetariano e molto valido per la salute e, di conseguenza, le mangiamo".
Il mito delle uova vegetariane e delle loro caratteristiche salutari è senza fondamento. Il loro consumo da parte di così tanti vegetariani è veramente shockante. L'ignoranza su questa materia si è diffusa al punto che le persone hanno difficoltà a credere che un uovo sia una vita potenziale e che racchiuda un pulcino non ancora nato all'interno del guscio.
La brama di cibo dell'uomo lo ha portato a estremi come il mangiare quei cibi che hanno il colore e il sapore della violenza e della sofferenza. La Natura ha creato le uova per le sue buone ragioni, non certo per diventare cibo per gli uomini, ma come sistema riproduttivo delle galline. L'ossessione per il cibo, impoverisce i sentimenti e le capacità logiche dell'essere umano. Egli non riesce ad andare a fondo delle cose e ignora la verità su questo argomento. Ma fino a quando rimarrà nell'oscurità? Perché una realtà è una realtà e l'uomo non potrà cambiarla mai, indipendentemente dal fatto che la accetti o no.
Diamo un'occhiata ad alcuni dati sulle uova e rimuoviamo l'ignoranza che prevale nella nostra mente intorno a questo argomento.
Le seguenti informazioni sono tratte dal libro "Hundred Facts about Eggs” della dottoressa Nemi Chand.
Le uova di tutti gli uccelli sono strutturalmente simili (vedi la McDonald Encyclopedia of Birds of the World, pagg. 30-31). La loro struttura interna serve per la riproduzione della progenie e non per il consumo umano. Mangiando le uova, l'uomo è arretrato alla sua primitiva condizione di cacciatore. È andato ad alterare sia la Natura che i suoi sistemi riproduttivi.
L'uovo è totalmente proibito per coloro che credono nella Non violenza. Tutto l'allevamento delle galline e la covata delle loro uova è permeato di violenza. Una visita a un allevamento di galline ovaiole vi confermerà questo fatto. Negli allevamenti di pollame, le galline sono considerate soltanto macchine per la produzione di uova. Esse sono confinate in gabbie ristret
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tissime in ambienti intrisi di maltrattamenti e tensioni, che poi passano naturalmente al sangue e all'organismo di coloro che assumono quelle uova che racchiudono tutto il loro contenuto di negatività.
I polli sono sistemati in gabbie piccole e stipate. A causa della mancanza di spazio, diventano naturalmente aggressivi, isterici, instabili e attaccabrighe. Si attaccano tra loro in modo cruento. Di conseguenza vengono "sbeccati" [il becco viene loro tranciato con una procedura meccanica per cui, spesso, oltre alla punta del becco, viene tranciata anche la lingua]. In seguito a questa operazione, sovente i polli non sono neanche più in grado di bere. Iniziate ora a vedere una correlazione tra la fonte di nostre attuali diffuse patologie, come l'aggressività e la violenza, e il trattamento riservato ai polli e alle galline ovaiole?
Come detto, le galline vengono private di parte del becco per evitare che, attaccandosi tra loro a causa dello stress da sovraffollamento, si feriscano l'una con l'altra. Il taglio del becco viene generalmente effettuato in penombra, soprattutto la sera, quando la vista delle galline è notevolmente ridotta. La prima parte del becco viene tagliata. In caso di errore, per la gallina diventa impossibile continuare a nutrirsi. Le galline devono digiunare almeno tre giorni a causa del becco ferito. Non dovrebbe questo atto di crudeltà sensibilizzare i mangiatori di uova?
Alle galline vengono somministrati cibi che derivano dalla violenza: farine d'ossa, farine di sangue, farine di carne e farine di pesce. A questo punto, possiamo ancora osare definire vegetariane le uova?
Il termine "uovo vegetariano" costituisce, come minimo, un errore letterale. Lo scopo di un uovo fertile è quello di creare una vita; un uovo non fertile non ha questo obiettivo ma è comunque da considerarsi totalmente non commestibile. Le uova sono dannose per la salute. È meglio evitare di mangiarle.
L'uovo prodotto senza nessun contatto con il maschio (uovo non fecondato) è comunque nato dal corpo della gallina ed è costituito dal suo sangue e dalle sue cellule. Quindi il suo consumo è al 100% non vegetariano.
Come afferma il noto scienziato americano Philip J. Scamble, nessun uovo è senza vita. Gli scienziati della Michigan University in America hanno dimostrato, al di là di ogni dubbio, come nessun uovo - fertile o non fertile sia senza vita.
La gallina produce uova non feconde in assenza del maschio. È stato
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osservato che produce un uovo non fecondo il giorno prima del contatto con il maschio, ma anche il giorno dopo. In altre parole, la gallina può produrre un uovo fecondo anche in assenza del maschio. Dopo cinque giorni dal contatto con il maschio, la gallina produce un altro uovo fecondo. Questo significa che il seme del maschio rimane nel suo corpo per un periodo di tempo considerevole. In alcuni casi, sono stati osservati periodi di tempo lunghi fino a sei mesi.
Un uovo fecondato è lo stadio prenatale di un pollo; uova non feconde fanno comunque parte del ciclo sessuale della gallina. Entrambi sono cibo non vegetariano. Victoria Moran, l'autrice del libro “Compassion: the Ultimate Ethics”, scrive che mangiare un uovo fecondato significa mangiare un pollo prima della sua nascita. Un uovo non fecondo è il prodotto di un ciclo sessuale del volatile e difficilmente si può considerare come cibo naturale per l'uomo.
Indipendentemente dal fatto che sia o no fecondo, l'uovo contiene senza dubbio la vita; sono presenti tutti i sintomi della vita: la respirazione, un nucleo, la capacità di nutrirsi, ecc. Ci sono quindicimila pori traspiranti sul guscio. L'uovo comincia a marcire a una temperatura inferiore agli 8°C. Quando comincia questo processo, il suo marcire si manifesta tramite l'evaporazione del contenuto d'acqua. L'uovo viene infettato da germi e si ammala. Questo processo intacca rapidamente il guscio dell'uovo.
Le uova contengono colesterolo in grande quantità. Il giallo d'uovo è la maggior fonte di colesterolo. Il colesterolo restringe le arterie e può essere la causa di cardiopatie o altre patologie come reumatismi e gotta, che possono causare seri e dolorosi problemi in età avanzata. I fatti provano che le uova non sono cibo vegetariano, ci portano a riconsiderare questa materia e a realizzare che una dieta vegetariana bilanciata contiene nutrienti e fibre salutari in abbondanza, senza bisogno di uova.
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LA STORIA DELLA SETA di Pramoda Chitrabhanu “Jain Meditation International Center"
Quanti sanno che la seta che indossano o utilizzano implica grande violenza? Sovente la seta viene indossata più con orgoglio che con venerazione. È triste seguire ciecamente le tradizioni senza domandarsi quale sia l'origine della seta e i processi necessari per produrla.
Tutto incominciò intorno al 1133, al tempo del re Kumarpal, re del Gujarat, uno Stato dell'India occidentale. Il suo regno fu largamente influenzato dal grande maestro Jaina Acharya Hemchandra, seguace del Saggio Jaina Mahavira. Il re era così ispirato dai suoi insegnamenti sull’Ahimsa e la Compassione che aveva introdotto, nell'intero Stato, il divieto di uccidere animali per cibo, per sport o per divertimento. Si dice che il re fosse inoltre stato ispirato dal santo a condurre una vita religiosa e a praticare quotidianamente il “puja" (venerazione simbolica di un idolo in un tempio) per mostrare la sua devozione al Saggio Profeta Mahavira. Per compiere il “puja" era buona usanza che il re indossasse i migliori abiti, nuovi e preziosi; fu così che Kumarpal ordinò le stoffe più pregiate. I suoi uomini partirono e in Cina acquistarono il più costoso, raffinato, delicato materiale per il loro re. A quel tempo, il re ignorava che il materiale acquistato per lui fosse seta che, essendo prodotta attraverso l'uccisione dei bachi, implica violenza pura. Se lo avesse saputo non avrebbe certamente utilizzato la seta per il “puja”. Ma, da quel tempo, la tradizione continuò. Sfortunatamente, anche oggi molti indossano abiti di seta nei rituali religiosi giustificando questa scelta col fatto che così faceva il re Kumarpal.
è giunto il tempo che ci si svegli e si aprano gli occhi sulla vera storia della seta. L'organizzazione Beauty Without Cruelty in India ha svolto un grande lavoro in questo campo e ha portato alla luce la crudeltà connessa con la produzione della seta.
La carezzevole, delicata e brillante seta è forse il più affascinante tessuto mai creato. Più di duemila anni fa, questo materiale così elegante veniva importato dalla Cina col nome sanscrito “Chinanshuk”. I sistemi legati alla sua produzione erano un segreto rigorosamente custodito, forse proprio perché coinvolgono l'uccisione di milioni di vite.
Il filamento della seta è stato filato dal baco da seta per costruire il suo
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bozzolo. Il bozzolo è una sorta di guscio che funge da protezione durante il ciclo di crescita e trasformazione da bruco a crisalide a tarma.
La tarma femmina produce circa 400-600 uova. Le uova si schiudono in circa dieci giorni e le larve (1/4 di centimetro di lunghezza) emergono. Vengono nutrite con foglie di mora per 20-27 giorni finchè non sono completamente cresciute (1,5 centimetri di lunghezza).
Un bruco completamente formato emette una sostanza gommosa dalla bocca e si copre con strati di questo filamento per formare un guscio in 2-4 giorni. Il bruco si trasforma in una crisalide in circa quindici giorni. Per fuoriuscirne deve tagliare il guscio. In tal modo rovina il filamento del guscio. Per evitare che il filamento venga rotto, le crisalidi vengono immerse in acqua bollente oppure passate attraverso aria calda o ancora esposte al disidratante calore del sole per uccidere la vita contenuta nel bozzolo. I filamenti del bozzolo vengono successivamente srotolati. Per produrre cento grammi di seta pura, devono essere uccise 1.500 crisalidi. Alcune crisalidi vengono scelte e tenute da parte per permettere alla tarma di emergere e accoppiarsi. Quando la tarma femmina ha deposto le uova, viene soppressa e controllata per evidenziare eventuali malattie. Se un animale presenta qualche patologia, le uova che ha deposto vengono distrutte.
Generazioni e generazioni di allevamento hanno tolto alle tarme la capacità di volare. Dopo l'accoppiamento, i maschi vengono gettati in un raccoglitore e buttati via.
L'India produce quattro varietà di seta ottenute da quattro differenti varietà di tarme. Sono conosciute col nome di Mulberry, Tussar, Eri e Muga. Il tipo Mulberry viene anche prodotto in altre nazioni produttrici di seta: Cina, Giappone, Russia, Italia e Sud Corea, ecc., mentre i tipi Eri e Muga sono prodotti solo in India.
Materiali alternativi alla seta sono fibre conosciute col nome di seta artificiale (art silk). Di queste, il "rayon" (viscose) è di origine vegetale, mentre nylon e poliestere sono derivati dal petrolio. La seta, una volta tessuta, è conosciuta con nomi diversi in funzione del tessuto, dello stile, del disegno e del luogo di produzione. Materiali come boski, pure crepe, pure chiffon, pure gaji, pure georgette, khadi silk, matka silk, organza, pure satin sono composti al 100% da seta. I sari (tipici abiti indiani) provenienti da Calcutta, Gadhwal, Madurai e Shantiniketan possono essere di seta al 100% oppure di cotone al 100%.
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I sari Irkal provenienti da Narayan Peth (Andhra Pradesh) possono essere di seta al 100% oppure parte seta e parte cotone.
I sari Venkatgiri possono essere realizzati completamente in cotone oppure misto seta/cotone. I sari Chanderi, Tissue, Poona, Ventakgiri e Maheshwari di Madhya Pradesh utilizzano la seta per l'ordito (insieme dei fili disposti longitudinalmente sul telaio) e il cotone per la trama (insieme dei fili che vengono intrecciati verticalmente all'ordito sul telaio).
Anche i modelli Manipuri Kota e Munga Kota hanno un filato misto seta e cotone. La seta Matka è seta pura al 100%. In questo modello, il filato dell'ordito è il filato in seta ottenuto con il metodo tradizionale descritto sopra, mentre il filato della trama viene ottenuto dai bozzoli che le stesse tarme hanno tagliato per liberarsi e uscire. Successivamente queste tarme, dopo che hanno deposto le uova, vengono schiacciate.
Materiali come crepe, chinon, chiffon, gaji, georgette, satin ecc. possono essere fabbricati con fibre sintetiche chiamate seta artificiale. I modelli più economici di Tanchhoi possono essere prodotti con un misto seta e sintetico.
Materiali giapponesi e indiani conosciuti come "China Silk” (e non Chinese Silk) non sono di seta pura ma di poliestere.
Coloro che desiderano conoscere il tipo di filato utilizzato in un particolare materiale, possono eseguire il seguente test: • per identificare la seta, dovete bruciarne qualche filo (un pezzettino di
trama o di ordito). Poiché il capello umano brucia allo stesso modo della seta, è facile capire se si tratta di seta facendo questo confronto. Prendete qualche capello caduto, tenetelo con una pinzetta e bruciatelo. Osservate come brucia. Quando finisce di bruciare, forma una pallina di cenere molto piccola (come una capocchia di spillo). Prendetela tra le dita e schiacciatela. Annusate la cenere resa polverosa. L'odore di capelli, seta, lana e pelle bruciati sarà lo stesso così come sarà lo stesso il modo di bruciare (e la formazione della pallina di cenere). Se è un filamento di cotone o di rayon, brucerà infiammandosi, non formerà la pallina di cenere e non avrà il tipico odore della seta. Se è un derivato del petrolio, come il nylon o il poliestere, brucerà formando una sottile e dura pallina vetrosa.
Materiali composti al 100% di seta sono: Boski, Pure crepe, Pure chiffon, Pure gaji, Pure georgette, Khadi Silk, Organza, Pure satin, Raw silk, Matka silk e altri ancora, di cui è bene essere consapevoli.
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LA STORIA DELLE PERLE di Pramoda Chitrabhanu "Jain Meditation International Center”
Un tempo le perle naturali, belle e eleganti, erano un simbolo di benessere e orgoglio per coloro che le possedevano. Basti osservare gli antichi ritratti dei re e delle regine adornati con lunghe collane e bracciali di perle. Oggi la situazione è differente. Purtroppo ben pochi aspetti della vita sul nostro pianeta sono liberi dalla crudeltà e dalla violenza. Quando apriamo gli occhi sulla vera storia nascosta dietro alle perle, difficilmente esse rimangono un simbolo di benessere e orgoglio per qualcuno. Per coloro che sono sensibili e tengono in considerazione, oltre alla propria, anche le altre vite, le perle sono un simbolo di dolore e sofferenza.
Miti e leggende nascondono il fatto reale che le perle derivano dalla sofferenza delle ostriche catturate nell'oceano. Le perle non costituiscono una parte naturale delle ostriche vive ma sono una formazione di reazione a una irritazione da corpo estraneo. La loro formazione si verifica quando un granello di sabbia, un pezzetto di guscio o un parassita indesiderato finiscono incidentalmente all'interno del guscio dell'ostrica. É come avere una particella estranea nell'occhio, che provoca irritazione finché non viene rimossa. Generalmente le ostriche non possono espellere il corpo estraneo dalla conchiglia, quindi, per ridurre il dolore causato dal corpo estraneo, lo circondano con una sostanza a base di carbonato di calcio e argento che l'ostrica normalmente produce per formare il suo guscio.
Dopo molti anni, l'accumulo di strati di madreperla forma una perla intorno all'elemento irritante rendendo meno dolorosa la presenza del corpo estraneo. Ecco come l'ostrica crea la perla iridescente con colori d'arcobaleno. Le perle prodotte con questo processo naturale sono molto rare.
Guidati dalla cupidigia, gli uomini hanno inventato sistemi artificiali per ottenere più perle. Uno di questi è Kokichi Mikimoto che ha sperimentato per anni come produrre perle nelle ostriche.
All'inizio del 1900, scoprì la soluzione e sviluppò la metodologia della coltivazione delle perle in Giappone. Iniziò un viaggio di dolore per le ostriche. Mikimoto brevettò un modo per obbligare piccole ostriche akoya a produrre perle. Il processo inizia con la ricerca subacquea di giovani ostriche nell'oceano. Un tecnico poi preleva piccole schegge di guscio da
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cozze d'acqua fresca. La piccola scheggia diventerà il nucleo che sostituisce il corpo estraneo una volta inserita all'interno dell'ostrica. Poi un piccolo pezzo di ostrica viene tagliato e inserito vicino al nucleo. Questo causa dolore e irritazione all'interno dell'ostrica per anni, e spinge l'ostrica a produrre la madreperla che ricopre il nucleo fino alla formazione di una perla. Oueste perle "innestate" sono decisamente più rotonde, più luminose e, ancora più importante, possono essere prodotte in grande quantità per la cupidigia e la passione umana.
Per anni le ostriche soffrono finchè non vengono aperte per estirparne le perle. Molte volte un'ostrica può non aver prodotto nulla e la sua vita è finita. Avendo conosciuto il processo di produzione delle perle, naturali o coltivate, la credenza che le perle non implichino violenza risulta falsa.
Molti credono che le perle coltivate siano prodotte artificialmente dall'uomo. L'evidenza prova la verità: esse sono create e prodotte soltanto dalle ostriche e ottenute dall'uccisione senza pietà di milioni di ostriche ogni anno.
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IL MITO DEL LATTE di Pramoda Chitrabhanu "Jain Meditation International Center”
Fin dalla nostra gioventù ci hanno fatto credere che il latte offra nutrimento e sia un alleato della salute delle ossa. Certo, il latte della madre è buono. Ma chi dice che abbiamo bisogno del latte di altri animali per il resto della nostra vita? Nessun animale beve il latte di altri animali dopo essersi staccato dal latte della propria madre. Perché noi continuiamo a bere latte? È necessario o lo stiamo facendo per abitudine e condizionamento?
Sapete che il bicchiere di latte sulle vostre tavole è stato prodotto per nutrire un innocente vitello? Come vi sentireste se il vostro bambino venisse privato del latte della propria madre? Noi non proviamo mai a relazionare questi problemi immedesimandoci negli animali. Finché gli animali verranno considerati a nostra totale disposizione, continueremo ad abusare di loro. Il latte che noi beviamo deriva da mucche e bufale che vengono torturate, tormentate e abusate in ogni modo. Come possiamo parlare di Nonviolenza (Ahimsa) quando la violenza è il nostro stesso modo di vivere? Il premio Nobel Isaac Singer una volta disse "Come possiamo chiedere pietà a Dio se non diamo pietà agli altri?” Avremo ciò che doneremo: se noi diamo gioia agli altri riceveremo gioia, ma se noi diamo dolore, riceveremo indietro solo dolore.
Così, cerchiamo di mostrare la vera storia nascosta dietro all'industria del latte e di conoscere le terrificanti condizioni nelle quali le mucche vengono munte. Viene di seguito riportato un estratto del libro “Heads And Tails" (Teste e code) di Menaka Gandhi dove è spiegato il destino delle mucche. Questo succede in India come nelle altre parti del mondo, dove le mucche sono sfuttate e abusate con grande crudeltà.
"Un flusso continuo di latte viene estratto dalle bovine da latte solo mantenendole costantemente incinte, partendo dall'età di due anni, ogni nove mesi. Dopo aver partorito, una mucca viene munta per dieci mesi, ma viene ingravidata artificialmente già durante il terzo mese e per i rimanenti sette mesi viene munta durante la gravidanza. Le rimangono solo da sei a otto settimane tra una gravidanza e l'altra. Ogni mucca viene munta due o più volte al giorno e, in media, una mucca indiana dell'industria lattifera produce cinque volte più latte di quello che produrrebbe nei suoi quin
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dici anni se fosse allevata per migliori e più appropriati utilizzi in accordo con la sua genetica. Per ottenere la resa maggiore, le mucche vengono nutrite con pastoni di fagioli di soia e cereali (con i quali si sarebbe potuto alimentare un grande numero di persone). La domanda per la produzione di latte è talmente elevata che sovente nelle bovine interviene la rottura dei tessuti delle mammelle, e una patologia chiamata chetosi.
Altra malattia diffusa presso le mucche da latte è l'acidosi del rumine causata dalle grosse porzioni di carboidrati che fermentano velocemente; questa patologia porta a zoppia e a generale indebolimento. Per la maggior parte del tempo la mucca è legata in uno stretto box in mezzo ai propri escrementi e afflitta da infezioni alle mammelle come mastiti, dolorose infiammazioni delle ghiandole mammarie. In tutta questa lunga catena di sofferenze, le mucche malate vengono mantenute in vita tramite antibiotici, ormoni e altri farmaci, i quali giungono a voi nella tazza di latte del mattino.
Ogni anno il 20% di queste mucche da latte vengono eliminate dagli allevamenti per infertilità o malattia. Vengono allora lasciate morire di fame o spedite coi camion alla macellazione per produrre carne per coloro che non trovano niente di sbagliato nel mangiarla. La produzione del latte è strettamente legata al mercato della carne. Nessuna mucca vive il suo intero ciclo di vita. Ogni mucca viene munta, sfruttata fino all'ultimo e poi uccisa.
Che cosa capita ai figli delle mucche, i vitellini? Tutti i vitelli vengono separati dalle loro madri dopo tre giorni. Se il vitello è una femmina sana, viene nutrita con un surrogato del latte per poi rimpiazzare un'altra bovina entro due anni. I vitelli maschi vengono legati e lasciati morire di fame, il che generalmente implica una settimana di immensa sofferenza. Alcuni vengono stipati su camion uno sull'altro e spediti illegalmente alla macellazione per essere uccisi e produrre la carne di vitello che la gente mangia al ristorante, il che è illegale. Alcuni vengono venduti all'industria del formaggio, dove vengono squartati e viene prelevato loro lo stomaco per il caglio, l'acido necessario per la produzione del formaggio. Alcuni maschi vengono selezionati e isolati per il resto della loro vita per prelevare loro il seme per le inseminazioni artificiali. Non è raro che, una volta diventati vecchi e inutili, vengano lasciati per le vie delle città a vagabondare finchè un camion non li investe (io lo so molto bene: in una settimana, ho raccolto otto tori).
Qual è l'essenza di una mucca? Quella di essere serenamente assorta nel proprio quieto ruminare e di vivere tranquillamente i suoi venti lun
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ghi anni in armonia con la natura. La mucca non è una pompa di latte a quattro zampe che possiamo impunemente rendere orfana, allevare, alimentare chimicamente, farmacologizzare, inseminare e manipolare per l'unico obiettivo: massimo quantitativo di latte al minimo costo.
Avete mai visto il “phookan", il trattamento riservato alle vecchie mucche da latte, proibito per legge, ma che viene ugualmente praticato su migliaia di mucche ogni giorno? Non appena il latte di una mucca inizia a diminuire, uno spuntone le viene infilato nell'utero e mosso causandole un intenso dolore, credendo che questo rinvigorisca il flusso di latte. Questo spuntone provoca dolorose piaghe nell'utero - pensateci, donne - ma questo non interessa a nessuno, dato che la mucca è, in tutti i casi, alla fine del suo ciclo di produzione del latte e l'alternativa, per lei, è essere legata e lasciata morire di fame, oppure essere spinta su un camion con altre quaranta e condotta al macello...
Si pensa che i latticini forniscano molto ferro e proteine. Molte persone che consumano grosse quantità di latte, specialmente i vegetariani dell'India del nord, che credono che il latte e il “paneer" siano sostituti proteici della carne, hanno presentato carenze di ferro che causano anemie. Il latte non solo non fornisce ferro, ma ne riduce l'assunzione. I vegetali verdi, come ad esempio gli spinaci, sono la migliore fonte di ferro.
Ma a che cosa serve mangiare vegetali verdi se il vostro bicchiere di latte bloccherà l'assunzione del ferro in essi contenuto? Ascoltate il vostro corpo. Avete mai notato che quando siete anche leggermente malati, provate nausea al solo pensiero del latte che i dottori raccomandano di prendere finchè non vi siate rimessi? Questo perché, dopo i quattro anni, una larga percentuale di persone perde la capacità di digerire il lattosio, il carboidrato presente nel latte. Risultato: costoro presentano persistenti sintomi come diarrea, gas intestinali e crampi allo stomaco. La richiesta proteica totale di un essere umano è del 4-5% della porzione calorica giornaliera. La Natura ha predisposto il nutrimento per l'uomo in modo da offrirgli sempre più di ciò che occorre.
L'alternativa ai latticini è il latte di soia ricchissimo in vitamine e nutrienti. Con il latte di soia si possono produrre eccellenti "dahi”, “paneer", gelati, burro, formaggi e cioccolato al latte, margarina vegetale e tavolette al calcio che, inoltre, costano anche meno del latte! Il latte è un furto non necessario. Pensate che un vitello trarrebbe beneficio dal latte di
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vostra madre? No, non succederebbe. Allora come potete voi beneficiare del latte di sua madre? Molta gente nel sud-est asiatico e nel medio oriente non tocca, con ragione, questo cibo. Tutti gli studi hanno mostrato che gli asiatici possiedo la più elevata intolleranza al lattosio. In India hanno prevalso le attraenti pubblicità occidentali per molti anni. Il concetto antico e saggio per cui "la natura è il cibo migliore e perfetto" purtroppo è molto lontano. E, ancora più importante, al di là del fatto di danneggiare se stessi, ogni bicchiere di latte che bevete, ogni gelato, ogni panetto di burro, ha causato senza alcun dubbio una enorme violenza contro un dolce innocente animale e i suoi figli”.
Infine, non dimentichiamo la consuetudine di usare il latte e i suoi coprodotti nelle cerimonie e nei rituali all'interno dei templi. Le pratiche di bagnare le statue ("abhishek”) col latte e di offrire dolci alle divinità preparati con il latte fanno parte di rituali diffusi nei templi, che inquinano la grande santità di quei luoghi. È uno spreco e una violenza lasciare che tutto quel latte finisca poi nei canali dove diviene nutrimento per i batteri. Questo tipo di pratiche deve finire; l'usanza di bagnare le statue ("abhishek”) deve essere mantenuta, ma utilizzando acqua pura e pulita o latte di soia o di riso.
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LE FABBRICHE DI CUCCIOLI Da un volantino della “PETA, People for Ethical Treatment of Animals"
Poche persone riescono a non guardare i cagnolini e i gattini nelle vetrine dei negozi di animali d'affezione. Ma uno sguardo più attento rivela un sistema nel quale l'alto prezzo pagato per "quel cucciolo in vetrina” impallidisce in confronto ai costi in sofferenze pagati dagli stessi animali.
La maggior parte dei cani venduti nei negozi di animali, fino a mezzo milione l'anno, sono cresciuti nelle “fabbriche di cuccioli”, allevamenti/canili situati principalmente nel Midwest, tristemente noti per le condizioni tremende e dure, la sporcizia e il grande numero di animali ammalati e con problemi psicologici (1).
Mantenimento e cura
I canili-fabbriche di cuccioli solitamente consistono in piccole gabbie di legno e rete metallica, o anche casse e container, tutti all'aperto, dove le femmine vengono ingravidate senza pause. Le madri e la loro prole spesso soffrono di malnutrizione, eccessive esposizioni al sole e mancanza di adeguate cure veterinarie.
Le continue gravidanze hanno un alto prezzo per le cagnoline; esse vengono infatti uccise all'età di sei o sette anni, quando il loro corpo cede ed esse non sono più in grado di generare abbastanza prole (2).
I cuccioli vengono sottratti alle loro madri dopo quattro/otto settimane e venduti a mediatori che li “imballano" in piccole casse da trasporto e li rivendono ai negozi di animali. I cuccioli che vengono trasportati dalle fabbriche ai mediatori e successivamente ai negozi possono percorrere centinaia di chilometri su camion e/o aerei, generalmente senza cibo, acqua, ventilazione, controlli.
A causa delle condizioni insalubri delle fabbriche di cuccioli e del drammatico trattamento durante i trasporti, solo la metà dei cuccioli sopravvive fino a raggiungere il mercato (3),
Quelli che sopravvivono, difficilmente potranno riabilitarsi dalle sofferenze patite e diventare equilibrati e gioiosi. Non spendendo soldi per cibo adeguato, cure di mantenimento e veterinarie, gli allevatori, i mediatori e i
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negozianti si assicurano il massimo profitto. L'allevamento dei gatti avviene in scala minore ma in condizioni analoghe.
Ispezioni infrequenti
Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) stima che il 25% dei 3.500 canili-allevamento che hanno ottenuto la licenza federale lavora in condizioni al di sotto degli standard richiesti. L'USDA ha il compito di monitorare e ispezionare i canili per verificare che non vengano violati gli standard legali di trattamento e protezione degli animali, ma le ispezioni ai canili non sono considerate prioritarie per l’USDA e i canili non vengono ispezionati con regolarità. Anche quando vengono rilevate irregolarità, i gestori dei canili vengono raramente multati, e ancora più raramente i canili-allevamento vengono chiusi (4).
I canili-allevamento che sono stati condannati più volte per irregolarità spesso impediscono l'accesso al personale del Servizio per le Ispezioni per la Tutela degli Animali (APHIS).
Nel dossier per il benessere degli animali presentato al Congresso dell’APHIS nel 1998 si legge che è stato negato l'accesso agli ispettori in 2.186 casi; tuttavia a questi canili non è stata ritirata la licenza. In un caso gli ispettori dell’APHIS hanno lasciato ai gestori il modulo da compilare in bianco per una auto-ispezione... (5)
L’American Kennel Club (AKC), Associazione dei canili-allevamento americani, mentre proclama di promuovere solo le buone gestioni, non tenta di influenzare o riformare gli allevamenti delle fabbriche dei cuccioli, forse perché riceve milioni di dollari dagli allevatori che pagano le tasse di registrazione all'AKC per la commercializzazione dei cani di razza. (6)
Pochi controlli di Stato
Le fabbriche di cuccioli vengono raramente monitorate da ufficiali governativi. In seguito alla cattiva pubblicità delle fabbriche di cuccioli nel Kansas, circa 2.400, la legislatura del Kansas promulgò una legge, il primo luglio 1988, che richiede la registrazione e ispezioni due volte l'anno sia a
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tutti i canili che agli allevatori commerciali per assicurare che i cani utilizzati negli allevamenti abbiano riparo, cibo e cure veterinarie appropriate (7). Tuttavia, questa legge, come quella di tanti altri Stati, si è rivelata totalmente inadeguata (8)
Quantità, non qualità
I cani delle fabbriche di cuccioli vengono allevati in funzione della quantità, non della qualità, causando difetti genetici incontrollati e disturbi della personalità che si trasmettono di generazione in generazione. Il risultato sono le alte spese veterinarie che le persone che acquistano questi cani si trovano costrette ad affrontare, e la possibilità che cani non socievoli o disturbati vengano abbandonati quando i padroni si rendono conto di non riuscire a gestire i loro problemi. I cani costretti a vivere in anguste gabbie senza possibilità di movimento, senza affetto né contatto umano sviluppano comportamenti indesiderati e possono diventare aggressivi o asociali, oppure abbaiare continuamente. Inoltre, al contrario delle associazioni di volontariato e protezionismo, i negozi di animali non si interessano di verificare la destinazione e la buona cura degli animali che vendono. Essi, inoltre, si sbarazzano in qualsiasi maniera degli animali rimasti invenduti; sovente questi vengono uccisi. La carenza di buone leggi permette ai gestori dei negozi di animali di continuare impunemente a vendere animali malati o psicologicamente disturbati anche se, in alcuni casi, associazioni di volontariato o dipartimenti di polizia sono riusciti a far chiudere negozi di animali quando sono state scoperte gravi irregolarità.
Dollari e significato
Nella società di oggi, dove cani e gatti indesiderati (anche di razza) vengono uccisi a milioni ogni anno nelle cliniche per animali, qual è il significato di allevare animali e venderli ai commercianti? Senza i negozi di animali, l'incentivo finanziario per le fabbriche di cuccioli scomparirebbe. Le persone che desiderano la compagnia di un animale dovrebbero rivolgersi ai veterinari o recarsi ai canili.
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Nonostante agli animali venduti dagli allevatori privati vengano risparmiate le tristi miserie delle fabbriche di cuccioli, essi soffrono comunque degli stessi problemi fisici causati dall'allevamento di cui soffrono gli animali delle fabbriche (come la displasia dell'anca); inoltre, essi contribuiscono alla sovrappopolazione degli animali da compagnia destinati alla sofferenza. Solo quando le persone rifiuteranno di supportare i negozi di animali d'affezione, le fabbriche dei cuccioli e gli allevatori, questa catena di miserie verrà finalmente spezzata.
(1) Hinds, Michael de Courcy, Amish at Heart of Puppy Mill Debate, New York
Times, Sept. 20, 1993. (2) Ibid (3) Ahrens, Tracy, Plague of Puppy Mills Hampers Pet Industry and Dampens
Consumer Trust, Daily Journal, Nov. 3, 1993. (4) Regulation of Pet Dealers Is Lax, USDA Audit Warns, Miami Herald, June
29, 1992. (5) Testimony of Judith Reitman, author of Stolen for Profit, presented to the
Agriculture, Rural Development, Food and Drug Administration and Related Agencies Subcommittee on Appropriations, U.S. House of Representatives,
on April 3, 1995. (6) Satchell, Michael, Should You Buy That Doggie in the Window? Parade, July
19, 1987. (7) Humane Society of the United States, Animal Activist Alert, July 1988. (8) Scott, Laura, Missouri, Kansas Still Grappling With Puppy Mill Problems,
Kansas City Star, Jan. 28, 1991.
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ALTERNATIVE AGLI ABUSI SUGLI ANIMALI di Pramoda Chitrabhanu "Jain Meditation International Center”
Le informazioni raccolte in questo articolo sono un valido aiuto per minimizzare la sofferenza e l'abuso quotidiano delle creature viventi. Molti aumentano il consumo di uova e di latte quando intraprendono una dieta vegetariana.
Numerosi vegetariani non si rendono conto di supportare, in questo modo, il grosso sfruttamento degli animali insito nell'industria lattifera, così come nell'industria della lana, degli articoli in cuoio e delle pellicce.
Di seguito vengono riportati alcuni dati e alcune alternative che possono essere prese in considerazione. La seguente lista di informazioni è stata compilata dal “Jain Meditation Center” di New York.
La situazione attuale
Etica dell’Ahimsa (Nonviolenza)
Gli allevamenti intensivi sono il sistema di allevamento utilizzato attualmente nel mondo basato su una tecnica di contenzione in batteria che riduce mammiferi e uccelli a unità di produzione confinate nelle condizioni più atroci. Stress, malattie, dolore e sofferenze sono inevitabili per gli animali.
Mucche
La mucca, un animale naturalmente docile, è stata trasformata in una macchina per la produzione di carne e latte, drogata e sottoposta a iniezioni di ormoni e antibiotici. Alla fine, quando non è più utilizzabile come produttrice di latte o vitelli, subisce gli orrori della macellazione.
Le mucche vengono artificialmente mantenute costantemente gravide e costrette a produrre latte in misura quattrocento volte maggiore rispetto al normale. Di conseguenza sviluppano malattie e infezioni (che non si manifestano in condizioni naturali) che necessitano l'uso di vari tipi di antibiotici. I cuccioli neonati vengono sottratti alle loro madri in modo tale che
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l'uomo possa bere il latte prodotto per loro. I vitelli vengono chiusi in bui box di legno, resi anemici tramite una dieta liquida, per produrre la carne bianca di vitello. Il caglio, usato per produrre il formaggio, viene ottenuto dallo stomaco di piccoli vitelli appena uccisi.
Polli
Le galline allevate negli allevamenti intensivi sono confinate e bloccate in anguste gabbie di metallo (circa 12/15 cm. per 3/6 cm.). Più del 90% del totale delle uova prodotte provengono da allevamenti intensivi. La vita di un pollo all'interno degli allevamenti è di circa 8/10 settimane. Lo spazio assegnato mediamente è di circa 5 cm quadrati per ogni uccello. Questa sovrappopolazione è causa di tanto stress e di tale nevrosi per gli uccelli da renderli agressivi e portarli a violenti beccaggi che possono sfociare in episodi di canibalismo. Per risolvere questo problema (causa di una riduzione del profitto) gli allevatori hanno istituito il taglio del becco tramite una macchina dotata di una lama calda, il taglio delle unghie, una modifica della luminosità naturale e aggiunta di medicinali anti-stress al cibo e all'acqua.
Le galline allevate al suolo vengono comunque macellate quando la loro produzione di uova cala.
Pecore
La quantità di lana che le pecore sviluppano in natura è assai inferiore a quella indotta negli allevamenti intensivi.
Le pecore vengono tosate continuamente e in tutte le stagioni. Ogni anno migliaia di pecore muoiono per l'esposizione al freddo. Infatti, una pecora appena tosata è più sensibile al freddo di un uomo nudo.
Le pecore non vengono tosate da “esperti” come vediamo in alcuni documentari. La verità è che la lana viene tagliata con violenza e la tosatura avviene velocemente mentre alcuni tamponatori del sangue stanno di fianco per coprire le ferite con del catrame. Le pecore vecchie vengono alla fine inviate alla macellazione in condizioni abominevoli e senza cibo e acqua.
Anche se la gente smettesse di mangiare agnelli e montoni, le pecore verrebbero comunque allevate anche solo per la loro lana. L'acquisto di prodotti a base di lana supporta questa crudeltà.
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Api
In buona parte, le api vengono allevate industrialmente. Il miele e i favi vengono loro sottratti, e sostituiti con un economico surrogato dello zucchero con il quale esse non possono sopravvivere. Migliaia e migliaia di api muoiono durante le operazioni di estrazione del miele.
Animali "da pelliccia"
Molto spesso le trappole per gli animali "da pelliccia" non producono una morte veloce. Le trappole comunemente più usate sono le tagliole d'acciaio. Gli animali intrappolati possono rimanere bloccati per giorni finché non vengono controllate le trappole. Molti si strappano l'arto per fuggire. L'intrappolamento produce non solo una dolorosa angoscia per l'animale, ma anche la morte per fame della sua prole.
Gli animali "da pelliccia" allevati commercialmente (come i visoni) vengono cresciuti in piccole gabbie a maglia larga; questa condizione provoca angoscia e dolore e gli animali non raggiungono un anno di età. I metodi di uccisione sono estremamente dolorosi per evitare di rovinare la pregiata pelliccia.
Cosmetici e test su animali
Per cosmetici si intende l'insieme di dentifrici, shampoo, colluttori, talco, lozioni per le mani, rossetti, trucco per gli occhi, creme per il viso, articoli per i capelli, profumi e cologne. La maggior parte di questi contiene prodotti di origine animale ed è testata su animali nei laboratori. Anche se la FDA (Food and Drug Administration) non richiede certi test, la stessa appoggia le procedure della Gillette riguardo ai test su animali.
I più comuni test su animali sono: il test LD50, che induce la morte nel 50% degli animali usati (ratti, topi, porcellini d'India e cani) per determinare la dose letale di un prodotto; il test Draize, usato per misurare l'irritazione dell'occhio causata da cosmetici e altri prodotti, che si effettua bloccando alcuni conigli e somministrando quantità sempre maggiori di prodotto direttamente sulla loro cornea; il test di tossicità acuta sulla pelle, in cui la sostanza da testare viene spalmata sulla pelle di animali dopo aver prodotto abrasioni. I saponi usualmente contengono grassi animali come il
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sego (acido stearico e relativi sali). Gli shampoo possono contenere sego, glicerina animale, collagene della placenta, proteine animali e olio di fegato di merluzzo. Molti dentifrici in commercio contengono glicerina animale. I profumi costosi comunemente contengono muschio, una secrezione prelevata dai genitali di alcuni mammiferi. Questi animali vengono sottoposti a tali dolorosi prelievi per tutta la loro vita.
Uso di animali nell'intrattenimento ludico
Circhi, zoo, rodei, corse dei cavalli, ecc.: qui gli animali vengono sottoposti a dolorosi addestramenti e forzati a esibirsi, totalmente alienati dai loro naturali stili di vita. Anche la loro condizione di vita è innaturale.
Un numero incalcolabile di animali viene ucciso prima che un buon esemplare venga catturato per zoo e circhi. Molti animali muoiono durante il trasporto. I loro piccoli vengono abbandonati a morire di fame.
Pungoli elettrici vengono usati nei rodei, e tori e cavalli domati vengono preparati all'esibizione legando strettamente intorno al loro addome una cintura di pelle che pressa contro i genitali. Vengono loro rotte le corna, ed essi vengono maltrattati, legati, presi a calci e abusati.
Gli animali “da circo” vengono costretti a comportarsi come attori comici. L'addestramento è molto duro.
I cavalli "da corsa” vengono selezionati geneticamente dall'uomo per la loro velocità, ma soffrono costantemente a causa di anche deboli e lussate, ossa rotte e abuso di droghe, e spesso devono essere "distrutti”.
Impatto sulla salute
La carne, il formaggio e le uova sono estremamente ricchi di grassi saturi e di colesterolo che, accumulandosi nelle arterie, è il maggior responsabile di cardiopatie.
Grandi quantità di antibiotici e medicinali vengono usate per controllare le tante malattie a cui sono soggetti gli animali "da carne", le mucche ei polli, dato il loro innaturale sistema di vita negli allevamenti. Residui di droghe sono presenti nella carne, nel latte e nelle uova degli animali.
I reni di un consumatore moderato di carne lavorano tre volte di più rispetto a quelli di un vegetariano. Questo è dovuto all'eccesso di tossine
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nella carne, che i reni devono eliminare. Il lardo, il grasso bianco di maiale, non è facilmente digeribile. Viene largamente impiegato in molti generi alimentari cotti.
Residui di pioggia radioattiva molto minori sono presenti nei latti vegetali rispetto a quelli presenti nel latte di mucca (il latte di mucca contiene mediamente l'elemento Stronzio in quantità 98 rispetto al 90 contenuto nei latti vegetali come latte di soia o latte di riso).
Il latte di mucca ha una diversa composizione rispetto al latte umano. Non dimentichiamo che il latte della mucca è l'alimento naturalmente destinato al vitello e non all'uomo. Il latte di mucca non è l'unica fonte di calcio. La concentrazione di calcio nel latte di mucca è di 120 mg. per 100 grammi; la noce del Brasile ne contiene 176/186 mg.; le mandorle 234/247 mg.; il cavolo 179/200 mg.; le alghe più di 1000 mg.; i semi di sedano 1160 mg.; solo per nominare qualche fonte alternativa al latte.
Impatto sull'economia, l'ecologia e l'ambiente
I rifiuti e le deiezioni, gli agenti chimici e il grasso prodotti dall'industria della lavorazione della carne passano nei nostri sistemi fognari e da lì raggiungono i nostri fiumi. I macelli e gli allevamenti sono tra i peggiori inquinatori di terra, acqua e aria.
Una dieta che include carne e latticini richiede un consumo giornaliero otto volte maggiore in litri di acqua rispetto alla produzione di alimenti non animali. Una dieta senza animali richiede 1/4 di acro di terreno per persona, mentre i mangiatori di carne e latticini richiedono più di due acri pro capite. Metà della popolazione mondiale è alla fame o sottonutrita. Mancano più di otto milioni di tonnellate di cibo, stimato in cento milioni di tonnellate nel solo anno 2000.
Una dieta Vegan ELIMINEREBBE la fame nel mondo.
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Le alternative
Alternative alimentari
Proteine Animali Fagioli e legumi (ad esempio lenticchie), granaglie, noci, tofu, avocado, olive, proteine vegetali così come alimenti vegetali reperibili nelle Erboristerie e nei negozi di alimentazione Vegan. Le combinazioni Legumi + Cereali, Legumi + Semi o Legumi + Noci forniscono proteine di alta qualità in maniera completa (ad es.: pasta e fagioli, riso e piselli, riso e fagioli, lenticchie e riso, fagioli e mais).
Latte Latte vegetale come latte di soia, latte di riso, latte di noci. Succhi di frutta e succhi vegetali.
► Uova
Per la preparazione dei cibi cotti possono essere utilizzati sostituti delle uova. Possiamo escludere le uova da molte ricette che le richiedono, con risultati ugualmente soddisfacenti.
Calcio Mandorle, semi di sedano, vegetali verdi, mais, melassa, alghe, fichi secchi, semi di girasole.
▸ Ferro
Frutta secca come uva e fichi, vegetali verdi, melassa, alghe, noci, mandorle e anacardi.
► Burro
Le margarine di soia non contengono prodotti di origine animale e si possono trovare nelle Erboristerie così come nei Supermercati.
Formaggio Il Tofu, o formaggio di soia, può essere utilizzato in molti modi come sostitutivo del formaggio.
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▸ Miele
Sciroppo d'acero, melassa, zucchero.
Alternative nell'abbigliamento
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‣ Lana
Acrilico, rayon, Orion (per maglioni, coperte, ecc.).
‣ Cuoio
Scarpe, cinture, borse, portafogli, ecc., vengono prodotti anche in materiali alternativi alla pelle (ad es.: elastomere, alcantara, lorica, ecc.).
‣ Seta
Acetato, nylon, satin.
▸ Pelliccie
Imitazioni in acrilico.
▸ Toeletta
Prodotti senza lanolina, glicerina animale, sego o altri derivati animali. Generalmente, tutti i saponi commerciali contengono sego o grasso animale. Se non è possibile determinare gli ingredienti dall'etichettatura, EVITATELI e scrivete ai produttori per maggiori informazioni.
Alternative nella confezioni dei prodotti
‣ Cuscini
Materiali non allergenici di acrilico.
‣ Coperte
Materiali di acrilico o nylon.
▸ Tappeti Acrilico, nylon, cotoni.
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Materassi & Mobilio Evitare piume d'oca, crine di cavallo e altri peli animali.
Spazzole Evitare “natural bristles”, che derivano dai cinghiali. Usare solo nylon.
Brillantina e cere Se l'etichetta non riporta tutti gli ingredienti, controllate il vostro prodotto favorito scrivendo al produttore.
Alternative alle medicine, ai farmaci e alle vitamine
Vaccini, sieri, molti farmaci e preparati vitaminici contengono prodotti animali o sono stati testati su animali. La meditazione e lo yoga, insieme a una dieta bilanciata, aria fresca, abbondante acqua e riposo diminuiscono la necessità di frequenti rimedi farmacologici. Digiuni occasionali ed erbe costituiscono solo alcuni dei numerosi rimedi naturali.
Sport e alternative negli intrattenimenti
Incoraggia alternative umane alla caccia, alle corse, alla pesca, agli zoo, ai rodei e ai circhi come film istruttivi sugli animali nei loro habitat naturali, libri e altro materiale educativo.
Additivi basati sullo sfruttamento animale da evitare
►Stearati di calcio
Gli stearati molto spesso contengono sostanze grasse prelevate dallo stomaco dei maiali, che agiscono come emulsionante, e si trovano anche sotto forma di lactilato sterile di sodio e acido stearico.
Acido lattico L'acido lattico è un co-prodotto dei macelli.
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Colorante rosso, cocciniglia Settantamila cocciniglie vengono uccise per produrre mezzo chilo di questo colorante rosso.
Caglio Il caglio è un enzima prelevato dallo stomaco di vitellini molto giovani ed è usato per l'aggrumamento del latte nella produzione del formaggio.
► Gelatina
Proteina secca estratta da ossa, tendini e pelli di animali.
Lipasi La Lipasi è un enzima proveniente dagli stomaci e dalle ghiandole della lingua di vitellini, capretti e agnelli.
Glicerolo Monostearato Il Glicerolo Monostearato viene usato come emulsionante. È una proteina idrolizzata spesso di origine animale.
Pepsina La Pepsina è un agente aggrumante derivato dai maiali che viene usato in alcuni formaggi e vitamine.
► Olio di balena
L'olio idrogenato di balena viene usato in molte margarine, ma principalmente nei cosmetici e nei prodotti da toeletta così come nell'industria del cuoio.
Acido Stearico L'acido Stearico deriva dalla macellazione dei maiali e viene usato per la produzione di saponi.
► Vitamine D2 e D3
Le vitamine D2 e D3 possono provenire da olio di pesce e sono spesso presenti nel latte.
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È una buona idea scrivere al produttore quando si è in dubbio su un prodotto. Per favore, condividete con altri e diffondete le informazioni che avete in merito alle sostanze animali, specialmente se utilizzate come ingredienti nella preparazione dei cibi.
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Che cosa hanno detto i nostri lettori
In riferimento all'articolo: Gli allevamenti di mucche da latte
Subject: Thank you for opening my eyes Date: Fri, 5 Sep 1997 12:40:23 -1000 From: "h2oMan"
Il tuo messaggio ha colmato di lacrime i miei occhi. Letteralmente.
Una volta pensavo non ci fosse nessuna possibilità per me di abbandonare gli alimenti derivati dagli animali. Dopotutto, cos'è il cibo indiano senza l'aroma paradisiaco del “ghee” [burro fuso)? E non lo usavano anche i nostri santi? Nello stesso tempo sapevo di essere un bugiardo e, peggio di tutto, verso me stesso. Solo facendo un voto per una dieta e uno stile di vita vegan ho potuto trovare la pace. Sapendo che le mucche e gli altri animali soffrono per quello che viene fatto loro negli allevamenti, non è possibile usare i loro corpi o le loro secrezioni come nutrimento libero da colpa. E adesso ho imparato che anche in India assoggettiamo le mucche alle torture della tecnologia dell'industria lattifera!
Non puoi immaginare l'ispirazione che mi ha dato sentire che un altro indiano ha deciso di seguire uno stile vegan eliminando burro, latte, ecc.
Ho salvato il tuo messaggio per mostrarlo ad altri e usarlo nel tempo quando mi ritroverò a cercare scuse.
Gurrez
Date: Thu, 20 Aug 1998 12:11:05 -0700 From: “Baid, Jyoti”
Questo è un articolo molto completo e ben scritto sull'industria lattifera negli USA. Anche dopo aver letto numerosi articoli sull'argomento mi ha lasciato estremamente turbata.
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Sono quasi vegan da circa due anni adesso, da quando ho appreso la prima volta questa storia di orrore. Mio marito si sta gradualmente convertendo e nostro figlio è nato con un'allergia al latte...
Jyoti Baid
Date: Mon, 29 Sep 1997 09:15:46 +0500 From: Sailu Page #136
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IL LIBRO DELLA COMPASSIONE - RIVERENZA VERSO OGNI FORMA DI VITA
Date: 25 Aug 98 11:59:27 -0700 From: RAMARNAT@us.oracle.com>
Il tuo articolo è molto bello. Non appartengo alla comunità Jaina ma sono un Tamil vegetariano che sta tentando di diventare vegan e sono totalmente per la nonviolenza.
Abbiamo un gruppo di animali (cani, gatti, mucche, capre, ratti) a casa e cerchiamo di essere il più gentili possibile con queste creature. Ho trovato un significato in ogni singola parola che hai scritto.
Amar
Date: Thu, 04 Sep 1997 12:13:29 -0700 From: Janak Lalan
Sono grata a Mr. Pravin Shah per aver fornito queste informazioni.
Sono sicura che molto presto realizzerai che hai fatto veramente una gran cosa. Sei un vero Jaina.
Bina Lalan
Date: Mon, 08 Sep 1997 16:38:50 -0700 From: Deepak Patel
La tua mail mi piace molto. So che non è una questione di piacere o non piacere. Ci hai descritto una realtà orribile. Sono un vegan...
Deepak Patel - Bay Networks Inc.
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IL JAINISMO - PARTE SECONDA
Date: Wed, 19 Aug 1998 08:33:28 -0700 (PDT) From: Frank Riela
La tua nota mi ha confermato tutte le ragioni per le quali io sono vegan da molti anni. Anche se è doloroso leggere queste cose, mi va bene ricordare i motivi per i quali viviamo in un certo modo. Quello che intendo è che... essere vegan era per me semplicemente... un modo di mangiare.
Inoltre, tutto il mio sistema cardiocircolatorio continua a essere eccellente. Colesterolo basso, buoni livelli di ferro, ecc. Da quando sono vegan il mio peso corporeo è normalmente mantenuto al giusto livello e mi sento in salute, sia fisicamente che spiritualmente.
Frank Riela
Date: Sun, 2 Nov 1997 08:28:43 -0500 From: "lan R.Duncan"
Ho grandemente apprezzato che tu abbia portato nella jainlist l'argomento dell'industria lattifera, anche se potrebbe aver causato molto dolore a qualche lettore. C'è naturalmente una fiorente tradizione vegan in occidente, USA compresi, basata su considerazioni di salute e morali piuttosto che quelle strettamente religiose, vedi ad esempio il sito:
nacres.com/html/cannibal.html
Ian Duncan, Rome, Italy
Date: Thu, 20 Aug 1998 10:48:15 -0400 From: Joanne Stepaniak
Sto girando il tuo articolo “La mia visita a un allevamento di mucche da latte” e vorrei ringraziarti per quello che stai facendo per portare una consapevolezza vegan nella comunità Jaina. Benché io non sia un Jaina, ap
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prezzo la filosofia e l'etica del modo di vivere Jaina. Sono l'autrice di molti libri di cucina vegan, inclusi, fra gli altri, “The Uncheese Cookbook” e “Vegan Vittles”. Nei miei libri ho raccontato la difficile situazione delle mucche da latte, come un argomento da tenere sempre presente, di importanza vitale. È meraviglioso che tu abbia preso la decisione di diventare vegan in una età "avanzata”. Sei proprio un bell'esempio per tutti coloro - giovani e vecchi - che pensano sia troppo difficile cambiare. Ti auguro ogni bene. Stai facendo un lavoro molto apprezzabile e importante.
Joanne Stepaniak - Joanne@vegsource.org http://www.vegsource.org/joanne
Date: Mon, 24 Aug 1998 09:36:19 -0400 (EDT) From: “K. R. Shah”
Vorrei aggiungere che abbiamo recentemente preparato un ricevimento per il matrimonio di nostro figlio Nikhil a Bombay, in India dove il menu era interamente vegan e nessuno se n'è accorto! Abbiamo ricevuto molti complimenti riguardo alle deliziose pietanze preparate.
Kirti R. Shah - Toronto, Canada
Date: Mon, 22 Sep 1997 09:15:53 - 0500 From: Mona shah
Ho letto il tuo articolo “La mia visita a un allevamento di mucche da latte" e mi è piaciuta la personale prospettiva che gli hai dato. Sono già vegan nell'alimentazione e cerco di esserlo per altri materiali come vestiti, ecc. Sento che la più grossa cosa ancora da cambiare per me sia ridurre o eliminare l'uso di prodotti animali nei rituali Jaina. I miei genitori e il nostro centro Jaina ancora utilizzano prodotti animali nei loro rituali.
Mona Shah
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Date: Wed, 02 Sep 1998 12:50:47 EDT From: "Kingcross Beach”
Grazie per l'e-mail con le apprezzabili informazioni. Mi vergogno quando realizzo quanto ignorante io fossi. Inoltre condividerò queste informazioni con i miei amici.
N. Ravi
Date: Mon, 24 Aug 1998 12:25:57 PDT From: "PARIND SHAH”
Ho letto il tuo articolo sul latte di mucca tramite l'e-mail mandatomi da un mio carissimo zio. Sono venuto qui un anno e mezzo fa, da allora io provo a non mangiare “kandmul” e fino a ora sono riuscito a non farlo la maggior parte delle volte. lo uso ancora il latte e i suoi prodotti... Sono stato traumatizzato dai fatti che ho letto. Puoi per favore spiegarmi come riesci a evitare il latte e i suoi derivati nella vita di ogni giorno?
Parind Shah
Date: Mon, 24 Aug 1998 21:33:14 EDT From: hkmehtal@juno.com (Haresh Mehta)
Il mio nome è Riddhi Mehta, ho 16 anni e mi sono appena trasferita a Boston, MA da Columbia, SC. Sono stata profondamente colpita dalle informazioni che mi hai fornito, non le tue opinioni, ma la storia della macellazione. Nel maggio del '97, ho smesso di mangiare uova e formaggio (a causa del caglio) per la conferenza che il Guru Chitrabhanuji tenne in Columbia. Ti ringrazio per avermi informato di ciò che non conoscevo.
Riddhi
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Date: Tue, 21 Apr 1998 18:25:27 EDT From: Instyplano
IL LIBRO DELLA COMPASSIONE RIVERENZA VERSO OGNI FORMA DI VITA
Jai Jinendra! Il mio nome è Atul Khara. Vivo in Dallas, Texas, ex presidente e attualmente membro del consiglio direttivo della Jain Society del North Texas.
Prima di tutto, grazie per la ricerca e il dettagliato articolo pubblicato in JivDaya. Sono sicuro che aiuterà molti Jaina a decidere contro i latticini.
Una chiarificazione che vorrei dare è che la maggior parte dei Digambara non usano latte nei loro rituali. Inoltre, nessuna scrittura supporta l'uso del latte nei rituali. Alcuni Digambara del Sud hanno iniziato a usare latte nei loro rituali, il che è una diretta influenza dei rituali Hindu.
Atul
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Siti Internet Jainisti
www.cs.colostate.edu/~malaiya/jainlinks.html › www.jainworld.com www.sunsite.unc.edu/jainism www.aditi.net/jain www.sacred-texts.com/jain www.atmadharma.com www.jaina.org www.jainism.org www.atmasiddhi.com www.dugargroup.com/jainnews.html www.fas.harvard.edu/~pluralsm/affiliates/jainism/ www.imjm.org/ www.jainstudy.org/ www.jainsamaj.org/ www.jaintirth.org/ www.jcnc.org/ www.yja.org/ www.terapanth.com/ www.veg.org/veg/Guide/ www.jainmeditation.org
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Finito di stampare nel mese di maggio 2002 per conto di Edizioni Cosmopolis dalla Tipografia Artale di Torino
Printed in Italy
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________________ do Pensieri sulla Compassione La Nonviolenza e la gentilezza verso tutte le creature viventi equivale Pensieri alla gentilezza verso se stessi. Di conseguenza, il proprio Se viene jainisti preservato dal peccato e dalle sofferenze che ne derivano e si assicura il proprio benessere. La Compassione e la vera natura Mahavira degli esseri umani. Noi dovremmo essere capaci di rifiutarci di vivere se il Creare rifiuti in eccesso e inquinamento prezzo del nostro vivere fosse la tortura di esseri sono atti di violenza. senzienti. L'assenza di Compassione rende tutte le azioni violente. Mahatma Gandhi Nonviolenza e gentilezza verso gli altri esseri viventi Preghiamo affinche il nostro cibo non sia colorato e gentilezza verso se stessi. con sangue animale e sofferenza umana. Chitrabhanuji Il con-dividere e la piu preziosa religione. Finche non estenderemo il cerchio della "Qui e ora" e la sola esistenza. Compassione fino ad includere ogni creatura Il pellegrinaggio spirituale e un volo inutile per la via del miglioramento. vivente, non potremo godere della Pace nel Mondo. La preghiera e la vera fragranza di un cuore silenzioso. Albert Schweitzer "Non Uccidere" non si applica all'omicidio di una La meditazione non e ne un viaggio nello spazio ne un viaggio nel tempo bensi un risveglio istantaneo e un viaggio dentro se stessi. sola specie, bensi a tutti gli esseri viventi e questo comandamento fu scritto nel cuore dell'uomo molto Siate veri nel vostro essere piu interno e riempirete prima di essere proclamato sul Sinai. di significato qualunque religione. Leo Tolstoy La religione piu elevata e quella di coltivare la fratellanza universale e di considerare tutte le creature simili a se stessi. Guru Nanak L'empatia per il piu piccolo degli animali e una delle piu nobili virtu che un uomo puo ricevere in dono. Charles Robert Darwin La crudelta e l'inevitabile cancro della civilizzazione moderna. Rev. A. D. Beldon Tutto cio che puo sentire dolore non dovrebbe essere sottoposto al dolore. R. M. Dolgin Quale religione dona la gioia maggiore a Dio? Quella che ispira gli esseri umani a praticare l'Ahimsa, Compassione verso tutte le creature. Vallabha Acharya Gli animali non possono parlare, ma come possiamo io e te non parlare per loro e astenerci dal rappresentarli? Ascoltiamo, noi tutti, il loro silenzioso pianto di agonia e aiutiamo quel pianto a essere ascoltato nel mondo. Rukmini Devi Arundale Nessuna nazione sara completamente libera finche gli animali, nostri fratelli minori, non saranno liberi e sereni. T. L Vaswani Claudia Pastorino, cantautrice e scrittrice, ha pubblicato: La centratura del tao (Edizioni Clandestine) e Saman Suttam, il Canone del Jainismo, la piu antica Dottrina della Nonviolenza (Mondadori Editore). Massimo Tettamanti lavora presso la Facolta di Scienze Ambientali e insegna Metodi e tecniche di disinquinamento all'Universita degli Studi di Milano - Bicocca. Ha pubblicato: Tossicita legale 1. Introduzione alle Metodologie che non fanno uso di animali e Tossicita legale 2(ATRA Editore), entrambi tradotti e pubblicati anche in te desco e in francese. ISBN 88-87947-13-9 euro 12,00 inducamon Interational