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IL JAINISMO - PARTE SECONDA
collassano per esaurimento, i guardiani rompono loro la coda o gli buttano peperoncino o tabacco negli occhi per farli camminare ancora.
La campagna contro questa pratica sta ottenendo il supporto di parecchie celebrità attive nella protezione degli animali. Paul McCartney, Brigitte Bardot, Steven Seagal e Nina Hagen hanno preso parte alla giornata internazionale di protesta di due settimane fa (seconda settimana di maggio, 2000) nella loro nazione. "Il mio cuore sanguina per le miserie delle mucche madri e dei loro vitellini...che sono divenuti oggetti senza valore nell'India di oggi” ha dichiarato Paul McCartney.
L'industria da 1,6 miliardi di dollari dell’esportazione del cuoio indiano ne ha subito le conseguenze. Compagnie come Gap e le sue sussidiarie Banana Republic e Old Navy hanno bandito il cuoio indiano dai loro prodotti. La compagnia britannica dei calzaturifici Clark's ha annunciato la settimana scorsa l'intenzione di rivedere il contratto sui prodotti preparati con il cuoio indiano. La lista della PETA include inoltre Florsheim, Nordstrom, Casual Corner e altre catene di vendita al minuto. “È una chiamata di sveglia per l'industria indiana del cuoio" dice Jason Baker, il coordinatore della campagna indiana della PETA. "Se qualcosa non verrà fatta e in fretta per fermare le atrocità contro le mucche, non ci sarà più industria del cuoio". I baroni del cuoio indiano sono preoccupati che le proteste facciano crollare le esportazioni verso l'Occidente. Circa quattromila concerie e fabbriche di oggetti in cuoio dipendono dalle esportazioni. L'industria impiega circa 1,7 milioni di persone, un terzo delle quali è costituito da donne. “La campagna ci colpirà, nessun dubbio su questo” dice Mohammed Hashim, coordinatore del Coordinamento per l'esportazione del cuoio. Pensa che il suo commercio sia ingiustamente etichettato "Noi siamo soltanto riciclatori di rifiuti”, dice “noi prendiamo la pelle venduta dai macelli. Inoltre", aggiunge, “il 90% delle pelli usate derivano dai bufali, dalle capre e dalle pecore". La sua organizzazione si è appellata agli esportatori per usare solo cuoio ottenuto da animali che siano stati uccisi con metodi umanitari. Il governo, inoltre, non mostra nessuna intenzione di andare contro al trasporto illegale e alla macellazione. Prima della campagna della PETA, le associazioni indiane per i diritti degli animali hanno tentato per anni di fermare il brutale trattamento del bestiame. È un business di molti miliardi di dollari, e il supporto di politici e finanzieri si pensa sia enorme (I “treni della morte” delle mucche viaggiano sulle ferrovie
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