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IL JAINISMO - PARTE SECONDA
che boccone di carne, priviamo un'anima della sua vita e del tempo che le è stato dato per godere la propria esistenza in questo mondo!"
Molto spesso la gente chiede: “Ma allora, perché non uccidere animali ma uccidere i vegetali?” La scuola jainista risponde con precisione a questa domanda. Fondamentalmente questo universo è formato da due sostanze: “vivente" e "non-vivente”. Con sostanza vivente si intendono gli esseri umani, gli animali, gli uccelli, gli insetti, i microorganismi, la vegetazione, l'aria, l'acqua e la terra. Con sostanza non vivente si intendono i tavoli, le sedie, gli edifici, i treni, le auto, le macchine, ecc. Dovunque vi sia vita, esiste la consapevolezza, il sentimento del dolore e una risposta agli stimoli. Secondo la filosofia jainista, tutti gli esseri viventi sono classificabili in cinque categorie, in base al numero di sensi che essi possiedono, passando dagli esseri dotati di un senso a quelli dotati di cinque sensi, cioè che possiedono il senso del tatto, del gusto, dell'odorato, della vista e dell'udito.
Maggiore è il numero di sensi, maggiormente è evoluta la vita. I vegetali sono esseri dotati di un solo senso, il tatto, mentre gli animali sono esseri viventi a cinque sensi possedendo tatto, olfatto, vista, udito, odorato.
La vita deve affrontare un duro e laborioso processo per evolversi da esseri a un senso fino a esseri a cinque sensi. Macellando un animale viene distrutto completamente il processo evolutivo di quella vita che è stato raggiunto tramite sofferenza e dolore. Il regno vegetale non ha ancora raggiunto quella “consapevolezza” del dolore che gli animali e gli umani hanno. Di conseguenza, il grado di sofferenza è minore. Dove c'è il senso del dolore, ci sono più sensazioni, più emozioni e più possibilità di provare profondamente sofferenza. Siamo d'accordo che una violenza sui viventi sia inevitabile per la propria sopravvivenza, ma si può scegliere di ridurre al minimo la violenza.
Duemila e seicento anni fa, Mahavira, il grande esponente della Non violenza e della Compassione enfatizzava che i pensieri che governano le nostre azioni sono il prodotto del cibo che mangiamo. Il cibo che nutre il nostro intero sistema ha una influenza determinante sulla persona, sia fisicamente che emozionalmente, psicologicamente e spiritualmente. Cibi sani, integrali e non violenti alimentano pensieri sani, completi e non violenti. Quando i pensieri sono sani e non violenti, le azioni stesse riflettono quelle stesse qualità. Debolezze nel carattere si sviluppano sovente in coloro che vivono con una salute debole, mentalmente o fisicamente.
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