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Relazione tra la filosofia dei jaina e la filosofia degli antichi greci
Il primo punto che richiede una spiegazione è il rapporto tra la filosofia jaina e la filosofia degli antichi greci. Dal mio punto di vista non esistono vere relazioni tra esse. Gli antichi filosofi greci erano puri fisiologi; essi studiavano principalmente l'universo materiale e utilizzavano un metodo totalmente materialista. In verità non possiamo definirli «materialisti», perché l'antitesi tra materia e spirito era ad essi sconosciuta. La materia cosmica era per loro qualcosa in se stessa vivente; la descrivevano animata, cosí come i singoli organismi. Erano in cerca della materia ultima dell'universo.
I piú antichi reperti dei jaina descrivono un metodo di ricerca filosofico. Descrivono chiaramente il cosmo come non avente inizio né fine. La ricerca della sua origine è quindi inutile. Questo non significa che lo stato o le manifestazioni del cosmo siano sempre gli stessi in ogni tempo: essi sono in continuo cambiamento. Ogni manifestazione particolare è la risultante di cause che hanno operato in precedenza, che a loro volta sono il risultato di altre cause che avevano operato in precedenza cosí via senza giungere a una fine.
La ricerca di una causa originaria, di un «primo motore», è il risultato di una convinzione interna della mente umana - limitata e temporale – per cui uno stato di cose deve essere l'effetto di una o piú cause originarie. Ma la causa delle cause, quando trovata, dovrebbe essere necessariamente, in base alla stessa logica, l'effetto di altre cause, e cosí via.
Fermarsi a una «causa incausata» metterebbe in crisi il concetto stesso della «causalità» a cui facevamo riferimento. Il fatto è che quando la mente, nella sua ricerca delle origini dell'universo, si ferma a un certo punto, ciò avviene a causa della sua incapacità di andare oltre, di afferrare o immaginare uno stadio precedente delle cose. Inoltre l'antitesi tra materia e spirito è chiaramente rappresentata nei piú antichi libri canonici jaina, registrazioni dell'insegnamento di Mahavira, l'ultimo Tirthankara, che visse nello stesso periodo dei filosofici ionici.
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