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nobiltà, non solo gli uomini ma anche le donne, non guardavano alla loro vita sulla terra come a qualcosa di reale. Quello che era reale per loro era l'invisibile, la vita che doveva arrivare. Il tema delle loro conversazioni, il soggetto delle loro meditazioni, erano gli scintillii di realtà che potevano essere scorti in questo irreale mondo fenomenico. Qualsiasi elemento si supponeva potesse catturare un nuovo raggio di verità veniva esaminato e considerato dai grandi e dai piccoli, era onorato da principi e re, anzi veniva portato a occupare una posizione molto superiore rispetto a quella di re e principi»>.
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Gli studiosi occidentali e alcuni scienziati dell'era moderna tracciano una linea di demarcazione tra gli animali e gli uomini, e ci dicono che gli animali non sono coscienti, mentre gli esseri umani sono coscienti di sé - l'autocoscienza è supposta essere la proprietà intrinseca di ogni essere umano e che gli animali hanno coscienza dei sentimenti tramite le sensazioni ma non hanno consapevolezza della loro personale esistenza individuale, mentre gli esseri umani, oltre alla consapevolezza del mondo esterno tramite sensazioni e pensieri, hanno anche coscienza della loro stessa esistenza.
I caratteri distintivi dell'essere umano sono facili da comprendere anche a un pensiero superficiale, ma rimane aperta una questione: «Che cos'è l'autocoscienza o la coscienza di sé?». In pratica, che cos'è il sé? La scienza materialistica non ammette altro <<sé» oltre al corpo. Coscienza e autocoscienza, secondo quest'ottica, sono soltanto un panorama caleidoscopico della parte fisica, dei vari elementi del corpo vivente, elementi che cambiano ogni momento, rimpiazzati da altri.
In accordo con questa idea, l'uomo è un insieme di ossa, muscoli e nervi, la cui guida e forse unica funzione sarebbe quella di immagazzinare sensazioni, sentimenti ed emozioni. L'uomo sarebbe quindi assai poco diverso dall'animale eccetto nel supposto fatto che nell'essere umano è presente una serie di cambiamenti caleidoscopici chiamato autocoscienza, piccolo credito che viene dato allo stadio umano dello sviluppo. Secondo questa filosofia non ci può essere spazio per una memo
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