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Sia la non-astinenza dalla violenza sia l'intenzione di commetterla sono himsa (violenza).
Pertanto un comportamento non costantemente vigile dovuto alle passioni equivale a himsa.
La disattenzione è la causa dell'afflusso del karma. L'attenzione lo ferma.
Colui che non è attento è ignorante, chi è attento è saggio.
La persona compassionevole, vigile e rispettosa delle altre vite, la persona che è sempre cauta in ogni atto della sua giornata è realmente una seguace della nonviolenza.1
Il jainismo postula la dottrina dell'Anekantavada, la «<teoria del non assolutismo» o «dei molti aspetti»: questa dottrina insegna a riconoscere una parte di verità in ogni idea, pensiero, religione altrui, aprendo cosí la mente e il cuore a un reale ecumenismo e all'accettazione di tutte le differenze. In base all'Anekantavada, è necessario guardare la realtà da tutti i punti di vista possibili, ampliando cosí le proprie prospettive.
Tutta la teoria jainista della conoscenza si fonda sul concetto dell'interdipendenza universale, per cui esiste un numero infinito di punti di vista in base al luogo, al tempo, alle circostanze e alla natura dei singoli osservatori.
La dottrina dell'Anekantavada porta come diretta conseguenza alla dottrina del Syadvada, cioè della «relatività della conoscenza» che stabilisce che non esista una sola verità, ma molte verità relative in base ai differenti punti di vista. La verità assoluta è la somma delle verità relative anche se le stesse sembrano in contraddizione tra di loro.
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Le dottrine dell'Anekantavada e del Syadvada, ben esemplificate dalla favola «L'elefante e i non vedenti» contenuta in questo volume, fanno del jainismo il portatore della quintessenza di un ecumenismo pienamente compreso, che ha una delle sue manifestazioni pratiche all'interno dei templi jainisti, dove è frequente trovare ad esempio, vicino alle statue dei Tirthankara, rappresentazioni di divinità buddhiste, induiste, cristiane o di altre religioni dell'India.
Di fatto, nei magnifici templi jainisti non si respira aria di fanatismo o di separazione, ma, al contrario, di una spiritualità
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