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Precetti sulla retta conoscenza
245. Dopo aver dato ascolto alle scritture, una persona arriva a conoscere che cosa è giusto e che cosa è peccaminoso; avendo ascoltato e compreso, dovrebbe realizzare ciò che conduce al benessere.
246. Inoltre, grazie alla conoscenza delle scritture, una persona diventa salda nella fede, nella meditazione, nell'osservanza dei voti e nell'autocontrollo, e conduce una vita di purezza per l'intera durata della propria esistenza terrena, senza vacillare.
247. Quando il monaco continua ad approfondire le scritture con straordinaria devozione e con sconfinato interesse, sperimenta una grande beatitudine, una fede sempre rinnovata e un distacco dalle passioni.
248. Come un ago in cui sia stato infilato il filo non si perde nemmeno se cade nel mucchio della spazzatura, così una persona dotata di conoscenza delle scritture non perde il proprio sé, anche se è coinvolta nel ciclo della trasmigrazione.
249. Coloro che hanno rinunciato al gioiello della retta fede continueranno a vagare nei vari stati dell'esistenza umana, poiché sono privi della giusta devozione alle qualità morali, anche se conoscono le varie scritture.
250, 251. Chi ha in sé ancora un briciolo di attaccamento, quand'anche conosca tutte le scritture, non capirà la natura dell'anima. Chi non conosce la natura dell'anima, non conoscerà
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