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Il Syādvāda e la Saptabhangī 66
714. L'oggetto del naya o del pramāṇa,67 se è condizionato, è chiamato relativo, e, se non lo è, è chiamato assoluto. L'oggetto del naya o del pramāņa è chiamato relativo se è condizionato e assoluto se non è condizionato.
715. La parola syāt,68 che è una forma grammaticale chiamata nipata (un prefisso), viene usata per indicare ciò che nega l'assolutezza e ciò che dimostra che tutte le cose sono condizionate.
716. Esistono sette predicazioni, sia sotto forma di pramāņa sia sotto forma di naya proprio e di naya improprio. L'affermazione caratterizzata da syat («sotto un certo aspetto») è pramāņa, quella che non esclude le altre possibilità è naya proprio, quella che esclude assolutamente le altre possibilità è naya improprio.69
717. «È», «non è», «è e non è», «è impredicabile»> «<<è ed è impredicabile>>, <<non è ed è impredicabile» e «è, non è ed è impredicabile»: queste sette predicazioni, ognuna contenente la parola syāt, costituiscono la predicazione della forma di pramāņa.
718. Ogni sostanza colta nella forma di «questa sostanza», ecc. ha la natura di qualcosa che esiste; la stessa sostanza colta sotto forma di «<una sostanza diversa da questa», ecc. ha la natura di qualcosa che non esiste.70
719. Quando è compresa in una delle due suddette forme, una sostanza ha la natura di qualcosa che esiste o di qualcosa che non
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