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Premessa
che il Jainismo fosse una scuola all'interno del Buddhismo, altri ritenevano, al contrario, che il Buddhismo fosse di derivazione jainista.
In seguito, venne finalmente approfondita e chiarita l'origine storica delle due diverse dottrine.
Vardhamāna Mahāvīra Jaina, contemporaneo di Siddhartha Gautama (VI secolo a.C.), era un raja che, come Buddha, giunto all'età di trent'anni, decise di abbandonare la casa e la famiglia per ritirarsi a meditare sulla natura dell'anima.
Meditò per dodici anni, gli ultimi due dei quali trascorsi sotto un albero; alla fine raggiunse il nirvāṇa, pare con venti anni di anticipo sul Buddha.
Il saggio Mahāvīra non si considerava il fondatore del Jainismo, ma il prosecutore di un'antichissima tradizione spirituale (la cui origine si perde nella notte dei tempi), che egli riprese, completandola.
Il predecessore di Mahāvīra è il saggio Pārsvanath (VIII secolo a.C.); prima di loro vi furono innumerevoli altri saggi, chiamati Tīrtharkara («costruttori del ponte»).1 Solo gli ultimi ventiquattro saggi sono noti al mondo, anche se si conosce il nome del fondatore mitico di questo sistema filosofico, il capostipite delle scienze e delle arti, della divinazione e dell'astronomia, dell'ahiṁsā, della metafisica e dell'etica, dell'alchimia e della logica: il saggio Rsabhadeva.
Sia Buddha che Mahāvīra presero le distanze dal sistema vedico a causa dei riti sacrificali, che comportano l'uccisione di animali, e a causa della divisione in caste.
Dei Veda, i Jaina accettano la teoria del karma (anche se ritengono che l'uomo non subisca passivamente il proprio karma ma ne sia la causa diretta e possa agire su di esso per modificarlo) e la teoria della reincarnazione, e rifiutano gli altri aspetti dottrinali.
A differenza del Buddhismo (dove non c'è un'anima individuale ma un «io-Tutto», anātmā), nel Jainismo ogni individuo è dotato di un'anima propria (ātmā) che è attiva nel processo della sua stessa liberazione. Altra differenza sostanziale è che, nel Jainismo, la mortificazione del corpo è un passaggio indispensabile per ottenere la liberazione e la rifusione nell'Assoluto, mentre Buddha, dopo aver seguito gli asceti e mortificato il corpo per
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