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Precetti sulla religione dei monaci
Equanimità
336. Śramana, Samyata, Rṣi, Muni, Sadhu, Vītaraga, Anagāra, Bhadanta e Danta: questi sono i nomi usati per designare i monaci dal comportamento ideale.
337. I monaci che stanno cercando la via suprema della liberazione assomigliano a un leone (nel coraggio), a un elefante (nella dignità), a un toro (nella forza), a un cervo (nello stare eretti), a un qualunque animale (nella libertà dagli attaccamenti), al vento (nell'assenza di compagnia), al sole (nella brillantezza), a un oceano (nella serenità), al monte Mandara (nella fermezza), alla luna (nella calma), a un diamante (nella lucentezza), alla terra (nella pazienza), a un serpente (nell'essere senza riparo) e al cielo (nell'essere indipendenti).
338. In tutto il mondo vi sono tanti monaci che si comportano male e malgrado ciò sono chiamati monaci. Un falso monaco non dovrebbe essere chiamato monaco; solamente un vero monaco dovrebbe essere chiamato monaco.
339. Una persona che è dotata di retta conoscenza e di retta fede, che è impegnata nell'autocontrollo e nell'ascesi, e che è dotata veramente di tutte queste virtù, dovrebbe essere chiamata monaco.
340. Una persona non diventa un monaco semplicemente rasandosi la testa, né un Brahmano ripetendo il mantra Omkāra, né un asceta abitando nella foresta, né un eremita indossando indumenti tessuti con l'erba darbha.
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