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La via della liberazione
ra delle sostanze, quando è dotato di autocontrollo e di spirito ascetico, quando è libero dagli attaccamenti e quando mantiene l'equanimità di mente sia nella felicità sia nell'infelicità.
277. La purezza della fede e della conoscenza costituisce il puro ascetismo. Un'anima così pura ottiene la liberazione. Essa è un Siddha, davanti al quale mi inchino.
278. La beatitudine di un'anima liberata (Siddha), caratterizzata dalla purezza della coscienza, nasce dall'eccellenza dell'anima stessa, è fuori dalla portata dei sensi, è incomparabile, è inesauribile ed è indivisibile.
279. Il monaco che non si rifugia negli attaccamenti, nelle avversioni o nelle illusioni rispetto a qualsiasi cosa, e che mantiene l'equanimità di mente nella gioia e nel dolore, non causa un afflusso dei karma, né di quelli buoni né di quelli cattivi.
Sintesi
280. La retta condotta dal punto di vista reale è il traguardo finale. La condotta viziata da attaccamenti – cioè la condotta empirica – rappresenta solo il mezzo per ottenere la retta condotta. Quindi l'una dovrebbe seguire l'altra; colui che le segue entrambe gradualmente otterrà la conoscenza intuitiva.
281. Immancabilmente l'impurità interiore sfocia nell'impurità esteriore; l'uomo, a causa delle sue impurità interiori, commette le imperfezioni esteriori.
282. Gli onniscienti Arhat, ossia coloro che hanno visto e conosciuto ogni cosa, hanno detto a tutti coloro che sono in grado di essere liberati dai karma che la purezza di mente può essere raggiunta da quegli individui che liberano se stessi dalla brama, dalla vanità, dall'illusione e dall'avidità.
283. Colui che ha acquisito una condotta virtuosa dopo aver rinunciato a tutte le azioni peccaminose, non può ottenere la purezza dell'anima se non si è liberato dall'illusione.
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