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Precetti sull'esposizione delle scritture
32. A chi non accerta il significato (delle parole) attraverso pramāņa, naya e niksepa, ciò che è giusto appare sbagliato e ciò che è sbagliato appare giusto.
33. La conoscenza è chiamata pramāņa; il punto di vista del soggetto conoscente è chiamato naya; il modo di conoscere, cioè il ragionamento per capire il giusto significato di un testo, è chiamato niksepa.
34. Il punto di vista reale (niscaya-naya) e il punto di vista empirico (vyavahāra-naya) sono i due fondamentali punti di vista (naya). Il punto di vista della sostanza (dravyārthika-naya) e il punto di vista della modificazione (paryāyārthika-naya) sono i due mezzi per comprendere la vera natura delle cose.
35. Il punto di vista empirico (vyavahāra-naya) è frammentario, non considera cioè l'oggetto dell'osservazione nella sua integrità, ma si concentra solamente sui suoi aspetti particolari. Al contrario, il punto di vista reale fornisce una visione globale e prende in considerazione l'oggetto dell'osservazione nella sua integrità.
36. Dal punto di vista empirico, si può dire che un soggetto conoscente possiede la condotta, la fede e la conoscenza, però, dal punto di vista reale, egli non possiede né conoscenza, né condotta, né fede, ma ha la mera apparenza del soggetto conoscente.
37. Sappi che il punto di vista empirico è contraddetto dal punto di vista reale. I santi che si basano sul punto di vista reale ottengono la salvezza.
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