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Precetti sulla morte serena
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574. Sallekhanā,51 cioè il voto di digiunare fino a morire, è di due tipi: interiore ed esteriore; l'interiore consiste nell'emancipazione dalle passioni, l'esteriore consiste nell'emancipazione dal corpo.
575. Il monaco che ha fatto il voto di sallekhanā esteriore dovrebbe dapprima calmare le proprie passioni e poi ridurre gradualmente il nutrimento; infine, quando il corpo diventa estremamente debole, dovrebbe cessare di prendere qualsiasi cibo.
576. Una persona dalla mente pura non ha bisogno né di un letto di paglia né di un altro giaciglio; la sua anima diventa il suo letto.
577, 578. In una persona che osserva il voto di sallekhanā, le spine mentali (salya) come la falsità, le tendenze perverse e il desiderio di piaceri terreni nella prossima vita, causano un dolore più grande di un'arma infetta, di un veleno, del diavolo, di un amuleto malvagio o di un serpente inferocito; infatti, in presenza di questi salya, la giusta comprensione diventa impossibile e il coinvolgimento in un infinito ciclo di trasmigrazioni diventa inevitabile.
579. Il monaco che è libero dall'orgoglio taglia le radici dell'albero delle rinascite, cioè le spine della fede sbagliata, della falsità e del desiderio di piaceri nella prossima vita.
580. Le persone che muoiono attaccate alla fede sbagliata, piene di desideri di piaceri sensuali in conseguenza delle loro azioni e colorate da un leśyā nero, non otterranno facilmente la retta comprensione.
581. Invece, le persone che muoiono attaccate alla fede giusta, prive di desideri di piaceri sensuali in conseguenza delle loro azioni e colorate da un leśyā bianco, otterranno facilmente la retta comprensione.
582. Chi è desideroso di compiere ārādhanā (le azioni salvifiche eseguite al tempo della morte) dovrebbe abitualmente adempiere parikarman (l'insieme delle azioni salvifiche); infatti, chi ha la mente impregnata di parikarman trova facile il compimento di ārādhanā.
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