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Precetti sulla meditazione
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498. Bisognerebbe intraprendere la meditazione sui tre stati che tecnicamente sono chiamati pindastha, padastha e rūprahitatva, i quali corrispondono rispettivamente a un'anima incarnata nel modo ordinario, a un'anima incarnata che ha ottenuto l'onniscienza e a un'anima liberata.
499. Mahāvīra, dopo avere assunto una particolare posizione corporea e dopo essersi liberato da tutte le indecisioni, intraprese la meditazione. Da quel momento, libero da tutti i desideri terreni, ispezionò meditativamente tutto ciò che esiste nella regione superiore, nella regione inferiore e nella regione intermedia del mondo.
500. I beati non prendono in considerazione né ciò che appartiene al passato né ciò che esisterà nel futuro. Senza dubbio, un grande saggio libero da tutte le immagini, concentrando i pensieri su ciò che esiste nel presente, dapprima inaridisce e poi annienta tutti i karma.
501. Non compiere nessuna azione corporea, non pronunciare nessuna parola, non concepire nessun pensiero: così sarai concentrato. Certamente, si raggiunge la suprema meditazione quando l'anima è impegnata nella concentrazione su se stessa.
502. La mente assorbita nella meditazione non è turbata né dalle miserie nate dalle passioni, né da quelle nate dalle attività mentali, né dalla gelosia, né dal rimorso, né dalla tristezza.
503. Un monaco coraggioso non viene toccato né spaventato dalle afflizioni e dalle calamità; la sua mente non s'infatua in nessun modo, neppure delle illusioni celesti.
504. Come il fuoco aiutato dal vento brucia velocemente il combustibile accumulato da tanto tempo, così il fuoco della meditazione distrugge in un momento l’illimitato combustibile dei karma.
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