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Le antiche registrazioni cinesi offrono poca luce sul graduale progresso della cultura e della civilizzazione umana.
Le iscrizioni degli antichi indiani posseggono una caratteristica diversa. Sono senza dubbio carenti per quanto riguarda dinastie, guerre, fatti storici. Ma forniscono una descrizione cosí completa, razionale e chiara sull'avanzamento della civilizzazione e sul progresso della mente umana, che invano potremmo cercarne di eguali nella storiografia scritta di altri popoli ugualmente antichi. Questi antichi Testi sono i Veda degli induisti, i Pitaka dei buddhisti e i Sutras dei jaina.
È stato dichiarato da alcuni studiosi, come il professor Max Muller, il professor Weber e il professor Whitney, solo per citarne alcuni, che gli inni vedici dell'India risalgono al 15002000 a.C.; addirittura, il dottor Martin Haug assegna alle prime di queste sublimi produzioni una datazione ancor piú remota, rifacendosi ai suoi studi sull'interpretazione degli stessi Veda.
Nella loro composizione, nella pienezza dell'espressione, nella sublimità del pensiero, nella perfezione dell'ispirazione e nella semplicità dei dettagli, i testi vedici mostrano una linearità e un tale insieme di valutazioni e sfumature, che solo secoli di sviluppo umano del pensiero, della parola, dell'arte, della religione, della filosofia avrebbero potuto produrre.
Questi monumenti della conoscenza, al contempo complessi e semplici, sottendono una conoscenza della natura e dell'uomo che può scaturire solo da secoli e secoli di sviluppo; da qui le tesi secondo cui i Veda possono essere considerati precedenti alle civiltà egizia, greca ed ebraica, delle quali rappresenterebbero la radice comune.
Alcuni studiosi occidentali dei Veda li assimilano alle prime semplici produzioni degli Ariani dei tempi antichi. Sostengono inoltre che i Veda costituiscono la letteratura popolare indiana di quei tempi antichi. Io non sono d'accordo con queste interpretazioni. La letteratura vedica era preminentemente sacerdotale e in nessun senso può essere vista come letteratura popolare. Né nel linguaggio, né nel pensiero dei Veda si può ritrovare quella primitiva e naturale semplicità che molti critici vorreb
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