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che una cosa possa essere calda e fredda allo stesso momento, ma che una cosa non può essere calda in assoluto né fredda in assoluto; essa è calda sotto determinate e definite circostanze e fredda sotto altre. I jaina non dicono che essere e non essere possano allo stesso tempo appartenere a uno stesso oggetto. Ciò che essi insegnano è che in una cosa c'è l'essere se stessa e il non essere altre cose, che significa che una cosa può essere completamente conosciuta solo conoscendo che cosa essa è e che cosa essa non è. Sankara infatti descrive una' dottrina immaginaria, confutando la quale la mette a tappeto. In ciò consiste il suo successo».
Gandhi cita a proposito Ganaratnasuri per evidenziare l'importanza della Syadvada: «Malgrado le varie scuole di filosofia, malgrado i settari fanatismi differenti e contraddittori l'un l'altro, vi sono profondi aspetti della verità in essi che potrebbero armonizzarli, se solo essi fossero collegati in un organico tutto. I differenti aspetti della verità accettati da questi settari, quando fossero relazionati l'uno all'altro tutti insieme, diverrebbero un'unica Grande Verità; ma, se essi non si danno la mano, si contraddicono l'uno con l'altro, e cosí facendo diventano non una religione reale ma una pura illusione della mente».
Nel quarto capitolo Gandhi espone il concetto jainista dell'anima. Coscienza e consapevolezza sono l'essenza dell'anima. Poiché l'anima non è materiale, essa non ha attributi fisici come colore, gusto, eccetera, e non è soggetta alla percezione sensoriale. La sua natura è del tutto differente dalla natura della materia. Gandhi lancia una domanda: «Come può l'anima vivere all'interno della materia (corpo fisico) quando i suoi attributi sono di una natura differente dalla materia?». E la sua risposta è: «Sulla base della nostra stessa esperienza noi sappiamo di essere obbligati a vivere in condizioni non congeniali alla nostra natura, alla nostra essenza. Le persone sentono di non essere in relazione profonda con le condizioni esterne; vi saranno pure delle ragioni per cui molti esseri sentono di essere obbligati a subire le condizioni della loro vita senza averle volute; ma queste ragioni sono da ricercarsi nell'intelligenza dell'essere stesso, non nella sostanza materiale. L'intelligenza non procede da nulla
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