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Nell'ultima parte della sua vita, Marubhuti abbandonò ogni bene terreno e divenne un asceta dedito alla meditazione. Anche in questa vita venne ucciso dal suo vecchio nemico di sempre, Kamath, rinato come leone.
L'anima di Marubhuti si reincarnò poi nel ventre di Vama Devi, moglie del Re Ashvasen di Varanasi.
Vama Devi ebbe un figlio.
Durante una solenne cerimonia, il Re Ashvasen annunciò il nome del figlio: Parshvanath.
La compassione del Principe Parshvanath
L'anima di Kamath, avversario di Parshvanath in tutte le vite precedenti, si reincarnò nei panni di un eremita. Una volta l'eremita stava svolgendo un rito sacrificale subito fuori da una grossa città. Era vestito soltanto di una veste leggera ed era coperto di cenere; il sole splendeva, l'aria era molto calda, l'eremita aveva anche acceso alcuni fuochi sacrificali intorno a sé.
Tutta la città era impressionata da questa dimostrazione e grandi gruppi di persone andavano ad assistervi.
Tutti si inchinavano a Kamath con riverenza ed egli li benediceva.
Vedendo cosí tante persone, il Principe Parshvanath si incuriosi e decise di andare anche lui.
Subito venne colpito dall'austerità dell'eremita.
Con il suo potere extrasensoriale, Parshvanath avvertí la presenza di due serpenti che erano rimasti intrappolati nella catasta di legna di uno dei falò.
Il Principe Parshvanath provò pietà per l'eremita che, inconsapevole, ignorava di compiere quell'atto di violenza.
Il Principe Parshvanath disse: «Oh, eremita, che cosa stai facendo? Non ti sei accorto che ci sono due serpenti che bruciano nel fuoco?».
Ascoltate queste parole, l'eremita si arrabbiò molto e gridò: «Oh, fastidioso ragazzino, non sai che questo è un rituale sacro? Sei proprio un grande maleducato!».
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